Se l’Italia si conferma primo Paese per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg conferiti dall’Unione europea (248 i prodotti di qualità riconosciuti al 31 dicembre 2012, di questi, 243 risultano attivi), come riferisce oggi il Report Istat, in Basilicata i prodotti sono 9 (5 dop e 4 Igp), escludendo il vino.
Per la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori lucana, ”si tratta di un primato che conferma ancora una volta l’eccellenza dell’agroalimentare ‘made in Italy’ rispetto ai nostri competitor piu’ agguerriti”, che pero’ avverte: ”si puo’ fare molto di piu’ per sviluppare il segmento: da un lato serve piu’ promozione a sostegno dei nostri prodotti a denominazione meno conosciuti; dall’altro occorre intensificare la lotta alla contraffazione alimentare, che ogni anno ”scippa” alle nostre imprese di qualita’ oltre 1 miliardo”.
Il segmento dei prodotti italiani certificati si dimostra fondamentale per la nostra economia – spiega la Cia – con un fatturato al consumo pari a 12 miliardi di euro nel 2012, di cui il 35 per cento legato alle esportazioni. Un giro d’affari notevole, ma in grado di crescere molto di piu’: basterebbe da una parte potenziare gli strumenti di promozione e di marketing a sostegno delle nostre Dop e Igp ancora sconosciute e dall’altra intensificare la lotta alla contraffazione.
Nel dettaglio la situazione lucana: formaggi – 2 dop e 1 igp; ortofrutticoli e cereali – 2 dop e 2 igp; olio extravergine di oliva, 1 dop; altri prodotti, 1 igp. I produttori lucani interessati sono 96 (erano 65 nel 2011) per una superficie di 157,14 ettari; 37 gli allevamenti (di cui 15 suinicoli per 30mila capi) ; 40 i trasformatori, 45 gli impianti di trasformazione per complessivi 129 operatori.
Per il direttore regionale della Cia, Luciano Sileo “bisogna usare ”tolleranza zero” verso chi imita i nostri prodotti d’eccellenza, facendo concorrenza sleale alle nostre imprese e compromettendo il prestigio del nostro sistema agroalimentare dentro e fuori i confini nazionali: solo in Italia la contraffazione alimentare fattura piu’ di un miliardo di euro, con 10 milioni di chili di cibi ”tarocchi” sequestrati soltanto nel 2012. Per non parlare dei danni ancora maggiori provocati dall’Italian sounding nel mondo, con un business illegale di ben 60 miliardi di euro ogni anni. La Cia – ricorda ancora Sileo – ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per regolare i rapporti tra agricoltura e Gdo (Grande distribuzione organizzata). L’obiettivo è di promuovere e commercializzare i prodotti locali che siano tracciabili e identificabili nel territorio rurale di produzione, aprendo nuovi spazi di mercato a produzioni alimentari e tipiche lucane anche di nicchia. E’ dunque un ulteriore sostegno che intendiamo dare all’impegno della Regione in direzione del riconoscimento del marchio di tutela, rafforzando la rete di prodotti Dop, doc, docg e igp “made in Basilicata”, e dei programmi di filiera agro-alimentare che saranno sostenuti anche attraverso i PIF (Progetti Integrati di Filiera) per far arrivare i nostri prodotti attraverso le catene della Gdo in supermercati del Nord-Centro Italia”.