“Come sempre l’Ugl contribuisce ad elevare il clima di fiducia, riparte il sistema produttivo lucano con tutto quello che di positivo ne conseguirà per il lavoro, le imprese e l’economia tutta del territorio. Sottolineiamo la straordinaria valenza della decisione di FCA, tenuto conto del contesto tuttora problematico in cui si dibattono tante aree del Paese, ritenendo doveroso evidenziare come questo segnale di incoraggiante controtendenza riguardi proprio la Basilicata, a dimostrazione che le logiche di investimento che si sono sostenute premino il territorio dove oggi è realtà: ed il progetto delle Fca è realtà, un programma ambizioso dove bisogna collaborare attivamente essendoci fattori di competitività in grado di generare valore”.
Lo dichiarano i segretari dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano per i quali, “Fiat non ha mai scherzato, lo dimostrano gli investimenti, 1.500 assunzioni alla Sata e il conseguente incremento occupazionale, che potrebbe essere di pari entità, anche nelle aziende dell’indotto. E’ chiaro che se l’azienda ha promesso e messo del suo, realizzando investimenti straordinari ma soprattutto mettendo in atto una chiara e lungimirante politica industriale e finanziaria – proseguono i sindacalisti – per l’Ugl l’accordo sulla nuova organizzazione della turnistica e sulla stabilizzazione con contratto a tempo indeterminato degli oltre 1000 lavoratori entrati con il lavoro a somministrazione, è alquanto positivo: lo condividiamo in pieno consapevoli che in Basilicata, chiudono decine di aziende e centinaia di lavoratori restano a spasso. Tutti dobbiamo capire che oggi si sta’ parlando di realtà, stabilizzazione con contratto a tempo indeterminato di mille lavoratori, ne va di mezzo il futuro di migliaia di posti di lavoro, di migliaia di famiglie, con il rischio che qualcuno strumentalizzi il fatto che in Basilicata non c’è voglia di lavorare e non daremo modo a qualcuno di pensare minimamente di trasferire la nostra produzione verso altri stabilimenti. Noi lo ribadiamo chiaramente, che – proseguono i segretari Ugl, Giordano e Tancredi – non lo permetteremo a nessuno. Sata deve e rimane lo stabilimento con la produzione Fiat più importante in Italia e nel mondo ed è oggi, grazie a tutti i lavoratori lucani, protagonista nel mondo. In Basilicata, chiudono decine di aziende e centinaia di lavoratori restano a spasso, certamente dobbiamo ringraziare Fiat – aggiungono Tancredi e Giordano -, in Basilicata ha prodotto posti di lavoro, ricchezza e vogliamo tenercela stretta: l’Ugl dà incondizionatamente la piena disponibilità al via dell’accordo al fine di tutelare produzione e occupazione rimarcando che quello che l’azienda ha fatto, con investimenti straordinari in una logica, chiara e finanziaria, ha cambiato profondamente il mercato del lavoro, soprattutto quello automobilistico, imponendo la necessità di aprire una fase nuova, dove ciascuna parte in causa e per quanto di sua competenza, deve compiere lo sforzo epocale per ricercare una nuova forma di dialogo, rinunciando a posizioni preconcette o a sterili arroccamenti su posizioni precostituite e ormai obsolete. Condividere questo accordo storico, è per lo stabilimento Sata, senza ombra di dubbio, un evento che assume un grande valore perché concede il benestare agli investimenti che hanno rivoluzionato il sito produttivo. Per il sito, diretto dai dott. i Intrevado e Messinese, si apre una nuova pagina che consente di ripartire altrimenti, sarebbe stata la fine: grazie ai sacrifici quotidiani di tutti, dalla Dirigenza fino all’ultimo dipendente, ecco che lo stabilimento Fiat lucano ora è la madre di tutte le industrie in Italia, privilegiato in un momento in cui la crisi del settore automotive è in forte affanno ed è in condizioni tali da poter permettersi di lavorare abbondantemente. Ora – concludono Giordano e Tancredi – per la soddisfazione di chi ha a volte assunto posizioni sindacali di scomodo ed impopolari, ci sono per lo stabilimento Lucano non i presupposti ma, la certezza per lavorare speranzosi ornando ed assumendo i giovani della Basilicata i quali, non possono essere destinati al precariato a vita”.