“Il maggior contributo venuto dalla Basilicata, insieme a Calabria e Molise, per la crescita dell’imprenditorialità giovanile agricola nella prima metà del 2016, secondo il Rapporto Ismea-Svimez sull’agricoltura nel Mezzogiorno, conferma che è sbocciata la passione dei giovani per la terra e rafforza l’attualità delle proposte contenute nel ‘pacchetto giovani’ di Agia e Cia, delle vere e proprie linee guida per la nuova programmazione del Piano di Sviluppo Rurale”. E’ il commento di RudyMarranchelli, presidente di Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) della Cia Basilicata sottolineando che un primo segnale tangibile della passione dei giovani lucaniviene dai 183 nuovi beneficiari della prima finestra del bandoPsr portato a termine dall’assessore Braia.Dunque il peso dell’imprenditorialità giovanile agricola è in forte crescita: quasi 20 mila imprese il saldo positivo al Sud dei primi mesi del 2016. Un altro dato va valorizzato: nell’anno accademico 2015/2016 gli immatricolati all’università del gruppo agrario hanno raggiunto un livello di quasi il 20% maggiore rispetto a dieci anni prima.
Ma – continua Marranchelli – è necessario raccogliere gli avvertimenti di Ismea e Svimezperchè nonostante questi andamenti incoraggianti, l’inerzia degli squilibri del passato li rende comunque insufficienti ad assicurare un adeguato ricambio generazionale. Si tratta di un fenomeno preoccupante, a cui si sta tentando di rispondere con misure dedicate al primo insediamento e con politiche di sostegno e detassazione dell’imprenditoria giovanile. L’attrazione che l’agricoltura esercita nelle giovani generazioni è l’elemento da cui partire per rafforzare un quadro che fa ben sperare sul versante occupazionale. Le imprese agricole “under 35” – sottolinea il presidente di Agia-Cia – sono in crescita costante e segnano importanti mutamenti: i giovani prendono in affitto le terre per espandere le dimensioni aziendali, oltre un quarto di loro segue coltivazioni biologiche, quasi tutte le imprese “under 35” seguono protocolli di ricerca e risultano fortemente innovative anche in virtù dell’alta qualificazione degli imprenditori. Sono queste imprese il volto nuovo dell’agricoltura che è orientata alla tutela della biodiversità, al mercato, alla ricerca e all’integrazione di filiera e che poggia su un alto livello di qualificazione professionale. In particolare crediamo che l’accesso ai fattori di produzione possa essere agevolato con l’istituzione della Banca della Terra, mentre per agevolare l’accesso al credito bisogna rendere efficaci i diversi strumenti di garanzia già esistenti e che a oggi non riescono a sortire i risultati attesi”. E ancora: “Occorre accompagnare il giovane nella definizione e nella realizzazione della sua idea imprenditoriale, fornendo ‘consulenza’ continuativa di alta professionalità -conclude Marranchelli rilanciando la proposta della costituzione di un Osservatorio dell’imprenditoria agricola giovanile – costruendo al contempo un nuovo sistema relazionale e di mercato che lo supporti nel superare quelle che sono le principali barriere di accesso” come appunto la terra, il credito, la formazione e l’informazione”.
Feb 22