E’ Pomarico il centro della provincia di Matera protagonista della nuova scheda promozionale del Gal Start 2020.
Il comune di Pomarico conta una popolazione pari a 4.452 abitanti e si trova adun’altitudine di 460 metri sul livello del mare.
Il 25 gennaio 2019 una frana, seguita da altri smottamenti, ha interessato il centro storico di Pomarico distruggendone una parte.
Ancora oggi a distanza di qualche anno i lavori non sono stati completati anche se la popolazione residente in quell’area ha trovato altri alloggi messi a disposizione dell’amministrazione comunale, con contributi regionali.
La storia di Pomarico
Giordano fa derivare il nome di Pomarico da PosmumStlocus. Non è certo se l’etimo facciariferimento a un Pomarium cioè ad un originario luogo adibito a pometo (forse un campo di alberida fico, per cui Pomarico è famosa).
L’antica Pomarico fu fondata dagli entri su una zona più bassa rispetto all’attuale insediamento.
L’attuale Pomarico sorse nell’850 d.C. ad opera degli abitanti di Pomarico Vecchio, dopo che il loro abitato fu distrutto per ben tre volte dai Saraceni.
Fin dall’inizio della dominazione Normanna (1043) Pomarico fu legato alle vicende della Contea di Montescaglioso subendo anche le prepotenze dei reggitori della Contea e di quelli dell’Abbazia dei Benedettini di San Michele Arcangelo. Tale contesa ebbe termine nel 1714 e all’Abbazia toccò quella parte di territorio dove si trovava Castro Cicurion diventando così una colonia agricola dei Benedettini.
I feudatari che possedettero Pomarico furono numerosi: Guglielmo Braccio Di Ferro, Roberto il Guiscardo, i Macabeo e i De Balzo; nel Cinquecento appartenne ai signori d’Avalos, poi agli Orsini, ai Naselli e ai Miroballo.
Nella seconda metà del Settecento il feudo fu dei Donnaperna, che costruirono il grandioso palazzo marchesale.
Nel 1799 partecipò ai moti per la Repubblica Partenopea e nella seconda metà dell’800 prese parte attiva agli ideali unitari.
Consistente fu anche il fenomeno del brigantaggio: capobanda era Giambattista Gallo, alias Mulattiere dei Monaci, catturato e condannato a morte alla fine del 1864.
Il centro abitato sorge su un’altura tra i fiumi Bradano e Basento nella zona centro-orientale della provincia. Confina a nord con il comune di Miglionico (10 km), ad est con Montescaglioso (16 km), a sud con Pisticci (27 km) e ad ovest con Ferrandina (17 km). Dista 27 km da Matera e 82 km dal capoluogo di regione Potenza. Ai margini dell’abitato si estende, per 500 ettari.
La festa del patrono, San Michele, è la principale manifestazione che si svolge ogni anno a Pomarico, dal 7 al 9 maggio. Durante questi giorni si rinnovano antiche tradizioni, come l’offerta della cera al Santo e la processione sul carro trionfale. L’offerta della cera è il simbolo commemorativo dell’evento che avvenne nel 1527, quando Pomarico rimase indenne da un’epidemia di peste e per ringraziare il suo santo protettore offrì trenta libbre di cera bianca lavorata; il gesto è molto significativo se si considera che all’epoca il prezzo di un chilo di cera equivaleva al prezzo di un quintale di grano.
POMARICANI ILLUSTRI
Pomarico ha avuto molti uomini illustri che ne hanno onorato il nome e hanno avuto ruoli importanti nel campo della letteratura, della poesia, della medicina ed in altri settori importanti. Se ne riportano solo alcuni.
MICHELE ROSSI- Storico – Laureato in medicina fu medico militare aggiunto nell’esercito italiano neI 1861. Storico apprezzato da Benedetto Croce scrisse Nuova Luce risultante dai veri fatti avvenuti a Napoli pochi anni prima del 1799.
ANTONIO DAMIENO, Medico illustre, insignito di tante onorificenze
VINCENZO SELVAGGI – Letterato
PIETRANGELO SPERA – Sacerdote
CARUSO JACOPO ANGELO – Medico – Non si conosce la data della sua nascita.Scrisse un’opera di geografia astronomica (manoscritto); molto importante e compose rime
PACILIO CANIO – Sacerdote – Nacque a Pomarico intorno al 1840. Letterato e teologo. Scrisse: Il Sonetto per l’opera di fr. Vinc. Persio Medicina e tanti alyrilavori importanti.(La Sacra Quadriga; Poesie del Dottore et in Sacra Teologia licenziato C.P.)
NICCOLO’ FIORENTINO- Giurista – Nacque a Pomanico il 3 aprile 1755.
E’ certamente il più conosciuto dei figli di Pomarico. Ebbe grande inclinazione per le scienze matematiche, anche se si laureò in giurisprudenza. Nel 1769, a soli quattordici anni, Fiorentino vinse il concorso per la cattedra di matematica nel Liceo dell’Aquila, ma non poté occuparla per la sua giovane età, non avendo, infatti, compiuti i quindici anni richiesti: tuttavia, come premio per l’ingegno dimostrato, al Fiorentino fu decretato un assegno e la frequenza al collegio Angarano di Bologna, dove si distinse a tal punto per il profitto che, dopo un anno, il Regio Visitatore Andrea Franchi, in una lettera del 16 settembre del 1773, scriveva al sovrano che «più colà il Fiorentino a far non ci avea». Una volta addottoratosi negli studi giuridici a Bologna, comunque, Nicola Fiorentino decideva di tornare nel Regno di Napoli.
Nel 1775 a soli vent’anni ottenne la cattedra di matematica e filosofia razionale a Bari. Fu uomo erudito. Nel 1799 con Francesco Lomonaco nativo di Montalbano Ionicoaderì al movimento Repubblicano. Da giacobino il suo nome fu legato alla Repubblica Pertenopea. Sali al patibolo il 12 dicembre 1799. Scrisse: numerose opere importanti tra cui Lettere di Gaetano Fiorentino ad un suo amico sopra il saggio di D. Ermenegildo. Niccola Fiorentino fu sopraintendente delle Regie Scuole di Bari, e Membro della Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere di Napoli
VITTORIO EMANUELE SPINAZZOLA – Letterato e Pubblicista – ricoprì cariche prestigiose di segretario di gabinetto del Ministero della Pubblica istruzione e di ispettore capo dei musei e scavi del Regno.
Il bosco della Manferrara: un’oasi naturalistica di pregio
Con oltre 500 ettari di estensione, questo “polmone” verde della Basilicata centrale, dà la possibilità di osservare varie specie animali e di piante o alberi; acero, pino d’Aleppo, orniello, rosa canina, agrifoglio, vi accompagneranno nelle vostre passeggiate.Anche la fauna è molto ricca con volpi, tassi, istrici, faine etc…
A pochi chilometri da Matera, nel bosco Manferrara si trova anche il ristorante omonimo: il Ristoro della Manferrara (vedi la foto). Prodotti tipici lucani e cucina di qualità renderanno certamente indimenticabile la vostra giornata in questa bellissima località. Nei pressi del ristorante si trova una splendida area verde attrezzata, con tavoli e panche in legno e graziosi gazebo dove è possibile preparare arrosti nell’area picnic.
Pomarico: un nome controverso
La questione etimologica del toponimo Pomarico è alquanto complessa al punto da apparire a tratti confusa. Secondo il Giordano infatti deriverebbe dall’osco Posmumstlocus o secondo il Pasquale dalle voci latine Pomi ager, il Racioppi invece la ritiene originaria dalla fusione delle parole Pomaria locus formandosi così la parola Pomaricus. Il nome attuale di Pomarico non può avere questi termini quali etimi immediati, perché le leggi fonetiche della linguistica non giustificano un tale esito. Pomarico deriva invece da Pomarium (= pomario, pometo, campo di alberi da frutta) + il suffisso -icus che denota il significato di appartenenza.
Il gonfalone è disegnato secondo le derivazioni ricostruite dal Pasquale: un albero di melo verdeggiante, tre monti, due pesci che rappresentano i fiumi Basento e Bradano, le lettere P ed A ai lati del fusto. Sulla identificazione del pomo, si è soliti indicarlo come mela. Orbene, il significato esatto del termine latino pomum è “frutto di forma tondeggiante” senza riferirsi ad uno in particolare. C’è da considerare, inoltre, che Pomarico non sembra essere stata mai famosa per le mele, mentre lo è stata per i fichi, sicché è in questo che va identificato il pomo del toponimo.
Le origini di Pomarico sono molto remote; nel suo territorio infatti si trovano due antichissimi centri, Pomarico vecchio e Castro Cicurio. Il primo, situato a circa 12 km dall’attuale città, fu un centro lucano fortificato, anteriore al V secolo a.C., che successivamente subì l’influenza delle colonie della Magna Grecia, poste sulla costa jonica a poca distanza dal centro stesso. Castro Cicurio, invece, fu un insediamento risalente al periodo della dominazione romana. L’attuale Pomarico fu fondata, invece, nel IX secolo dagli abitanti di Pomarico vecchio, dopo che quest’ultimo fu distrutto più volte dai Saraceni.
Durante il periodo normanno il centro appartenne come casale alla contea di Montescaglioso e successivamente fu a lungo sottoposto all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo; solo nel 1714 cessò tale contesa, quando all’Abbazia fu assegnata la parte di territorio dove si trovava Castro Cicurio. Numerosi furono i feudatari che possedettero la città nel corso dei secoli: a partire da Francesco II del Balzo che rifece la Chiesa; i Donnaperna che nella seconda metà del XVIII secolo costruirono il grande palazzo marchesale.
Slow trip: un interessante progetto
WEDREAM A POMARICO: A FIVE DAY WEDDING
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