E’ in occasione della Giornata internazionale della donna che l’Associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, Donne in Campo, lancia la proposta di un piano di ripristino degli ecosistemi naturali e in particolare delle foreste con protagonista il settore vivaistico. Alcuni dati. In Basilicata il 10,8% della Superficie Agricola Utile è abbandonata; secondo il rapporto Ispra il consumo di suolo nella nostra regione ammonta a 33.818 ettari: 23.933 ettari in provincia di Potenza (il 3,6%) e 9.884 ettari in provincia di Matera. Altri dati riferiti alla Basilicata: poco meno di 80.500 ettari di cereali sono “scomparsi” in Basilicata in un decennio, con l’effetto del quasi dimezzamento delle aziende cerealicole (da 40 mila a 22 mila); stessa sorte per 665 ettari di colture ortive, 523 ettari di patata, 517 di barbabietole da zucchero, mentre i cosiddetti “terreni a riposo” sono aumentati di 12.700 ettari. Ancora, la Basilicata ha perso 3.500 ettari di vigneti, 5.600 ettari di coltivazioni legnose, 1.900 ettari di agrumi, 967 di olivo. Persino gli orti familiari, da sempre simbolo di un’economia agricola di sostentamento, registrano un arretramento di 484 ettari, pari al 32,2% in meno.
“E’ necessario -afferma, la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- agire in un’ottica di “restauro” dei terreni agricoli e forestali degradati per un’area che in Italia può coprire circa 8 milioni di ettari. Ciò, sia per fare interventi su piccola (a mosaico) e grande scala che per azioni prevalentemente necessarie a ridurre i rischi di disastri naturali. E ancora, per tutelare biodiversità e paesaggio. Come Cia-Agricoltori Italiani sta già sollecitando attraverso il progetto “Il Paese che Vogliamo” per cambiare l’Italia partendo dal territorio e dalle sue aree interne”.
Le aree forestali, infatti, ricorda Donne in Campo-Cia, forniscono acqua pulita, regolano il ciclo dell’acqua e riducono l’erosione del suolo, forniscono biomassa per energia in sostituzione di gas, petrolio, carbone e altri prodotti legnosi e non, come frutti di bosco, funghi, resine e medicine. Inoltre, le foreste e gli alberi mitigano il cambiamento climatico, sequestrando il carbonio e favoriscono l’adattamento a eventi estremi e all’aumento della temperatura.
“Le donne, infine -precisa la presidente Pina Terenzi- rappresentano la maggioranza dei piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo e svolgono tuttora, un ruolo importante e nel contrastare la fame e la povertà. Operano con positività e creatività, oltre ad essere grandi innovatrici. Riconoscere i loro diritti -conclude Terenzi- significa sconfiggere molti dei problemi che affliggono il pianeta”.
Sui temi specifici che riguardano le condizioni di vita e lavoro in agricoltura, di fronte ad uno stato attuale di continua perdita di risorse umane nel mondo agricolo, di un invecchiamento evidente e preoccupante e con un ricambio generazionale insufficiente, la scelta di un numero importante di donne di gestire e costruire imprese agricole -afferma Lucrezia Digilio Donne in Campo Basilicata- va considerato nelle sue potenzialità innovative. Sottovalutarlo e non sostenerlo con adeguati provvedimenti legislativi e culturali comporterebbe notevoli costi sociali ed economici .Donne in campo, quindi, rileggono e reinterpretano il ruolo dell’agricoltura italiana rivendicando sicurezza alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente, creatività ed innovazione, difesa delle tradizioni e delle culture locali. Le donne riaffermano così la centralità imprenditoriale che è il perno sul quale ruota lo sviluppo agricolo, il fattore umano come valore economico da incrementare perché la competitività non è garantita dalla struttura aziendale, ma dalla capacità di organizzarla e gestirla.