Il negoziato sulla nuova Politica Agricola Comune, che vale 52 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, si chiuso ieri, 27 maggio 2014, con un’intesa raggiunta tra gli assessori regionali all’Agricoltura e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Equità, equilibrio territoriale e rafforzamento degli ambiti strategici dell’agricoltura italiana sono i denominatori comuni delle scelte adottate che hanno portato all’intesa.
“Assumendo le modifiche unitarie proposte dalle Regioni, tra cui la Basilicata – dichiara l’assessore al ramo Michele Ottati – l’accordo si è concluso con risultati importanti anche per vocazioni agricole lucane, in particolare per la zootecnia da carne e da latte, le produzioni di grano duro, le coltivazioni proteiche vegetali, l’olio di qualità e il comparto ovicaprino. L’accordo – continua Ottati – è frutto del lungo lavoro portato avanti dal sistema delle Regioni, durante il quale la Basilicata, assieme alle Regioni del Centro Sud, in una difficile trattativa con le Regioni del Nord ha portato a casa un risultato soddisfacente tenuto conto che si era partiti da un documento base che prevedeva l’aiuto accoppiato a comparti che rischiavano di escludere quasi completamente le aziende agricole lucane. Inoltre – conclude l’esponente regionale – l’aver tenuto all’11 per cento la quota da destinare agli aiuti accoppiati invece del 15 per cento della proposta iniziale, permetterà agli agricoltori lucani di percepire un premio base in domanda unica (i così detti titoli) che subirà una minore decurtazione a partire dal 2015”.
L’accordo prevede, tra le altre decisioni assunte, anche l’incentivazione per il lavoro giovanile con una maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25 per cento per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, la definizione della figura dell’agricoltore attivo, la considerazione dell’Italia come Regione unica.
Sugli aiuti aziendali, il cosidetto “Capping”, attraverso l’intesa si è deciso di applicare una riduzione del 50 per cento dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150 mila euro del pagamento di base e del 100 per cento per la parte eccedente i 500 mila euro. Si è così valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l’esercizio dell’attività agricola.
È stato anche stabilito che nel 2016 verranno effettuate verifiche sull’operatività e sull’attuazione delle nuove misure, alla luce anche delle scelte che verranno compiute dagli altri partner europei.