Ma cosa viene alla Val d’Agri dall’accordo sottoscritto dai presidenti delle Regioni Basilicata e Puglia, e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, De Vincenti, per la gestione dell’acqua che in buona parte appartiene alle comunità della valle? Non è certo una domanda che può essere scambiata per una posizione di interesse locale o di campanile. Invece dalle notizie diffuse sinora quell’accordo non tiene conto, se non in forma limitata, che le risorse idriche – dall’invaso del Pertusillo alle sorgenti – si trovano in Val d’Agri. Purtroppo i primi a non esserne consapevoli sono proprio gli amministratori locali dei cosiddetti Comuni macrofornitori di acqua: l’ “oro blu” ha lo stesso valore dell’ “oro nero” e quindi bisogna salvaguardare sorgenti, fiumi e invasi innanzitutto da possibili inquinamenti (innanzitutto per la coesistenza dei pozzi di petrolio come dimostrano le forme di inquinamento del Pertusillo) e ottenere il massimo dei benefici a cominciare dalle royalties dell’acqua che finisce in Puglia.
E’ il commento di Filippo Massaro del Csail ricordando che dal 2004 il Comitato è impegnato, attraverso una petizione popolare, innanzitutto a sopprimere gli enti inutili che si occupano di gestione, distribuzione delle risorse idriche ad uso civile, agricolo ed industriale, primi fra tutti l’Acqua spa. Specie la Val d’Agri che oltre ai pozzi di petrolio ha importanti sorgenti e l’invaso del Pertusillo non può ripetere la storia delle royalties petrolifere insufficienti e non adeguate a ripagare l’impatto di “rapina” sul territorio. E’ evidente che le comunità lucane e, ancor più quelle che hanno nel proprio territorio le sorgenti-risorse idriche – dice Massaro – non possono continuare a tollerare questa ennesima situazione di spreco di denaro pubblico voluta dai precedenti presidenti di Giunta (Bubbico e De Filippo) e adesso perpetuata in continuità da Pittella. Mentre i consiglieri regionali dell’opposizione sono ancora in letargo, un gruppo di sindaci stanno portando avanti – alcuni con coraggio e impegno veri, altri con comportamenti demagogici – la battaglia per la riduzione delle tariffe del servizio idrico. L’Egrib, il nuovo ente che sta per nascere a nostro parere oltre a semplificare la governance di settore deve garantire maggiori entrate ai Comuni macrofornitori di acqua e bollette ridotte per le comunità che risiedono nei comuni con sorgenti. D’altronde, la “Zona Franca” che intendiamo e sosteniamo noi del Csail dagli anni ottanta (con la raccolta di circa 30mila firme) è basata oltre che sul vantaggio di approvvigionamento energetico anche su quello dell’acqua per invogliare imprenditori a localizzare investimenti da noi. E non si sottovaluti che tra gli elementi che appesantiscono il fattore competitività dell’industria italiana ci sono propri i costi aziendali con al primo posto energia ed acqua a cui si aggiunge la carenza infrastrutturale che rende più alta la spesa per il trasporto merci e prodotti. Solo attraverso distretti – continua Filippo Massaro – con un regime no tax e burocrazia zero, come sostiene l’europarlamentare Pittella, e aggiungiamo con costi energetici e dell’acqua più bassi, agevolazioni fiscali, possiamo sperare di attrarre capitali nazionali ed esteri, arrestando cosi’ il processo di desertificazione industriale denunciato dalla Svimez insieme al divario fiscale tra Sud e Nord. Per questo – conclude Massaro – all’intesa sottoscritta, oltre ad adeguate risorse finanziarie per garantire lavoro, deve far seguito l’istituzione della Zona Franca se reamente si intende tenere conto dell’apporto della Val d’Agri alla bolletta energetica del Paese come all’approvvigionamento idrico della Puglia.