Matera e Massa Carrara unite nell’arte scultorea del tufo e del marmo con un progetto che ha portato nella “Città dei Sassi’’ sei giovani artisti italiani e stranieri, grazie all’impegno dello Studio Arti Visive di Franco Di Pede e al sostegno, alle attività produttive e alla promozione del territorio, della Camera di commercio di Matera e dell’azienda speciale Cesp. La loro presenza a Matera è legata a un incontro che il professor Pietro Marchetti, docente dell’Accademia dei Belle Arti della città toscana, ebbe lo scorso anno a Matera con lo Studio Arti Visive per un progetto di collaborazione finalizzato a far conoscere il tufo come materiale di scultura. Dalle parole ai fatti, al coinvolgimento dell’Ente camerale. Nell’iniziativa è coinvolto il laboratorio di tufo Progetto Arte di Matera, che ha messo a disposizione esperienza, attrezzature e un opificio per la creazione di opere da destinare ad attività espositive. I giovani artisti sono Mirko Pavoni di Caprino Veronese (Verona), Kimiko Takagi (Giappone) Celia Pellegrino (Argentina), Alessio Cerasa di Casalbordino ( Chieti), Eduard Casademont Perez (Spagna) e Oxana Redina (Russia). Resteranno a Matera fino a sabato 5 giugno, quando avranno completato le “ ispirate” opere in tufo che stanno modellando. E’ probabile che possano essere l’attrazione di una mostra tematica o di una iniziativa particolare da definire.
“E’ un progetto interessante -ha detto il presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli- che lega manualità e creatività, arte e promozione del territorio, scambi culturali e possibili opportunità di lavoro. Ritengo che la lavorazione del tufo, possa aprire alla nostra Città ulteriori e interessanti occasioni di valorizzazione di una offerta turistica e culturale modellata anche dalla tradizione del tufo. Senz’altro continueremo a lavorare per sostenere questo di tipo iniziative’’. Tra queste la possibilità di attivare una scuola per giovani artisti del tufo, un filone che Franco Di Pede – sempre a lavoro con produzioni di pregio- ritiene possibile attuare in relazione a progetti e all’interesse che coinvolge anche le università. “La lavorazione del tufo – ha detto in proposito il presidente del Cesp, Giovanni Coretti- e la trasmissione di tecniche tradizionali, dai maestri ai giovani, rappresenta un passaggio importante per valore un settore importante dell’economia e della cultura locale con ricadute positive sul piano occupazionale e artistico’’.