Il Movimento 5 Stelle di Basilicata critica la decisione della Regione Basilicata di stanziare tre milioni di euro per il bando “Misura 214 azione 6 – Introduzione di tecniche di agricoltura conservativa”. Di seguto la nota integrale.
Da sempre si dice che l’ambiente è la principale risorsa della Lucania, terra naturalmente votata all’agricoltura. Ma evidentemente non la pensano così i nostri amministratori regionali. La Regione Basilicata ha infatti pubblicato il 1° maggio scorso il bando “Misura 214 azione 6 – Introduzione di tecniche di agricoltura conservativa”, finanziato con 3 milioni di euro nell’ambito del PSR, il Programma di sviluppo rurale 2007-2013.
Le finalità risulterebbero apparentemente nobili e condivisibili: “L’azione ha come obiettivi ambientali – si legge infatti all’art. 3 – la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera collegate all’attuazione sui terreni agrari delle lavorazioni intensive ed alle pratiche agronomiche tradizionali; il miglioramento della struttura del suolo, della resistenza all’erosione e al compattamento; la conservazione della biodiversità nello stato attivo del terreno”.
Senonchè, l’applicazione delle cosiddette tecniche di agricoltura conservativa “nei primi 5-7 anni comporta una fase di significativa flessione produttiva – recita il successivo art. 4 del bando – accompagnata ad un incremento sensibile di fitofarmaci e fertilizzanti…”.
Si tratta infatti di interventi a base di erbicidi e conseguente fertilizzazione chimica, che rappresentano una totale contraddizione con il principio dell’agricoltura conservativa e con gli obiettivi indicati nell’art 3.
Per giunta l’adesione al bando (con termine di scadenza il 15 maggio scorso, a due sole settimane quindi dalla pubblicazione dello stesso) era riservata alle coltivazione estensive (le monocolture), con esclusione dei coltivatori di ortaggi o alberi da frutto, ledendo così uno degli stessi principi ispiratori del bando, la biodiversità colturale.
Il sospetto allora è che gli unici beneficiari di questa azione siano le multinazionali produttrici dei nuovi mezzi per semina e raccolta su sodo e soprattutto di prodotti fito-sanitari, necessari a questo tipo di agricoltura ma assolutamente dannosi per l’ambiente e per la salute umana: erbicidi, pesticidi, fungicidi e fertilizzanti chimici sono infatti i principali responsabili di molte patologie tumorali acquisite tramite l’alimentazione e anche di intolleranze, allergie e problemi respiratori.
Il Movimento 5 Stelle di Basilicata chiede quindi di annullare il bando o perlomeno modificarlo radicalmente per incentivare l’uso di tecniche di coltivazione basate su metodi naturali o biologici e davvero compatibili con la tutela dalle biodiversità.
Giu 12
l’assessore benedetto, obbedisce alla lobby della chimica?