Giunta oggi all’undicesima edizione, la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Un appuntamento annuale dell’intero sistema confederale contro ogni forma di illegalità per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.
Più specificamente, tali fenomeni determinano:
· un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi, etc. Queste, infatti, si vedono usurpare una notevole fetta di mercato a causa del regime di concorrenza sleale generato dai prezzi ridotti dei prodotti contraffatti e/o piratati o dei servizi offerti dai circuiti abusivi di vendita o di esercizio delle professioni;
· un danno al mercato consistente nell’alterazione delle regole del gioco, a svantaggio degli imprenditori onesti penalizzati del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti basati sui minori costi di produzione (per la contraffazione) e di gestione (per le varie forme di abusivismo) dovuti al mancato rispetto di leggi, regole ed adempimenti;
· un danno e/o un pericolo per il consumatore finale poiché, ad esempio, le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare;
· un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione, sia direttamente, dato che i circuiti illegali si avvalgono spesso di sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, migranti irregolari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative, sia indirettamente per la perdita di posti di lavoro nelle imprese messe in crisi se non addirittura espulse dal mercato da abusivismo e contraffazione;
· un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi;
· un danno alla legalità per le infiltrazioni nel mercato della criminalità organizzata: attraverso la gestione di business, quali la contraffazione, meno rischiosi penalmente di altre attività illegali (droga) ma, in proporzione, altrettanto redditizi; attraverso il re-investimento o il riciclaggio dei profitti ricavati da attività illecite in attività imprenditoriali, con un meccanismo che altera il mercato espellendo le imprese oneste.
Angelo Lovallo presidente Confcommercio Potenza: “La nostra indagine – spiega il presidente Confcommercio Potenza Angelo Lovallo – dà un quadro della macro-regione Sud che pertanto richiede un’ulteriore analisi per la specificità della situazione regionale che risente però della criminalità delle regioni limitrofe su tutte di quelle campane e pugliesi”. Lovallo sottolinea che “l’impegno di Confcommercio per la sicurezza e la legalità, già espresso con le iniziative assunte d’intesa con il Prefetto di Potenza Campanaro, si traduce in due obiettivi continui e strategici: prevenire e contrastare i fattori legati alla criminalità che incidono sulla competitività delle imprese e rafforzare, diffondere e approfondire la cultura della legalità. Al fine di valorizzare il ruolo dei vari strumenti a disposizione dell’impresa, quali, a titolo di esempio, il Rating di legalità, il Rating creditizio e il Rating d’impresa, come indici di misurazione della performance dell’affidabilità aziendale, Confcommercio ha realizzato il progetto “Reputazione: cultura e pratica della Trasparenza e dell’Integrità”; “Misurare la performance di impresa attraverso i rating” per accompagnare il sistema e le imprese rappresentate, nel potenziamento delle strategie di prevenzione e contrasto dei rischi aziendali attraverso un approccio integrato, strutturato e adeguato alle esigenze delle PMI”.
Tra i dati più significativi dell’indagine
Livelli di sicurezza. Il 22,8% delle imprese del terziario di mercato del Sud e delle Isole ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2023. Il valore è superiore al dato Italia pari al 18,9%. L’usura, l’estorsione ed il racket ed i furti sono i fenomeni criminali percepiti in maggior aumento. Le percentuali su usura ed estorsione, rispettivamente del 24,9% e del 20,6%, sono superiori ai valori nazionali pari al 24,4% al 19,6%.
• Esposizione alla criminalità. Il 32,3% degli imprenditori teme il rischio di esposizione a fenomeni criminali quali furti, rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. Il dato è inferiore a quello nazionale pari al 33,9%. I furti sono il crimine che preoccupa maggiormente sul piano della sicurezza della propria impresa/della propria persona/dei collaboratori (25,7%). Il dato è inferiore al valore Italia pari a 30,4%.
• Episodi di usura e racket. Il 26,3% degli intervistati ha avuto notizia di imprenditori che sono stati esposti a tentativi di usura o estorsione. Il dato è superiore a quello nazionale. Il 25,6% degli imprenditori teme fortemente di essere esposto a rischio racket e usura, dato più elevato del valore Italia pari al 22,2%. Di fronte a questi fenomeni, il 60,3% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, percentuale inferiore a quella nazionali. Le Forze dell’ordine (42,8%) sono il soggetto sentito più vicino agli imprenditori minacciati. Il valore è poco più alto del dato Italia.
• Abusivismo e contraffazione. Il 59,8% delle imprese del terziario si ritiene di essere penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione. Il dato è inferiore a quello nazionale pari al 62,8%.
• Misure di protezione. L’82% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. Valore superiore al dato nazionale.
• Diffusione dell’acquisto illegale e canale online. Il 24,9% dei consumatori del Sud e delle Isole ha acquistato prodotti contraffatti o servizi illegali nel 2023, quota è leggermente più alta di quella rilevata a livello nazionale pari al 24,2%. Di questi, il 64,7% ha utilizzato canali di vendita online (dato in linea con quello nazionale) e, in particolare, il 49,8% ha effettuato acquisti esclusivamente online.
• I prodotti contraffatti più acquistati. I capi di abbigliamento (64,3%), pelletteria (33,3%) e calzature (34,9%) sono i prodotti illegali più acquistati. La maggior parte dell’intrattenimento (87,7% della musica, film, abbonamenti tv, etc) passa dagli acquisti online.