La richiesta del Governo Nazionale e dell’ENI, la maggiore compagnia Italiana impegnata nelle attività di estrazione del Petrolio in Val D’Agri da oltre un decennio, di voler ridefinire con la Regione Basilicata i termini di una nuova intesa utile ad aumentare, nella medesima area, di altri 25.000 barili la produzione giornaliera di greggio attraverso l’utilizzo di un numero inferiore dei 62 pozzi già autorizzati e di effettuare una trasformazione delle tecnologie in uso per abbattere anche l’impatto ambientale, unite alla richiesta di altri player internazionali di stoccare ed utilizzare al meglio un’altra straordinaria risorsa rappresentata dal gas, sono una straordinaria occasione per ricontrattare i termini per un reale rilancio economico ed occupazionale della nostra Regione.
La crisi geopolitica e militare scoppiata in tutti i paesi del nord africa, maggiori produttori al mondo di petrolio e la tragedia determinata dallo tsunami in Giappone, che oltre a fare migliaia di morti ha anche provocato danni irreparabili alle centrali nucleari di Fukujma, hanno condannato definitivamente a morte, almeno per ora, l’opzione del nucleare (la Regione Basilicata lo aveva fatto già da tempo) ed hanno riportato alla ribalta del mondo ancora un volta il tema della energia in generale, dell’importanza ma non autosufficienza delle energie rinnovabili (tanto che non si chiamano più alternative), della sostenibilità ambientale e dell’insostituibilità, ancora per molto tempo, dell’energia fossile per eccellenza rappresentata dal petrolio.
La crisi economica mondiale, una disoccupazione in Italia all’ 8% e quella giovanile al 28 %, il costo del petrolio volato ad oltre 110 euro al barile, dei carburanti e del gas domestico che nell’ultimo anno salgono del quasi 20%, il tema introdotto dal governo centrale del federalismo che speriamo arrivi presto anche a quello “delle risorse”, sono oggi fenomeni che si consumano all’interno di una società che diventa sempre più consumistica e divoratrice di energia.
I due eventi tanto straordinari quanto inaspettati, di cui sopra, succedutisi negli ultimi 2 mesi, hanno stravolto le situazioni di contesto sopra accennate, in cui questa trattativa tra governo italiano, compagnie petrolifere e Regione Basilicata si incardina, aumentando l’importanza in maniera esponenziale del “tesoro” nascosto nelle nostre viscere che potrebbe produrre nei prossimi anni ben 175.000 barili al giorno di petrolio, quasi il 10 % del fabbisogno energetico nazionale.
In tale scenario, diventa fondamentale e strategica il compito che ieri il Consiglio Regionale ha dato al governatore De Filippo, quello di una delega piena a “trattare” con tutti gli “attori” la partita più importante della storia lucana.
Una partita da giocare con tutte le “carte” disponibili che vanno dal petrolio al pas con le sue ipotesi di stoccaggio su suolo lucano, per elevare quanto più possibile la richiesta di una contropartita che non potrà più essere solo economica (tale trattativa è aggiuntiva alle Royalities) ma che debba riguardare soprattutto la prevenzione, la difesa e la tutela della salute e dell’ ambiente fondamentale per supportare il definitivo rilancio del settore del turismo e dell’agricoltura, ed un nuovo impulso al sistema economico regionale attraverso poderosi investimenti in formazione e ricerca e nella realizzazione in Basilicata di un “Polo dell’Energia”, del polo sulla “chimica verde” e definitivo lancio del “Polo Spaziale e dell’OT” per una “nuova Basilicata”.
Fondamentale sarà, per rendere possibile il rilancio, connettere la Basilicata al resto del mondo, attraverso investimenti che ci consentono di collegarci facilmente ai “corridoi di trasporto nazionali ed internazionali” tra i quali non dovrà rimanere esclusa il completamento ed il definitivo decollo dell’aeroporto “Pista Mattei” di Pisticci, per consentire alla nostra Regione di svolgere un ruolo importante come “porta dell’Europa e del Mediterraneo” che una strategica posizione geografica ci assegna naturalmente .
Dal consiglio di martedì 5 aprile sono stati consegnati al Presidente altri obbiettivi, difficili ma molto importanti da raggiungere, il primo è la possibilità di far considerare dal governo nazionale le misure da contrattare fuori dalla mannaia del “Patto di stabilita” che rende impossibili gli investimenti, il secondo è che la sede delle società che estraggono ed operano con le nostre risorse petrolio e gas, sia in Basilicata, per determinare il pagamento delle tasse e dell’iva nella nostra regione, una operazione non da poco in vista di quel “federalismo fiscale” che vuole che le Regioni paghino i propri servizi con i tributi versati dai propri cittadini e dalle imprese sul territorio operano.
La centralità del Consiglio Regionale rimarrà fondamentale, per la verifica della congruità degli accordi che saranno oggetto della trattativa ma soprattutto per la puntuale e sistematica verifica delle modalità in cui gli investimenti saranno realizzati e dei risultati, che ora , differenza di quanto successo nel passato, dovranno essere assolutamente raggiunti .
Per noi lucani, per la la Basilicata e per De Filippo potrebbe valere una citazione che ritengo in questo caso quanto mai appropriata: “Non esiste la fortuna, esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione”. (Lucio Anneo Seneca).
Consigliere regionale PD Luca Braia
Energia, Santochirico: “Un ruolo più consapevole e meditato della Basilicata”
“Sostenibilità, democrazia e convenienza sono le condizioni per trattare con lo Stato e le compagnie”
“La produzione di energia e le attività estrattive in Basilicata dovranno costantemente avere come condizioni irrinunciabili la sostenibilità, la democrazia e la convenienza, in un sistema di relazioni con lo Stato e le compagnie energetiche vincolato da chiare clausole di responsabilità”. Lo ha affermato il consigliere regionale Vincenzo Santochirico (Pd) nel corso del dibattito in Consiglio Regionale sul cosiddetto “Tavolo per la Basilicata in materia di estrazione di idrocarburi.
“E’ evidente – ha detto Santochirico – che la tecnologia non può fornire nessuna garanzia assoluta di sicurezza: senza subire il condizionamento emotivo dei gravi incidenti alle centrali nucleari giapponesi, questo lo abbiamo verificato, purtroppo, anche presso il termo distruttore Fenice e presso il centro olii di Viggiano. Ma possiamo, e dobbiamo, mettere in campo tutte gli strumenti che abbiamo a disposizione per accrescere i sistemi di controllo e di monitoraggio: nel 2008 la Giunta ha avviato il bando la per la realizzazione del Centro di monitoraggio; nel 2010 ha deliberato la costituzione dell’Osservatorio ambientale; il piano di sorveglianza, il registro di tumori, le valutazioni di impatto ambientale: sono dispositivi che mirano a creare un sistema complessivo di verifica di quello che accade sul territorio. Ma è necessario mettere a sistema questo complesso di informazioni che oggi si possono raccogliere, completando e compiendo concretamente il programma che la Regione aveva avviato con lo studio per una Rete unitaria in cui confluissero i dati relativi all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo ed al rischio sismico rilevati dalle diverse reti di monitoraggio presenti sul territorio regionale, così da disporre di un sistema che restituisse un quadro coerente e complessivo delle attività svolte. In questo modo, oltre ad evitare sprechi e duplicazioni e svolgendo un ruolo di razionalizzazione e coordinamento, sarebbe stata consentita una più larga fruizione anche da parte dei cittadini. Il compito fu affidato all’Università della Basilicata, ma ad oggi la Regione non ha ancora dato attuazione a quel provvedimento. Sempre in tema di democrazia e partecipazione, nel 2009 la Giunta regionale aveva istituito il Tavolo di garanzia, che prevedeva che sulle richieste di permessi, di ricerche di esplorazione, e su tutte quante le attività, ci fosse questo confronto pubblico come accade al Tavolo della trasparenza per il nucleare. Inoltre, sarebbe necessario istituire e tenere un Forum annuale in cui chiamare a raccolta saperi, imprese, civismo, istituzioni, associazionismo per un confronto che consenta la circolazione di informazioni e la formazione di una consapevolezza diffusa dello stato delle cose nella nostra regione ”.
“Realizzate le due precondizioni della sostenibilità e della partecipazione democratica, entra in gioco la terza questione – ha aggiunto Santochirico – che riguarda la convenienza e le opportunità. I tagli finanziari, le riduzioni dei trasferimenti, sono circostanze che devono accrescere la nostra responsabilità nell’uso accorto delle risorse, ma non possono e non devono essere una nuova e coattiva ragione per uno “scambio ineguale” fra risorse, territorio e ricchezza (che non arriva). Pertanto, diventa fondamentale il modo in cui si strutturano gli accordi e si individuano gli strumenti di gestione: a fronte di una maggiore assunzione di responsabilità, di un nuovo ruolo della Basilicata nel contesto nazionale, deve esserci anche una maggiore assunzione di responsabilità da parte dello Stato nei confronti della Basilicata, sia per quanto riguarda gli investimenti pubblici su infrastrutture, formazione e ricerca, sia per quel che concerne gli investimenti privati per creare nuovi posti di lavoro (oltre ad assicurare la bonifica dei siti inquinati e le più avanzate condizioni di sicurezza e tutela di ambiente e salute). Occorre che negli accordi vi siano strumenti e clausole che consentano una reale gestione politica, anche attraverso la sospensione degli accordi qualora non si verifichino le opportunità attese. Poiché si tratta di scelte che riguardano il presente e il futuro del nostro territorio, la qualità della vita della nostra comunità – ha continuato il consigliere Santochirico -, occorre mettere da parte tanto i pregiudizi quanto gli schieramenti di campo. Perciò la convergenza politica fra forze e schieramenti diversi si giustifica ed è necessaria nell’esclusivo interesse della Basilicata”
“Nuovi impegni della Basilicata nell’apporto al bilancio energetico nazionale potranno pertanto essere presi in considerazione se saranno realizzate le precondizioni di sostenibilità e democrazia, considerate soddisfacenti le contropartite economiche e sociali, accettato il principio di coprogrammazione Stato-Regione delle attività di ricerca e di estrazione sul territorio regionale e valutate come accettabili quelle ritenute ammissibili, garantiti meccanismi che consentano alla regione di esigere il rispetto degli accordi (evitando il ripetersi delle inadempienze del passato). Quando si avrà a disposizione questo bagaglio di conoscenze e di certezze – ha concluso Santochirico – potremo dare risposta alla domanda di un’accresciuta disponibilità della Basilicata a concorrere al bilancio energetico nazionale. Valuteremo nelle successive sedute consiliari, senza astratti pregiudizi né facili entusiasmi. E senza dare nulla per scontato”.
Vincenzo Santochirico – Consigliere regionale PD