L’API elabora la relazione sull’andamento dell’economia
Il 2008 sarà ricordato come uno degli anni peggiori per l’economia materana
Il 2008 sarà ricordato come uno degli anni peggiori per l’economia materana, con un rallentamento in pressoché tutti i settori produttivi e dei servizi. Comincia così la relazione sull’andamento dell’economia nel 2008, consegnata dal presidente dell’API Olivieri al prefetto Monteleone.
Una relazione incentrata sulla crisi dell’economia, in cui sono pochi i settori che si salvano e da cui emerge un clima di sfiducia anche per il 2009.
La situazione più eclatante è senz’altro quella del comparto del mobile imbottito, che dai grandi numeri di qualche anno fa è passato a meno di 50 imprese con circa 2.000 dipendenti.
Ma anche gli altri settori sono in fase di stagnazione, se non addirittura di recessione. La chimica in Valbasento e il tessile-abbigliamento quasi non esistono più. L’industria manifatturiera in generale risente di una forte crisi di competitività e fa registrare una produzione modesta. Il settore meccanico e impiantistico evidenziano invece timidi segnali di recupero.
L’edilizia che, grazie alle sue storiche capacità anticicliche, ha sempre tenuto in piedi l’economia locale nei periodi difficili, sconta oggi numerose difficoltà, non solo nel comparto dei lavori pubblici ma anche nel mercato dell’edilizia privata, sia industriale che residenziale.
Particolarmente dinamico si mostra nella città di Matera il polo delle aziende del terziario avanzato e, in particolare, dell’ICT che, pur essendo numericamente limitato e composto da piccole imprese, presenta tuttavia interessanti potenzialità di espansione nel mercato.
Il settore dei servizi è piuttosto variegato: se la grande distribuzione ha avuto un calo nelle vendite, le pulizie vedono un aumento dei bandi di gara della pubblica amministrazione e la vigilanza privata vive una stagione di liberalizzazione del mercato grazie ad una pronuncia della Corte di Giustizia Europea che ha abbattuto le barriere territoriali e tariffarie. L’autotrasporto è in palese affanno, soprattutto quello inserito nella filiera del mobile imbottito.
La coltivazione di cave mostra andamenti altalenanti, per lo più connessi agli appalti delle opere pubbliche stradali, che invero hanno avuto un trend positivo nell’Amministrazione Provinciale e, in misura minore, nell’Anas.
Il settore agroalimentare e agroindustriale registra un andamento favorevole anche nell’interscambio con l’estero. Prodotti da forno, olio e semilavorati per gelati sono produzioni che tengono sui mercati interni ed esteri.
Un altro settore che mostra segnali di vivacità è quello dell’energia (soprattutto nel settore fonti rinnovabili e alternative) che, tuttavia, appare ancora frenato dal ritardo della Regione nell’approvazione del Piano energetico regionale.
Nel 2008, inoltre, si è registrata una sostanziale tenuta del settore turistico, pur se tra mille difficoltà e con flussi non ancora destagionalizzati. Questo nonostante la domanda sia ancora marcatamente di carattere nazionale; mentre la domanda proveniente dall’estero è ancora carente.
Il mercato del lavoro è una delle note più dolenti, soprattutto a causa della vera e propria emorragia di posti di lavoro nel comparto del mobile imbottito e dell’aumento del ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria. La domanda riguarda soprattutto figure tecniche specializzate, mentre l’offerta, altamente scolarizzata, propone laureati e diplomati che non incrociano la domanda delle aziende.
Per il terzo anno consecutivo il saldo nati-mortalità aziendale è stato negativo. Molto diffuso è il fenomeno per cui molti giovani, in mancanza di opportunità lavorative, aprono nuove aziende, salvo poi chiudere in breve tempo, sia per una capacità imprenditoriale improvvisata, sia per un calo della domanda, sia soprattutto per la difficoltà ad ottenere credito bancario.
E’ chiaro che gli effetti della crisi finanziaria internazionale hanno inciso sull’economia reale, ma questa era comunque già in affanno anche perché alle prese con la storica carenza, nel territorio, di infrastrutture materiali e immateriali, utilities e altre condizioni strutturali che creano l’habitat idoneo all’intrapresa economica.
Alla crisi della domanda sui mercati esteri e, quindi, al calo dell’export, si è aggiunta una sensibile riduzione della domanda interna e il tutto è stato aggravato da una profonda crisi di liquidità delle imprese, alimentata dai ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazioni, dai vincoli del Patto interno di stabilità degli enti locali e dal fenomeno diffuso della restrizione del credito bancario.
Anche le istituzioni non sempre hanno operato con efficacia, solo se si pensi che le misure di aiuto della programmazione regionale 2007-2013 non sono ancora partite a distanza di quasi 15 mesi dal via libera dell’Unione europea, avvenuto nel mese di dicembre 2007. Il ritardo nell’avvio del sostegno pubblico agli investimenti rischia di causare notevoli danni alle imprese lucane, avvantaggiando i nostri competitori europei.
Le difficoltà di accesso al credito colpiscono in modo particolare il comparto del mobile imbottito, ma il fenomeno è in realtà generalizzato e riguarda tutti i settori. I rigidi parametri di Basilea 2 e la necessità degli istituti di credito di disporre di maggiore liquidità provocano effetti negativi anche su imprese sane e con i bilanci in regola, che non riescono comunque ad accedere al credito bancario.
In conclusione, i due aspetti principali che hanno caratterizzato il 2008 sono stati la crisi del comparto del mobile imbottito e il fenomeno del credit crunch bancario, quindi della crisi di liquidità aziendale.
L’API continua a sostenere che solo il sostegno alla Piccola e Media Impresa può garantire continuità di presenza e, quindi, di occupazione su questo territorio. Finora, invece, una politica miope non ha saputo cogliere l’importanza delle PMI locali e non ha avuto il coraggio di rimettere la piccola e media impresa al centro dei programmi politico-economici.
Tra le prospettive di ripresa si segnalano l’avvio dei regimi di aiuti della nuova programmazione regionale e l’operatività della Zona Franca Urbana, anche se finora la mancanza del decreto attuativo e soprattutto l’esiguità delle risorse stanziate ne rendono problematica l’attuazione e dubbia l’efficacia.
Le previsioni per il 2009 sono sfavorevoli e il clima di fiducia è molto più “depresso” tra i piccoli imprenditori.