La Uila-Uil (Lavoratori AgroAlimentari) ha raccolto a Marconia di Pisticci le firme a sostegno alla genitorialità, all’occupazione femminile e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per madri e padri.
La proposta – precisa la Uila – nasce dalla consapevolezza del fatto che le mamme e i papà che lavorano hanno sempre più bisogno di aiuto nella gestione della vita familiare mentre il welfare pubblico non riesce a sopperire a queste esigenze. Il risultato è che molte donne rinunciano al lavoro e si assiste a un calo drammatico delle nascite.
La nostra proposta, quindi, mira a rafforzare le misure a sostegno dell’occupazione femminile, sostenere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sanare lo squilibrio e la disuguaglianza tra i sessi nell’accesso al mercato del lavoro e nelle retribuzioni.
In particolare, l’articolo1 innalza dall’80% al 100% della retribuzione l’indennità riconosciuta dall’INPS alle lavoratrici per tutto il periodo di congedo di maternità obbligatorio. La copertura economica integrale dei cinque mesi di maternità obbligatoria è da anni riconosciuta da molti contratti collettivi di lavoro ma, com’è noto, ci sono moltissime lavoratrici che non godono di questa opportunità e un Paese all’avanguardia non può fare la spendingreview sul ricambio generazionale e su coloro che saranno gli uomini e le donne di domani.
L’articolo 2 aumenta da quattro (nel 2018) a trenta i giorni di congedo obbligatorio del padre, da usufruire nei primi mesi di vita del bambino in aggiunta al congedo obbligatorio della mamma, indennizzati dall’INPS al 100% della retribuzione. Questa norma va nella direzione auspicata di incentivare i padri a farsi maggiore carico del lavoro di cura, cambiando approccio culturale nelle politiche pubbliche volte a sostenere la genitorialità che hanno visto finora la mamma come principale figura di riferimento per la crescita dei figli e di promuovere maggiormente la condivisione delle responsabilità genitoriali. L’articolo 3 introduce la possibilità, per entrambi i genitori, di utilizzare il congedo parentale facoltativo (sei mesi complessivi retribuiti entro i 6 anni di età del bambino), incrementando l’indennità corrisposta dall’INPS per tale periodo dal 30% al 50% della retribuzione. Infine, per valorizzare maggiormente il contributo delle donne alla vita economica e sociale del Paese, all’articolo 4 è prevista, al termine del congedo obbligatorio di maternità, la possibilità di lavorare part-time dalla fine della maternità obbligatoria fino al compimento del primo anno di età del bambino (quindi anche oltre i sei mesi facoltativi attualmente previsti) e senza la corrispondente riduzione della retribuzione.
Apr 06