Castelgrande (Associazione Migranti Basilicata) in una nota segnala che anche nel 2023 si rischia di fare i conti con l’emergenza nell’accoglienza dei migranti anche in Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
E’ passato inutilmente un altro anno e tutti i buoni propositi sono stati ancora una volta disattesi. Anche quest’anno in previsione dei raccolti stagionali la situazione si affronterà con la solita emergenza.
Ancora una volta il tema dei migranti sarà affrontato come un problema e non come una risposta alla mancanza di manodopera e la relativa risposta al calo demografico che avviene in tutta la regione.
E’ una vergogna che in Basilicata nel 2016, a ridosso di uno sgombero inutile del ghetto di Boreano, è stata approvata la Legge Regionale n. 13, che doveva servire a dare una risposta concreta all’emergenza, quella Legge non è mai stata finanziata. Noi insieme a Libera Basilicata abbiamo inviato una nota a tutti i Consiglieri Regionali ma nessuna risposta ci è giunta. La nota è stata inviata nel gennaio 2023. Nell’area del Vulture cominciano ad arrivare i primi braccianti per preparare le prossime campagne di raccolta di prodotti stagionali ed i problemi sono sempre gli stessi da 30 anni a questa parte. E si gioca sempre sulla pelle degli ultimi e degli invisibili. Anche quest’anno la risposta sarà di nuovo la tendopoli all’interno dell’ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio e in questo modo le Istituzioni si metteranno di nuovo la coscienza a posto. Ci risulta che la Basilicata è stata esclusa dall’assegnazione dei fondi del PNRR che prevedevano la costruzione di alloggi per i braccianti stagionali. Non si comprendono bene le responsabilità da quale parte stanno. A tutt’oggi non è stata posata ancora la prima pietra su Centri di Accoglienza previsti a Boreano e Lavello per accogliere circa 300 braccianti. Questi Centri che dovevano già essere stati realizzati non trovano ancora la loro realizzazione. E comunque di fronte agli 800 braccianti che arrivano durante la campagna stagionale la risposta è sempre esigua e come sempre la soluzione diventano i casolari che si riempiono e sono la valvola di sfogo dell’accoglienza.
Le uniche parole che si sentono sempre di questi periodi sono: sgomberi e rimpatri. E la vergogna è sempre la stessa. I “superflui” come li definisce Hannah Arendt sono considerati solo braccia ma non uomini con diritti e dignità. Eppure si sostiene che servono circa 500 mila migranti per dare risposte alla raccolta di quei prodotti che quotidianamente arrivano sulla nostra tavola. E intanto si fanno decreti sui flussi che non prevedono tutte le esigenze che servono( vedi il settore dei servizi alla persona e soprattutto agli anziani).
Il nostro auspicio è che un volta per tutte si dia una risposta seria e concreta ai problemi dell’immigrazione e che per quanto riguarda la Basilicata si dia attuazione alla Legge 13 del 2016.
A seguito dell’intervento del Presidente della Repubblica in occasione dei 40 anni della Università di Basilicata tutti hanno condiviso a parole le affermazioni di Mattarella ma subito dopo è tornato il silenzio e l’immobilismo.
La nostra speranza è sempre l’ultima a morire e non ci arrenderemo fino a quando non ci saranno risposte concrete e determinate per affrontare il tema migranti non più come emergenza. Ha ragione la filosofa Donatella Di Cesare quando afferma che ” migrare é un atto politico. Lo Stato vuole intendere la migrazione come: devianze da arginare, anomalie da abolire”.
Ormai è cambiata l’immigrazione e le esigenze si sono moltiplicate: si fugge dalle continue guerre che insanguinano le molte nazioni, ma soprattutto i cambiamenti climatici influiscono sulla mobilità.