Fp Cgil: Il caso dell’ospedale di Lagonegro frutto della scarsa attrattività del sistema sanitario regionale. Bisogna intervenire investendo sul personale ed evitare che si apra il varco al dilagante sistema dei medici cottimisti a gettone e alle cooperative. Di seguito la nota integrale.
Quanto si sta verificando al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Lagonegro è la materializzazione di quello che denunciamo da tempo sulla poca attrattività del sistema sanitario regionale per i professionisti medici. Al netto delle generali difficoltà di reclutamento di specialisti medici dell’emergenza urgenza, anche laddove sono presenti, non siamo in grado di trattenerli e li facciamo fuggire. D’altronde, rispetto alla media italiana di 2,11 medici ogni 1000 abitanti, la Basilicata si colloca su 1,91 medici ogni 1000 abitanti e le basse retribuzioni rispetto alla media nazionale spingono ad andare verso il privato o altre regioni dove le retribuzioni sono decisamente più elevate. Siamo al terzultimo posto tra le regioni relativamente alla retribuzione media del comparto e all’ottavo posto per la retribuzione della dirigenza sanitaria. E con l’autonomia differenziata, tanto cara anche al nostro governo regionale, non si farà altro che alimentare i divari che già oggi hanno portato la sanità pubblica a smembrarsi in 21 sistemi regionali, aumentando il gap nord-sud. E la nostra regione già oggi non è attrattiva.
Allo stato attuale non sono previste ulteriori risorse per i piani di assunzioni nel SSN, per affrontare quella che è la principale emergenza che riguarda la sanità: la drammatica carenza di professionisti. Dei 3 miliardi in più stanziati dal governo Meloni per il comparto, solo 2,3 serviranno per il rinnovo contrattuale mentre gli altri 700 milioni serviranno per il recupero delle liste di attesa nei piani operativi regionali e per incrementare le tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive di medici e personale sanitario del comparto scegliendo la strada di aumentare l’orario di lavoro, seppur per via indiretta, di personale sanitario già sottoposto a turni di lavoro massacranti. A che serve aumentare l’orario di lavoro se già oggi si fa fatica a rispettare le regole contrattuali sui riposi e le ferie .
In questo contesto anche il rinnovo 2022-2024 risulta insufficiente a risolvere la grave carenza di personale sanitario, in particolare di infermieri e varie specialità mediche a causa delle esigue risorse destinate alle nuove assunzioni, soprattutto se al contempo non si programma la graduale abolizione del tetto di spesa sul personale sanitario.
Servono investimenti, nazionali e regionali, ora e subito, e un piano straordinario di assunzioni per tutte le professioni sanitarie, potenziando la forza lavoro del servizio Sanitario indispensabile per le emergenze e per attuare il PNRR, altrimenti Lagonegro sarà solo l’inizio di un abbandono progressivo dei presidi sanitari lucani, con ricadute pesantissime sui cittadini utenti che andranno a curarsi altrove ingrossando la mobilita sanitaria passiva di questa regione, che già si attesta su 69 milioni di euro.
La Regione Basilicata faccia la sua parte, assumendo iniziative verso il governo nazionale per stanziare le necessarie risorse per il servizio sanitario nazionale e per il superamento degli attuali vincoli di spesa per il personale e metta in piedi una programmazione finanziaria pluriennale, ad oggi inesistente, di risorse aggiuntive e stabili per il finanziamento dei fondi contrattuali.
Quanto a Lagonegro, si proceda subito con la pubblicazione dei bandi necessari affinché il servizio venga assicurato con garanzia di continuità. Non vorremmo trovarci di fronte all’anticamera di un fenomeno, sino ad ora marginale nella nostra regione, aprendo il varco al dilagante sistema dei medici cottimisti a gettone e alle cooperative in una prospettiva di ridimensionamento del servizio sanitario pubblico e universale.