Confartigianato, Cna e Casartigiani chiedono l´abrogazione dell´articolo 62 del decreto CresciItalia del 24 gennaio 2012, che, nelle intenzioni del legislatore, doveva regolare i tempi di pagamento nella filiera agro-alimentare ma, in realtà, è diventato un concentrato di complicazioni interpretative e di adempimenti burocratici, senza offrire una certezza giuridica alle aziende del settore.
Le Confederazioni dell´artigianato e delle Pmi chiedono che le transazioni commerciali nel settore alimentare siano regolamentate con le disposizioni della legge sui tempi di pagamento in vigore in Italia dall´1 gennaio 2013.
L´art. 62 – rilevano le Confederazioni – prevedendo tempi diversi dei termini di pagamento a secondo della deperibilità o meno della merce, obbliga le imprese ad emettere più fatture per la stessa spedizione. Un esempio è rappresentato dalla fatturazione di un cesto natalizio, che avendo all´interno prodotti deperibili e non, costringe l´impresa a produrre ben 3 fatture: una per i prodotti deperibili, una per quelli non deperibili e una per il cesto.
Tutto ciò alla faccia della semplificazione, più volte dichiarata dal Governo, ma di fatto negata da procedure complesse quali, ad esempio, l´obbligo della certificazione dell´avvenuto ricevimento della fattura per far scattare il meccanismo dei termini di pagamento.
Come se non bastasse, un recente disciplinare dell´Antitrust stabilisce accertamenti sulle presunte violazioni solo nel caso di chiaro squilibrio fra le parti contraenti, mentre la legge non lo prevede.
A rendere la vicenda ancora più assurda, secondo Confartigianato, Cna e Casartigiani, vi è il fatto che un articolo di legge composto di soli 11 comma vede oggi ben tre versioni, con una probabile quarta in arrivo, del proprio regolamento attuativo, già pubblicato ben oltre i tempi previsti.
Senza contare che proprio in questi giorni sull´art. 62 si registrano posizioni opposte: il Ministero dello Sviluppo Economico lo considera abrogato mentre per il Ministero dell´Agricoltura è tuttora in vigore, creando confusione ed incertezza nelle imprese che devono rispettarlo.
Gli imprenditori, soprattutto in questo momento di crisi economica, avrebbero bisogno dell´impegno delle Amministrazioni Pubbliche a semplificare le procedure amministrative, e invece devono perdere tempo e denaro dietro le bizzarrie ministeriali.
Cna, Confartigianato e Casartigiani avevano rilevato le carenze e le storture del provvedimento già nella fase della sua predisposizione e avevano chiesto da subito l´adeguamento alla direttiva europea 7/2011 sui termini di pagamento, in vigore in Italia dal 1° gennaio 2013, che tutela le imprese salvaguardando la loro autonomia negoziale.