Sono pochissime le banche che sinora hanno aderito al Fondo Regionale di Garanzia per gli investimenti, sottoscrivendo la convenzione con Sviluppo Basilicata.
Solo 6 banche, tutte locali tra cui diverse bcc, hanno raccolto l’appello lanciato dalla Regione e da CONFAPI Matera per dare alle imprese lucane la possibilità di usufruire dell’opportunità di accedere più facilmente al credito bancario per piccoli progetti di investimento, mediante la garanzia del Fondo regionale.
Dopo avere espresso apprezzamento per la sensibilità dimostrata da queste banche (i cui nomi sono sul sito web di Sviluppo Basilicata), CONFAPI Matera si chiede: ma i grandi istituti di credito dove sono? E le altre banche locali perché non aderiscono?
Il Fondo Regionale di Garanzia per gli investimenti ufficialmente è partito il 20 dicembre 2010, ma di fatto non è ancora operativo perché le convenzioni con le 6 banche sono state sottoscritte solo di recente e il plafond di 35 milioni di euro con un moltiplicatore 5 in grado di stimolare investimenti per 175 milioni è praticamente inutilizzato.
CONFAPI Matera evidenzia che esiste un grande interesse delle piccole e medie imprese locali ad effettuare investimenti per riacquistare parte della competitività perduta negli ultimi anni, e il Fondo Regionale di Garanzia offre l’occasione per accedere più facilmente al credito bancario con l’aiuto della Regione e dei cofidi, cosa che per molte aziende non sarebbe altrimenti possibile.
Inoltre – rilancia CONFAPI Matera – è imminente la pubblicazione di un secondo Fondo Regionale di Garanzia, questa volta per le operazioni sul capitale circolante, cioè consolidamento dei debiti bancari a breve termine, liquidità e acquisto di scorte.
Questo Fondo, considerato il periodo di crisi, è ancora più importante del primo, perché sono molte le imprese in crisi di liquidità per i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione o che hanno la necessità di allungare i tempi di restituzione delle esposizioni bancarie.
L’auspicio dell’Associazione è che questa volta le banche siano più sollecite e più compatte nell’aderire, altrimenti il lavoro fatto con gli uffici regionali e Sviluppo Italia sarà stato vano.