Nei primi tre mesi del 2013 in Basilicata hanno abbassato la saracinesca 415 attività commerciali, di cui 285 sono negozi al dettaglio. Su scala provinciale sono 293 i negozi chiusi nel Potentino (198 al dettaglio) e 122 nel Materano (87 al dettaglio). In tutto lo scorso anno, la media di chiusura ha toccato 2,6 negozi al giorno, per un totale di 975 ditte commerciali di cui 679 al dettaglio. Lo riferisce il presidente di Potenza della Confesercenti Prospero Cassino che ha illustrato i temi al centro dell’Assemblea Elettiva Confesercenti in programma a Potenza domenica 28 aprile prossimo.
E con il prolungarsi della recessione si registrano sempre meno le nuove aperture: 174 al primo trimestre 2013 di cui 113 in provincia di Potenza e 61 in quella di Matera. Non possiamo che essere seriamente preoccupati – aggiunge – per il semplice fatto che su 12.768 imprese commerciali attive in regione ben 8.447 sono negozi di vendita al dettaglio, vale a dire imprese individuali o familiari. Il fenomeno di mortalità aziendale si caratterizza anche per la breve vita di alcune imprese con un veloce turn over specie per l’abbigliamento e le calzature. Sotto “pressione” quelle alimentari (a potenza e provincia 1,2 ogni mille abitanti) per effetto della crescita (anche numerica) di supermercati, discount, ecc., con la “botta” finale dell’apertura domenicale, mentre i nostri progetti di negozi di vicinato a salvaguardia dei centri storici – afferma Cassino – si allontano nel tempo. Secondo i dati elaborati dal CAT-Confesercenti, circa il 45% degli esercizi commerciali della Basilicata operano nei centri storici: 3.450 esercizi commerciali con una superficie di vendita pari a 210.000 mq (41% del totale). In alcuni comuni (30 su 131), gli esercizi commerciali sono presenti solo nei centri storici. Si tratta – è stato detto – delle vittime designate dei processi di modernizzazione ed evoluzione della rete di vendita regionale.
“Il dato Istat sulle vendite di febbraio – sottolinea il presidente Confesercenti – è molto negativo, anche perché bisogna risalire ad un anno fa per trovare una variazione negativa peggiore. La crisi ha portato sfiducia e prudenza. Ma la sfiducia – ricorda Confesercenti – non è solo uno stato d’animo, bensì il risultato di anni di difficoltà, di troppo tempo impegnato ad affermare ruolo e poteri dei nostri vari livelli istituzionali, trascurando i destini dell’Italia, delle imprese, dei lavoratori dipendenti.
Ora serve un colpo d’ala, una capacità di riscatto della politica e delle Istituzioni, a livello nazionale come regionale, un ruolo forte delle parti sociali, perché solo così potremo rilanciare la nostra economia. Del resto basta guardare al calo pronunciato dell’alimentare per segnalare la difficilissima situazione di crisi delle famiglie. Va detto con chiarezza che senza un Governo autorevole e senza interventi urgenti ed adeguati il Paese rischia davvero molto. L’immobilismo ogni giorno di venta più pericoloso. Occorre un rapido e coraggioso ripensamento della politica economica che restituisca alle imprese, alle Pmi in particolare, lo forza per investire, innovare, creare nuovo lavoro. Le parole del presidente incaricato Letto di maggiore attenzione per le Pmi sono un buon viatico, come ci aspettiamo indicazioni dalla nuova giunta regionale fino a quando sarà al lavoro, senza interruzione di attività amministrativa. E si deve ripartire da due nodi fondamentali: realizzare risparmi consistenti nella spesa pubblica e ridurre significativamente il peso del fisco su famiglie ed imprese. C’è bisogno di ripensare profondamente l’Imu, di fare marcia indietro sull’aumento dell’Iva al 22%, così come dobbiamo dire basta al ricorso sistematico e soffocante delle addizionali regionali e locali.
In sintesi si tratta di invertire la rotta fiscale su tutta la linea”.
La Confesercenti anche in Basilicata è da tempo impegnata con esperienze concrete come quelle dell’Associazione di via Pretoria a Potenza, i “negozi del sorriso” a Moliterno, le iniziative a Melfi e a Rionero oltre che a Matera. L’organizzazione di categoria dei commercianti ha istituito in proposto una specifica associazione, l’Ancestor (Associazione Nazionale Centri Storici) che ha come obiettivi la rappresentanza specifica e la promozione delle p.m.i. commerciali, turistiche, dei servizi e in generale delle attività economiche che operano nei centri storici e urbani, nonché la valorizzazione e la tutela complessiva del contesto urbano, anche in funzione della salvaguardia del patrimonio economico, storico, culturale delle città italiane. Un punto di riferimento e coordinamento dei molteplici soggetti associati che operano nei centri urbani (Consorzi, Centri integrati e Associazioni di Via, di Centro storico e altre forme promozionali); momento di impulso per la gestione coordinata dei centri urbani e per lo sviluppo di nuove forme di aggregazione; laboratorio per lo scambio di esperienze sui progetti di valorizzazione commerciale delle città.
Apr 25
La CGIL voleva chiudere i negozi nelle sue feste preferite, 25 aprile e 1 maggio.
Ci ha pensato la crisi ha chiuderli prima, per sempre.
Ma loro, politici e sindacalisti, evidentemente preferiscono continuare a essere partigiani e comparse.
Niente di nuovo.
Bisogna però dire che, a seguito della liberalizzazione operata anni orsono da Bersani, in questi anni hanno aperto diversi negozi dall’improbabile futuro, che hanno avuto l’unico effetto positivo di far lavorare le ditte di ristrutturazione e allestimento
Non dimenticherò mai che in una stradina a ridosso del Centro aprì qualche anno fa un negozio che vendeva esclusivamente candele di cera da arredamento: quanto poteva durare? Infatti durò poco.
Chiudono anche i ristoranti e le pizzerie, ma a questo punto è anche ovvio: a Matera ce ne sono centinaia, e il flusso turistico, pur essendo consistente, non è enorme.