La nostra proposta di affidare il centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio in via emergenziale alla Croce rossa o alla Protezione civile è rimasta solo sulla carta: i consiglieri regionali sono troppo impegnati ad aumentarsi lo stipendio”
“Rispetto all’accoglienza dei braccianti stranieri stagionali in Basilicata purtroppo si è verificato quanto prospettato già nel mese di giugno dalla Cgil. Anche il secondo bando per l’accoglienza diffusa, arrivato comunque in ritardo in riferimento a tempi di avvio della campagna di raccolta del pomodoro, nel Vulture è andato deserto. Di conseguenza i lavoratori migranti da giorni stanno occupando le campagne e i casolari. Siamo tornati indietro di dieci anni nella lolla al caporalato in Basilicata. Una grave sconfitta della politica e delle istituzioni lucane”. Lo affermano i segretari generali della Cgil di Potenza e della Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Esposito e Vincenzo Pellegrino.
“Avevamo lanciato l’allarme con grande anticipo al tavolo convocato a giugno in prefettura a Potenza – proseguono – quando ci è stata comunicata la mancata apertura del centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio (ex Tabacchificio) per inagibilità della struttura, problema in essere da sempre e a cui la politica non ha voluto porre rimedio. La Regione Basilicata infatti non ha messo in essere alcuna iniziativa volta a mettere in sicurezza e quindi a rendere agibile il centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio. Forte preoccupazione quindi era stata già espressa dalla Cgil in quanto, come si è puntualmente verificato, i braccianti sono tornati ad alloggiare in abitazioni di fortuna, dove manca acqua e ogni minima condizione igienica sanitaria. Sarà più facile per i caporali intercettare questi lavoratori, sfruttati per pochissimi euro all’ora, in assenza di un controllo dei trasporti verso le campagne. Senza il presidio del Centro per l’impiego che con tanto sacrificio avevamo ottenuto all’interno del centro, si allargheranno le maglie dell’illegalità, con il reclutamento irregolare dei braccianti.
Anche sul bando dell’individuazione di strutture idonee all’accoglienza, pubbliche e private, nelle aree urbanizzate avevamo espresso perplessità perché, per quanto possa essere una soluzione – aggiungono i dirigenti sindacali – riteniamo andasse avanzata per tempo, coinvolgendo le comunità ospitanti e attivando una rete tra istituzioni e terzo settore che potesse agevolare l’accoglienza e il processo di inclusione necessario affinché non esplodesse una bomba sociale. Non stupisce quindi che il bando sia andato deserto, non una volta ma ben due volte, con i migranti in protesta anche davanti al comune di Palazzo San Gervasio, così come denunciato dal sindaco, vanificando ulteriormente una strada verso l’accoglienza e l’integrazione nella comunità ospitante.
Per questo motivo – precisano Esposito e Pellegrino – come Cgil ci eravamo fatti promotori di una proposta di gestione del centro di accoglienza all’ex Tabacchificio in via emergenziale alla Protezione civile o alla Croce rossa, in possesso dei giusti requisiti professionali, gestionali e strumentali, per far fronte a questo tipo di situazioni che noi consideriamo emergenziali e che dovevano essere attivate dunque solo a fronte delle criticità attuali. La proposta, accolta in qualche modo dall’opposizione in Consiglio regionale, è rimasta su carta, impegnati i nostri politici più ad aumentarsi il compenso che a pensare alle esigenze reali del territorio.
Tutto questo non fa onore alla Basilicata, non fa onore alla politica, non fa onore alle istituzioni lucane.
E pensare che questa situazione – proseguono Pellegrino ed Esposito – si sarebbe potuta evitare se solo fosse stato accolto il grido di allarme sui ritardi della Regione Basilicata per mettere in moto la macchina dell’accoglienza e le reiterate richieste del sindacato e delle associazioni sulla necessità di agire con un preciso cronoprogramma. Ancora più tenuto conto delle risorse a disposizione, ovvero i fondi Pon/Poc legalità già pronti per il villaggio di Boreano e Gaudiano a Venosa, per una spesa complessiva di 15 milioni di euro, includendo anche le risorse per il centro di accoglienza di Scanzano, i cui termini di utilizzo scadono nel 2025.
La superficialità e la non curanza del governo regionale nei confronti dell’accoglienza di questi lavoratori, fondamentali nella nostra agricoltura, è inaccettabile. La Cgil come ogni anno darà il proprio contributo e girerà nelle campagne dell’Alto Bradano con la campagna della Flai Cgil “sindacato di strada” che prenderà il via la prossima settimana per vigilare sul rispetto dei diritti dei lavoratori e sulla garanzia di un’accoglienza che sia perlomeno dignitosa. Sta di fatto – concludono Pellegrino e Esposito – che il governo Bardi segna l’ennesimo autogol dimostrando di avere come unico scopo la salvaguardia dei propri interessi personali”.