Mega (Cgil Basilicata), Esposito (Cgil Potenza), Calamita (Fiom Cgil Basilicata): “Si continua con le passerelle elettorali. La discussione venga riportata ai tavoli istituzionali aperti con le battaglie dei lavoratori e del sindacato. Da mesi chiediamo un incontro a Bardi”. Di seguito la nota integrale.
“La Cgil unitamente alla Fiom non parteciperà alla presentazione dell’Accordo di programma per l’area di crisi complessa del comparto dell’automotive e del suo indotto in programma il 21 marzo a Melfi”. Lo rendono noto i segretari generali Fernando Mega (Cgil Basilicata),Vincenzo Esposito (Cgil Potenza) e Giorgia Calamita (Fiom Cgil Basilicata). “Non saremo complici – affermano i dirigenti sindacali – delle strumentalizzazioni messe in atto da giorni dal governo regionale e nazionale per fini elettorali. La passerella del 21 marzo – che fa seguito alla grottesca quanto inutile telefonata dell’assessore regionale Michele Casino al ministro Urso alla presenza di determinate sigle sindacali, dopo che appena un mese prima lo stesso ministro aveva incontrato i sindacati a Potenza per discutere della vertenza solo grazie all’impegno e alla pressione della Cgil – altro non è che l’ennesima mossa per buttare fumo negli occhi ai lucani e soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici di Stellantis e dell’indotto, a cui vengono continuamente rinnovate promesse poi nei fatti non mantenute.
Non c’è nessuna risposta concreta in merito all’occupazione, al futuro e alle condizioni di lavoro – denunciano Mega, Esposito e Calamita – Nell’area industriale di Melfi si continua nella politica degli esuberi e degli incentivi all’esodo mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del sito produttivo più grande in Europa del settore: gli stipendi dei lavoratori sempre più miseri per i fermi produttivi che sono ormai strutturali, un turno di lavoro, quello della notte, è saltato con il rischio occupazione concreto e un impatto sulla tenuta dell’indotto e della logistica.
Come più volte ribadito, l’istituzione dell’area industriale di crisi complessa non è la soluzione ai problemi dell’automotive, che persistono e impattano negativamente sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici e sulle condizioni di lavoro in termini di occupazione, salario e sicurezza. È solo una risposta tampone che mette a disposizione dei finanziamenti per garantire l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma per un tempo determinato e senza un supporto reale che metta le imprese nelle condizioni di affrontare le sfide della transizione ecologica. Anche sull’assegnazione dei bandi che prevedono investimenti importanti previsti dalla Regione non vi è una progettualità e un confronto con il sindacato per indicare una linea comune affinché a fronte di tali finanziamenti ci siano risposte concrete e durature in termini di lavoro e di occupazione, per la centralità e la difesa di un settore strategico quale è l’automotive”.
Quanto a Stellantis nello specifico i tre ritengono che “le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, non corrispondono alla realtà che vivono ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti italiani. È da tempo che abbiamo chiesto unitariamente un confronto con l’amministratore delegato e la presidente del Consiglio. In realtà stiamo assistendo ad una lenta dismissione degli stabilimenti Stellantis attraverso uscite incentivate delle lavoratrici e dei lavoratori e il continuo utilizzo degli ammortizzatori sociali. Come si costruisce il futuro se ad oggi non ci sono state assunzioni di donne e giovani per creare, progettare e produrre in Italia e a Melfi? A Melfi attualmente sono in produzione 500X, Compass e Renegade, ed è in arrivo la piattaforma elettrica Medium anche se risulta al momento indeterminato il numero di modelli.
Sul fronte di un nuovo costruttore, è giusto ricordare che siamo l’unico Paese nell’UE che ha un solo gruppo automobilistico per le politiche protezionistiche e di incentivi nei confronti di Fiat, poi Fca e ora Stellantis. Come Cgil riteniamo che un nuovo costruttore europeo o extraeuropeo potrebbe garantire maggiore occupazione e volumi produttivi in Italia indispensabili per la filiera della componentistica oltre che per gli investimenti in ricerca e sviluppo. Gli incentivi all’acquisto, decisi dal Governo, sono certamente un elemento importante soprattutto nell’ambito della transizione all’elettrico, ma gli stessi devono essere condizionati alle garanzie produttive e occupazionali di Stellantis in Italia.
È quindi necessario che, come richiesto più volte della Cgil, – concludono – la discussione venga ricondotta nei tavoli istituzionali aperti grazie alle battaglie dei lavoratori e del sindacato. Il governo Bardi continua invece a trovare spazi di confronto altrove e con chiunque tranne con chi rappresenta i diritti di migliaia di lavoratori. Resta inevasa la nostra reiterata richiesta di incontro, mentre continuano gli show elettorali in pompa magna. Noi non avvaloreremo questa farsa. Chiediamo rispetto della dignità dei lavoratori e soluzioni concrete. Governare la transizione energetica, industriale, ambientale e tecnologica non significa ridurre la capacità produttiva e occupazionale nella nostra regione. Bisogna creare le condizioni favorevoli affinché la transizione possa diventare un’opportunità e creare nuovo lavoro, bisogna utilizzare nuovi strumenti che garantiscano l’uscita per i lavoratori che sono vicini alla pensione e al contempo assumere i giovani per rilanciare il settore industriale”.