Se l’Europa non morirà sotto i colpi di populisti e burocrati sarà grazie a uomini che sono riusciti a darle anima e radici. Uomini come Giuseppe Avolio che, da Afragola, seppe farsi interprete e guida non solo della trasformazione del mondo rurale italiano, ma anche di quello europeo e mediterraneo. Da presidente di una delle maggiori organizzazioni professionali agricole italiane, Cic-Confederazione italiana coltivatori, poi divenuta Cia-Confederazione italiana agricoltori, Avoliosi è impegnato con forza, determinazione e grande caparbietà per lo sviluppo dell’agricoltura e della sua affermazione nei mercati europei e mondiali, per la tutela dei produttori.Una vita dedicata al riscatto della gente dei campi che con Avolio “conquista” dignità, ruolo e rispetto. Niente più “cafoni” e “zappaterra”, ma imprenditori a pieno titolo. Sono queste le motivazioni che al termine della giornata dedicata a Tricarico a “Giuseppe Avolio: il Socialismo e l’Europa” hanno spiegato la scelta di intitolare l’Accademia della Ruralità di Tricarico a Giuseppe Avolio. E’ stato un grande Presidente – ricorda Alfonso Pascale tra i relatori dell’incontro – capace di difendere l’agricoltura italiana rendendo la nostra organizzazione un’organizzazione Europea dove Il binomio “agricoltura e cibo” assunse in quel contesto il ruolo chiave di strumento diplomatico per la costruzione di relazioni pacifiche, per la progettazione di una nuova politica per il Mediterraneo. Alberto Giombettidella Cia-Agricoltori nazionale ha tracciato i grandi insegnamenti lasciati in eredità tra i quali l’autonomia della confederazione, ancora più attuale oggi – dice – elemento caratterizzante perché autonomia di pensiero e culturale; il ruolo dell’impresa che trova riscontri nella Carta di Matera del 2010 (tra i relatori Salvatore Adduce oggi Presidente Fondazione e nel 2010 sindaco di Matera e primo firmatario della Carta) affrontando i temi del rapporto cibo-agricoltura, dei compiti che spettano alle Amministrazioni Comunali facendo diventare le aziende agricole nuovi soggetti e protagonisti sociali. Tutte questioni – sottolinea Giombetti – che trovano riferimenti nel nostro documento “Il Paese che vogliamo”. Per questo l’Accademia della Ruralità di Tricarico diventa un soggetto strategico per affrontare il nodo del rapporto ruralità-città. La coerenza e l’impegno di Avolio hanno pieno riscontro nelle sue mille battaglie per l’agricoltura, ma soprattutto per l’affermazione della giustizia, della libertà e dell’uguaglianza. Sempre sorretto dalle sue idee, non si è tirato mai indietro, anzi è andato avanti senza timore, con la forza di un uomo di grandissima e profonda dignità, che affronta gli ostacoli avendo come obiettivo il bene comune, per l’affermazione della centralità del mondo agricolo.
Parlare di Avolio e di Europa, in un periodo difficile per l’Unione (dalla Brexit alle correnti AntiEuropa) – sostiene RudyMarranchelli, presidente regionale e vice presidente Agia-Cia – significa guardare al passato per immaginare un’Europa unita, gli Stati Uniti D’Europa, dove agricoltura e cibo possono ancora assumere un ruolo determinante. Stati Uniti d’Europa capaci di costruire “relazioni e intese globali, piuttosto che alzare barriere”. Avolio ha rappresentato anche l’uomo dell’unità delle rappresentanze, protagonista nelle battaglie per la terra e attento alla ricostruzione dell’agricoltura meridionale. Fu il primo a contrapporre la politica della “qualità” a quella delle “quote”. Difensore di un’agricoltura produttiva e di qualità 30 anni prima della Carta di Milano. Un passato vivo nel presente, che paradossalmente sembra volerci proiettare nel futuro, credo che questo è anche il compito dell’Accademia: mantenere vivo il passato, per accompagnare i giovani nel futuro.
Lug 08