A Matera le mamme scelgono prodotti bio. Dopo il buon avvio delle sperimentazioni su Taranto e parte della provincia, ora anche nella città dei Sassi è partito un progetto di consegna a domicilio di prodotti biologici a Km 0. Promotrice dell’iniziativa, anche nella provincia lucana, è l’organizzazione di produttori Op Jonica che, ubicata in agro di Montescaglioso, quasi alla confluenza tra Puglia e Basilicata, con il proprio marchio, “Jonicabio”, è da tempo una realtà attiva nella commercializzazione, a livello europeo, del biologico di qualità.
Il valore aggiunto di questa nuova filosofia di mercato, ha i suoi punti di forza nella genuinità, nella tracciabilità del prodotto e soprattutto nella fiIliera corta.
“Il consumo di prodotto biologico cresce anche in Italia in maniera significativa e la gente è sempre più consapevole di quelle che sono le aspettative per un cibo sano che coniughi qualità e prezzo in una visione in cui il benessere dell’uomo è fondamentale” commenta Giovanni Ranaldo, presidente dell’Op Jonica, precisando che “..in questo momento la nostra Azienda è impegnata a far emergere una domanda che, osservando i primi risultati dell’iniziativa, appare di notevole interesse”.
A Matera sono state proprio un gruppo di Mamme, riunitosi nel movimento “Mom”, Mamme mamme materane all’opera, che riunisce più di duemila famiglie, a dare il via alla sperimentazione. E i risultati non tardano ad arrivare. Le richieste si moltiplicano confermando un trend positivo.
In un periodo di contrazione dei consumi sono addirittura aumentati in Puglia nel 2015 di un ulteriore 8% i consumi familiari di alimenti biologici. Secondo i dati del Sinab, la Puglia è tra le prime 3 regioni produttrici con 4.803 produttori e la prima per numero di trasformatori con 1.796 operatori.
Un settore che genera un fatturato stimato di circa 500 milioni di euro, con un valore riconosciuto agli agricoltori in termini di prezzo rispetto alle corrispondenti produzioni convenzionali di oltre il 20%, pari a circa 100 milioni di euro (dati CIBi). Il biologico – numeri alla mano – non rappresenta più una nicchia, piuttosto una risposta concreta alla crescente domanda del mercato di cibo anche legato a particolari stili alimentari, quali crudista, vegano e gluten free.
“In Puglia si sta assistendo ad un processo di stabilizzazione e normalizzazione – commenta il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – rispetto alla diffusione del metodo biologico registrato negli ultimi anni, mentre contestualmente continua l’aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati, il tutto pari ad un aumento dell’81%”. Le pratiche bio interessano tutti i comparti agricoli: olivo (32%), cereali (22%), vite (6%), frutta (2%). Anche rispetto al segmento dell’acquacoltura biologica, su un totale nazionale di 17 impianti, 2 sono pugliesi.
“Altro punto centrale del nostro progetto sul biologico – continua Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti – è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, divenuto un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni). Il settore biologico può diventare uno strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento di prodotti di alta qualità al prezzo giusto e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini”.
La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. Fondamentale è, in questo contesto, soddisfare la domanda crescente di garanzie di qualità e fornire esaurienti informazioni sui metodi di produzione; garanzie facilmente acquisibili nel caso di aziende ben strutturate che operano stabilmente sul territorio.
Il biologico, quindi, non è più un comparto agricolo di nicchia e la Puglia sta diventando regione capofila in questo processo di trasformazione.