“E’ da anni che gli agricoltori sollecitano il governo ad intervenire sugli istituti di credito per favorire l’erogazione di finanziamenti, ma ancora nulla di concreto e’ stato fatto in tal senso”, afferma Saverio De Bonis coordinatore della Fima, federazione italiana movimenti agricoli. “la crisi del primario si sta aggravando ogni giorno di piu’ e gli agricoltori e allevatori che ancora sopravvivono, fanno enormi fatiche per tener fronte ai crescenti costi quotidiani”, fa notare il coordinatore. “La parola magica esdebitazione dell’ ex ministro Romano – aggiunge – è stato solo un bluff al pari delle lettere di garanzia diretta, dei fondi di credito e dei cofidi “. “Quante delle 980 mila aziende agricole in difficoltà, di cui 700 mila al sud, sono uscite dallo stato di crisi e insolvenza?”, si chiede il coordinatore. Il Governo si è chiesto che cosa stà succedendo nonostante l’ agricoltura sia un comparto anticiclico?
I dati Ismea, del resto, parlano chiaro. Meno credito, nel secondo trimestre 2013, nelle campagne italiane. I finanziamenti bancari complessivamente erogati al settore primario sono scesi, tra aprile e giugno di quest’anno, a 660,5 milioni di euro, facendo segnare una contrazione del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2012. Rispetto al secondo trimestre 2012 si riduce, in particolare, del 7% il credito di medio termine e del 17,6% quello di lungo periodo, mentre crescono del 29,2% le erogazioni con durata inferiore ai 18 mesi. A fronte della minore propensione a investire, si registra in agricoltura una crescita dei fabbisogni di liquidità per la gestione ordinaria e per interventi di ristrutturazione dei debiti.
“il nostro auspicio – conclude De Bonis – e’ che un governo autorevole convochi subito un tavolo per far fronte a questa emergenza ed evitare la chiusura di migliaia di aziende agricole, che comporta abbandono del territorio, aumento delle importazioni, insicurezza alimentare e ingresso di capitali illeciti”.