Dopo l’approvazione del Sistema qualità Nazionale “Bovino podolico al pascolo” autorizzato dal ministero dell’Agricoltura, potrebbe arrivare già nei prossimi mesi l’approvazione del marchio collettivo e del disciplinare di produzione del caciocavallo podolico con l’obiettivo di giungere al riconoscimento della Dop. L’annuncio a Nemoli nel corso della seconda edizione “ViviLucania”, l’evento ideato per far conoscere la zootecnia e in special modo la razza Podolica che rappresenta un po’ l’emblema del territorio lucano. Location dell’evento, organizzato dall’Associazione regionale allevatori di Basilicata, dall’Associazione nazionale allevatori bovini Italiani Carne e dalla Regione Basilicata, l’incantevole lago Sirino. Ieri l’avvio della manifestazione con un convegno dal titolo “La valorizzazione dell’allevamento Podolico tra sostenibilità economica e sostenibilità sociale e ambientale” alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, di esperti del settore e delle organizzazioni di categoria. Sono quarantina le aziende che partecipano all’evento per un totale di 90 animali in mostra provenienti dalla Basilicata ma anche dalla Campania, dalla Puglia dalla Calabria e dall’Abruzzo. Tanti i visitatori giunti già nella prima giornata, anche da fuori regione. Prese d’assalto le aree food dove è possibile degustare piatti a base di podolica e dei prodotti agroalimentari della Basilicata. Non mancano mercatini di artigianato, giochi d’acqua, laboratori didattici ed esibizioni musicali. “E’ importante il lavoro che stiamo portando avanti per valorizzare l’allevamento podolico, caratteristico della nostra regione – spiegano il presidente dell’Ara Basilicata, Palmino Ferramosca, e il direttore, Franco Carbone – una tipologia di allevamento che esalta le specificità del nostro territorio, ricco di pascoli e di boschi che solo la razza podolica è in grado di valorizzare”. Fondamentale, nell’organizzazione dell’evento, il ruolo dell’Associazione nazionale allevatori bovini Italiani Carne. “La Podolica è una razza autoctona italiana che riveste un’importanza fondamentale, direi quasi strategica per i territori in cui viene allevata – puntualizza Stefano Pignani – infatti la sua versatilità e rusticità rappresentano una garanzia per la tutela della biodiversità e della sostenibilità ambientale. Grazie all’intensa attività di miglioramento genetico portato avanti da Anabic che in questi anni ha favorito e favorisce tuttora gli investimenti degli allevatori in riproduttori iscritti al Libro genealogico, oggi questa razza registra un sensibile aumento di capi. Alla data del 31 dicembre 2023 l’incremento, rispetto a un anno prima, è stato di 531 soggetti che ha portato a un totale complessivo di oltre 37mila animali distribuiti in 1.043 allevamenti dislocati nelle regioni già indicate: mediamente, gli animali allevati in ogni azienda oscillano intorno alle 30-40 unità. La transumanza per i bovini di razza Podolica è una pratica molto diffusa – sottolinea il direttore Pignani – e si traduce in un allevamento quasi completamente brado o semibrado che valorizza e tutela ambienti difficili dove la presenza degli allevamenti è una garanzia di sostenibilità ambientale. Come Anabic riteniamo che il percorso virtuoso portato avanti dagli allevatori in questi territori meriti un riconoscimento che dovrebbe provenire soprattutto dalle istituzioni regionali attraverso l’introduzione di specifiche premialità”.
Lug 13