TerreJoniche ricorda che il 3 marzo ricorre l’anniversario della disastrosa alluvione del marzo 2011. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione che annuncia la manifestazione con un corteo di trattori per 53 chilometri tra Puglia e Basilicata
Venerdi 3 marzo siamo in strada con decine di trattori e mezzi percorrendo in
corteo 53 km e attraversando 4 centri urbani e le campagne devastate delle TerreJoniche di Basilicata e Puglia.
Fra il 28 febbraio e il primo marzo 2011 una disastrosa alluvione ha inondato le case, le terre, le aziende di chi vive fra le foci dei fiumi di Puglia e Basilicata lasciando dietro di se una devastazione con le ferite ancora aperte.
Dal 2011 in sei anni nell’area delle TerreJoniche lucane e Pugliesi si sono succedute tre alluvioni, la frana a Montescaglioso, la tromba d’aria a Castellaneta, oltre un miliado di euro di danni, 7 morti, ora il disastro del gelo e della neve di gennaio scorso.
“Per favore non chiamatele emergenze ed eventi eccezzionali” commenta Gianni Fabbris a nome delle associzaioni, movimenti e realtà sociali e istituzionali che si stanno preparando alla manifestazione del 3 marzo “qui di eccezionale c’è solo l’eroica resistenza degli agricoltori e
delle comunità a continuare a lavorare la terra e vivere in un territorio che paga tre prezzi: il cambio del clima che ci consegna eventi estremi sempre più normali, un territorio devastato
ambientalmente e in crisi economica e sociale, l’incapacità delle classi
dirigenti e della politica di dare risposte e di farsi carico delle soluzioni nonstante le numerose sollecitazioni e proposte avanzate”.
Proposte di cui si fanno carico ancora una volta le realtà sociali che sono nate proprio a partire dalla mobilitazione per l’alluvione del 2011 (come il Comitato TerreJoniche e il Movimento Riscatto) e che si sono legate e intrecciate con movimenti e associazioni che fanno della
partecipazione dei cittadini la chiave per cercare di ottenere risposte.
All’icirca un mese fa la Rete dei Municipi Ruraali aveva chiamato ad una affollata aassemblea al Cinemaa di Ginosa Marina in cui erano stato raccolto il grido d’allarme del territorio profondamente ferito dalla gelata di gennaio ed avanzate proposte che sono state portate da una delegazione di sindaci e movimenti al Parlamento e sottoposte al Governo
e alle Regioni.
Quelle proposte sono oggi alla base della mobilitazione del 3 marzo che muoverà dalle Tavole Palatine di Mertaponto (luogo storico dell’iniziativa delle comunità degli alluvionati pugliesi e lucani dacui è nato il Comitato per la Difesa delle TerreJoniche, per attraversare i centri urbani e le campagne colpite percorrendo 53 km e arrivando a Castellaneta di fronte al Comune.
Al termine saranno consegnate idealmente e formalmente le proposte a Regioni e Governo e sarà indicato un nuovo appuntamento entro cui le comunità ferite si attendono risposte valutando, nel caso non le abbiano, ulteriori e più forti iniziative di lotta.
Nella giornata di giovedì 2 marzo i documenti verranno consegnati al Prefetto di Taranto ed a quello di Matera perchè vengano inviati al Governo.
Questo il programma della giornta del 3 marzo che si annuncia partecipata da aleno 50 trattori, diversi veicoli, mezzi di lavoro e persone:
– ore 7/8 Piazzale delle Tavole Palatine concentramento
– ore 8/9 assemblea e incontro con l’assessore all’agricoltura della Basilicata Luca Braia
– ore 9 partenza del corteo di trattori verso Ginosa Marina
– ore 9,30 tappa alla Stazione di Ginosa Marina, incontro fra cittadinie agricoltori, ripartenza verso Ginosa
– ore 10,30 arrivo a Ginosa e commemorazione delle vittime delle alluvioni, ripartenza verso Laterza
– ore 11,30 arrivo a Laterza e cerimonia del cibo “Te lo diamo noi il made in Italy, se ci fate lavorare”, ripartenza verso Castellaneta
– ore 12,30 arrivo a Castellaneta di fronte al Comune e manifestazione finale, consegna ai parlamentari ed alla Regione Puglia dei documenti e delle richieste.
SOSTEGNO DELL’UCI ALLA MOBILITAZIONE DEL MONDO AGRICOLO
La manifestazione promossa nella fascia jonica, con un corteo tra Metaponto e Castellaneta, dalla rete dei Municipi Rurali e dalle libere organizzazioni non aderenti al cartello Pensiamo Basilicata, trova piena condivisione da parte dell’Unione Coltivatori Italiani, poiché raccoglie il malessere e le giuste lamentele degli agricoltori lucani, che da anni attendono risposte concrete alle tante emergenze che si sono abbattute sul settore.
Già in occasione delle nevicate di inizio anno l’Uci aveva espressamente richiesto alla Regione Basilicata di non limitare la propria azione soltanto alla rituale richiesta di riconoscimento dello stato di calamità, ma di impegnarsi per un “provvedimento speciale di risarcimento” e un “programma straordinario di interventi” per la ripresa del comparto, individuando con puntualità le azioni, le procedure e le risorse finanziarie, necessarie per la salvaguardia e il rilancio dell’agricoltura lucana, così gravemente compromessa dalle difficoltà di mercato e dalle varie calamità.
Ad oggi, nonostante gli annunci e le rassicurazioni, nessuna risposta concreta è giunta, per cui la manifestazione organizzata nei comuni dell’area jonica della Puglia e della Basilicata è da considerare come un importante appuntamento della “vertenza agricola”, che sui punti della piattaforma a base dell’iniziativa, nonché sulla corretta gestione dei Piani di intervento per lo sviluppo rurale, è da considerarsi già aperta da parte di quanti hanno veramente a cuore le sorti e il futuro di un settore di fondamentale importanza per l’economia e la società lucana.
In una nota trasmessa da Nicola Manfredelli al coordinatore della mobilitazione, Gianni Fabbris, oltre a confermare l’adesione alla manifestazione, viene sottolineata l’importanza del comune impegno delle forze non consociative e non subalterne al potere politico, per superare la marginalità del settore primario nelle scelte strategiche regionali.
Una profonda revisione, fa presente l’Uci, si rende necessaria, negli orientamenti di intervento della Regione, che risultano troppo squilibrati verso aspetti e segmenti diversi da quelli della produzione, cosa che determina il paradosso dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari che aumentano in continuazione e quelli alla produzione che diminuiscono sempre di più, insieme ai redditi degli agricoltori. La richiesta di dignità e rispetto alla base della mobilitazione è anche un atto di giustizia verso l’agricoltura lucana, che non può essere ridotta a settore colonizzato e sfruttato.