E’ polemica a seguito dell’entrata in vigore della legge 13 agosto 2010 n.36, relativa al piano straordinario contro le mafie: la Sezione Edili dell’API, denuncia innumerevoli segnalazioni e richieste di chiarimento da parte delle aziende circa la corretta applicazione della legge.
Un clima di incertezza e disorientamento sta colpendo il settore edilizio a causa della difficile lettura del testo che non chiarisce l’applicabilità della norma ai contratti di appalto stipulati prima della sua entrata in vigore.
L’Associazione si schiera contro l’applicazione retroattiva, segnalando anche l’esigenza di non restringere eccessivamente le procedure di pagamento, ritenendo ammissibili procedure analoghe al bonifico, in grado di garantire comunque un controllo sui flussi finanziari.
Per trovare una soluzione al clima di incertezza, l’ANIEM – l’Associazione nazionale delle imprese edili della CONFAPI – ha richiesto al Ministero dell’Interno di emanare, in tempi brevi, una circolare interpretativa contenente un chiarimento, richiesta ancora più urgente se si prendono in considerazione gli ultimi dati sui ritardi dei pagamenti nel settore.
Secondo l’ANIEM, infatti, le proroghe da parte degli enti pubblici e dei clienti privati nell’ultimo anno hanno avuto un ulteriore incremento di circa 40 giorni. Un danno economico enorme, quantificabile in 450 milioni di maggiori oneri finanziari per il solo settore delle costruzioni.
L’attuale clima di stallo sta danneggiando ancora maggiormente il settore, ostacolando un mercato già penalizzato dalla grave recessione. Per questo motivo urge ripristinare subito le condizioni di certezza in un ambito vasto e rilevante come quello degli appalti pubblici, delle forniture, dei servizi e dei lavori, altrimenti si rischia il far west.
La Sezione Edili dell’API sta ricevendo numerosissime richieste su ulteriori dubbi, quali la necessità di destinare un conto corrente dedicato ad ogni contratto di appalto e l’ammissibilità di forme di pagamento degli stipendi dei dipendenti alternative al bonifico bancario o postale.
Sul vuoto normativo sono sorte due interpretazioni: secondo l’Autorità sui contratti pubblici l’onere della tracciabilità scatta subito anche per i contratti in essere; secondo il Ministero degli interni, invece, l’obbligo non riguarda i rapporti già in corso. Su quest’ultimo orientamento, tuttavia, si attende ancora una circolare ufficiale.
Set 13