Innovazione e competitività in agricoltura trovano la naturale evoluzione nel rispetto dell’ambiente, dunque nella messa a punto di tutte quelle strategie certificate che vanno nel verso del contenimento delle emissioni di CO2. Di questo si è discusso il 16 gennaio aScanzano, nella splendida cornice offerta dall’hotel Portogreco, nel corso del convegno organizzato da Frutthera srl, filiale commerciale dell’OP Asso Fruit Italia. L’occasione è stata utile anche per fare il punto sui trent’anni di aggregazione in agricoltura, oggi rappresentati dall’Op che unisce centinaia di produttori provenienti da diverse aree del Mezzogiorno d’Italia.
L’ecoprofilo green delle aziende e la concreta attuazione delle pratiche sostenibili, come rimarcato più volte dall’assessore regionale all’agricoltura, Michele Ottati, costituiscono
anche condizione necessarie affinché siano cofinanziati progetti a
livello comunitario. Ad introdurre i lavori, con i ringraziamenti e i
saluti di rito è stato Francesco Nicodemo, CEO di Frutthera srl e
presidente di Asso Fruit Italia. Spazio anche ad alcuni riconoscimenti,
alla moglie e alla figlia di Carlo Stigliano, storico fondatore di
Assofruit Italia, e “uomo lungimirante” – com’è stato più volte
ricordato. Sono intervenuti anche il deputato Cosimo Latronico (FI),
Angela D’Onghia, sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione.
Egidio Lardo, Agreenment srl spin off accademico: “Il progetto Carbon
Footprint sia per l’azienda Frutthera srl un punto di partenza e non di
arrivo. Continuare a credere nella sostenibilità, quindi utilizzare
mezzi di trasporto di categoria ecologica più alta, preferire il
packaging in legno e cestini più leggeri. Inoltre nella fase di
coltivazione scegliere la gestione sostenibile: ridurre gli input di
sintesi, quindi l’inerbimento, l’apporto di compost certificato.
Frutthera potrebbe neutralizzare le proprie emissione dando agli
agricoltori dei contributi affinché adottino le strategie per contenere
le emissioni”.
Cristos Xiloyannis: “Studi avviati dal 2000 sull’agricoltura sostenibile
e in particolare il carbonio. Negli ultimi 50/60 anni l’agricoltura ha
contribuito all’incremento di CO2 nell’ambiente. Ora dobbiamo invertire
la tendenza e cercare di accumulare carbonio atmosferico nel suolo
cambiando il sistema di gestione all’interno del frutteto.Il suolo
agricolo diventi un grande contenitore per conservare carbonio
atmosferico, aumentare la capacità fotosintetica del sistema,
intercettare più CO2 atmosferica lasciando il carbonio nel suolo.
Ridurre l’apporto di concimi minerali attraverso l’utilizzo di compost o
letame. Così il suolo diventa non sorgente di inquinamento ma un grande pozzo in cui conservare carbonio atmosferico”.
Andrea Badursi, direttore generale Asso Fruit Italia: “I primi
trent’anni sono già un obiettivo importante, ora perà è necessario
guardare avanti cercando di aggregare sempre più nell’area centro sud Italia. Nel futuro c’è la volontà di fare meglio aggregando per essere competitivi sui mercati e lavorare sulla promozione delle produzioni.
L’occasione stasera è utile per comunicare il conseguimento delle
certificazioni volontarie per dare una marcia in più ai nostri prodotti.
IN trent’anni di aggregazione si è sempre cercato e si è cercherà anche
nel futuro di dare risposte ai produttori. L’agricoltura è il settore
primario, di esso non si può fare a meno, gran parte del reddito in
Basilicata proviene da lì. E’ necessario migliorare la visibilità delle
produzioni pregiate di cui disponiamo, valorizzarne il posizionamento
facendole uscire dall’anonimato”. Rispetto alle politiche da attuare:
“Spingere sulle forme aggregative premiando le organizzazione di
produttori capaci di filtrare. Senza ricerca e innovazione non si dà
valore aggiunto alle produzioni: ricerca e innovazione”.
Giorgio Mercuri, presidente Confcooperative Fedagri: “L’agricoltura deve moltissimo all’aggregazione, le aziende sono troppo piccole e
frammentarie e da sole non riescono a valorizzare i loro prodotti,
quindi grazie alla cooperazione prima, alle OP ora, si mettono insieme
le quantità necessarie per fare export. C’è ancora molto da fare nel
Mezzogiorno, certamente la sola via che può dare risposte agli
agricoltori è la cooperazione. Le nostre produzioni sono di eccellenza,
sono quelle che tutti i consumatori vorrebbero sulle loro tavole, senza
l’aggregazione sarebbe impossibile farle arrivare sulle tavole. La
Comunità Europea con la nuova riforma della Pac e i nuovi PSR invita
alla crescita in termini di aggregazione”.
Giuseppe Castiglione, sottosegretario Ministero Politiche Agricole:
“Qualità e eccellenza delle produzioni che si sposano con la qualità
dell’ambiente e delle risorse impiegate. Questa è una grande sfida e
dobbiamo utilizzare al meglio le risorse comunitarie. Assofruit Italia
rappresenta un’esperienza positiva, per guadagnare nuovi spazi di
mercato è necessario investire in ricerca e innovazione. Fra le altre
questioni i cambiamenti climatici, nel nuovo Psr l’abbiamo affrontata in maniera energica. Poi le risorse idriche e l’uso corretto senza
sprechi”.
Michele Ottati, assessore regionale Agricoltura: “L’aggregazione è
fondamentale, fare in modo che ci siano molte più organizzazioni di
produttori e attivare le giuste filiere aziendale per creare posti di
lavoro in agricoltura. IL Psr prevede premi importanti per chi vuole dar vita a OP”. Rispetto al CO2: “L’impatto ambientale va tenuto sotto
controllo, inoltre occorre fare i conti con il nuovo concetto espresso
nei regolamenti comunitari che la condizionalità ex ante, non ci saranno cofinanziamenti a chi non rispetterà gli imegni cn l’ambiente”.
Giovanni Stampi, Stea srl, ha illustrato le strategie di comunicazione
e divulgazione messe in atto per il progetto Frutthera, quindi la pagina web dedicata, QR code che puntano sulle pagine relative alla fragola e all’albicocca. Stampi ha anche annunciato l’impegno sul fronte del contenimento delle emissioni che riguarderà altre produzioni aziendali e la gestione “smart” dell’acqua.
Vittorio Restaino, dirigente del Dipartimento agricoltura regionale ha
sottolineato l’importanza del partenariato fra ricerca, università e
aziende di cui il progetto Carbon Footprint è concreta testimonianza.