“L’idea di due giovani pugliesi (Tommaso Romagno e Donato Macario), avviata con la start up Land2Lend, di una piattaforma per terre incolte è un ottimo strumento per ridare vita alle terre abbandonate e contestualmente favorire nei fatti il ricambio generazionale in agricoltura”. E’ il commento del presidente di Agia-Cia Basilicata Rudy Marranchelli sottolineando che “ad oggi non esiste una mappatura precisa di tutti i terreni incolti che potrebbero essere disponibili. In Basilicata, l’ottanta per cento dei terreni del demanio sono riconducibili ai Comuni e alla Regione, per questo gli enti locali, che hanno sovranità su questi terreni, dovrebbero fare un censimento per capire disponibilità e caratteristiche, e stilare un regolamento con le priorità. Un passaggio molto importante visto che, prendendo in considerazione l’insieme dei terreni del demanio pubblico in Basilicata si raggiungerebbero estensioni ben superiori ai 24mila ettari di cui si parla. A quel punto la partita diventerebbe molto interessante per i giovani agricoltori, anche per il raggiungimento dei requisiti minimi di azienda standard necessari ai fini dell’ammissibilità ai contributi europei, ad esempio il primo insediamento”.
In Italia sono tre milioni e mezzo gli ettari di terreno inutilizzati, di cui 380mila in mano a privati. Di qui l’idea della start up Land2Lend si propone. Prima di tutto quello di mappare tutti i terreni inutilizzati, privati e pubblici, geolocalizzandoli e indicandone le caratteristiche. Poi offrire consulenza e opportunità diverse in base alle caratteristiche del terreno e alla vocazione di chi lo coltiva.
“Fin dal 2010 – ricorda Marrancheli – abbiamo ufficializzato la nostra proposta di una ‘banca della terra’, quale strumento che intende stimolare e dare un’opportunità a chi non ha il terreno. Uno dei problemi principali, infatti, è proprio quello dell’accesso alla terra, che non tutti hanno. Subito dopo, però, c’è il problema dell’accesso al credito per chi voglia avviare un’attività agricola e non ha garanzie da offrire. Il decreto ‘terrevive’ ha imboccato la strada giusta, che per essere efficace andrebbe proseguita con la ‘liberazione’ di risorse delle altre amministrazioni pubbliche, gli enti locali in particolare. Ora questa misura potrà diventare una vera chance per gli “under 40” se accompagnata da validi strumenti creditizi, che sostengano i nuovi imprenditori nella fase di start-up. E’ necessario – continua il presidente dei Giovani della Cia – garantire con bando facilità, parità di accesso a tutti i giovani agricoltori o aspiranti tali e trasparenza nelle procedure. Ci auguriamo che si avvii finalmente una costruttiva concertazione, anche con l’obiettivo di abbattere l’altra grande barriera all’ingresso dei giovani nel settore, l’accesso al
È chiaro -osserva Marranchelli – che per agevolare l’ingresso delle nuove leve in agricoltura bisogna prima di tutto agevolare l’accesso al bene terra. In un Paese segnato dalla scarsa mobilità fondiaria, acquistare ai prezzi di mercato è quasi impossibile: se in Francia un ettaro costa in media 5.500 euro e in Germania 6.500 euro, in Italia un ettaro di terreno viaggia mediamente intorno ai 18mila euro. E anche l’affitto, soprattutto in alcune zone a forte caratterizzazione produttiva e territoriale, è proibitivo. Comunque – prosegue il presidente dell’Agia-Cia – la questione cruciale del ricambio generazionale in agricoltura, che in Italia è una priorità imprescindibile, passa attraverso la capacità di incentivare i giovani a entrare nel settore con una strategia più complessiva. Mi riferisco a quelle misure più pragmatiche che possono essere inserite nella Pac.