Se la qualità del paesaggio agrario e del cibo sono gli attrattori più importanti del turismo rurale per rafforzare tutti i benefici sociali ed economici che provengono dal paesaggio agrario (oltre alla domanda agrituristica, salute e benessere, conservazione del territorio) la Cia lucana lancia l’idea di un distretto o comunque una rete di strumenti ed attività imprenditoriali perchè il paesaggio agrario è una risorsa che può garantire l’economia locale e al tempo stesso la coesione sociale. E’ questa in sintesi la conclusione del confronto a più voci che si è tenuto oggi presso la sede della Cia in occasione della settima giornata nazionale dell’agriturismo, con la partecipazione di Gianpiero Perri, direttore generale Apt Basilicata, Andrea Freschi, direttore generale Dipartimento Agricoltura, Marco De Biase Legambiente-Federparchi, di Pancrazio Toscano dell’Associazione Basilicata Rurale.
Perri ha fornito primi dati sull’andamento generale del turismo rurale lucano (320 aziende per gran parte punti-ristoro) che segna un incremento di arrivi, sia pure modesto (più 1%), con 515mila ospiti e un calo di pernottamenti (-4%) che rispetto alla crisi generale è da considerare comunque un buon dato. Da qualche tempo si registrano presenze straniere significative al punto che circa 500 famiglie estere hanno comprato casa nei nostri comuni delle aree rurali ed interne mostrando di apprezzarne la qualità ambientale, nonostante il problema dei servizi carenti resti una priorità da affrontare. Per il direttore dell’Apt “bisogna saper vendere il prodotto in Italia e all’estero con moderne azioni d marketing in primo luogo via internet”. E se Pancrazio Toscano ha insistito di “restauro” del paesaggio elemento unico della Basilicata (“dietro ogni curva di strada ci sono emozioni”) aggredito da cemento, abbandono di aziende agricole e persino impianti solari ed eolici, Marco De Biase ha ricordato che proprio la Festa PiccolaGrandeItalia ha come scopo principale quello di valorizzare le risorse dei piccoli centri rurali. Di qui l’iniziativa di Legambiente-Federparchi di un portale web dedicato alle vacanze nei parchi e nelle aree agricole e montane. Ma i problemi che ostacolano la realizzazione de progetti e programmi sono soprattutto legati alla governance istituzionale. “C’è chi mi dà del pazzo quando – ha detto Andrea Freschi – sostengo la necessità di accorpare competenze e funzioni tra i Dipartimenti Attività Produttive (che si occupa di turismo rurale) e Agricoltura (che si occupa di agriturismo) e persino Ambiente. Disponiamo dell’Atlante Paesaggi Basilicata, uno strumento efficace per pianificare i processi di sviluppo e che invece – ha continuato – viene ignorato”.
“L’agricoltura e le sue diversità, che così diffusamente nel nostro Paese – ha detto Donato Distefano, presidente Cia, concludendo – caratterizzano prodotti e sistemi produttivi, territori e paesaggio agrario, va in ogni caso conosciuta di più, va tutelata con azioni e politiche appropriate, va pienamente inserita nel contesto dello sviluppo del Paese. Gli agricoltori sono i protagonisti dell’agricoltura. Con la loro organizzazione aziendale e sociale danno vita al territorio rurale rendendolo unico. Molte le opportunità che si offrono e importanti le occasioni da cogliere. Per questa ragione abbiamo sottoscritto la “Carta di Matera” per dare stabilità ad un positivo rapporto fra Amministrazioni locali ed agricoltori valorizzando le funzioni, le peculiarità e le opportunità di servizio che questi offrono. Occorre preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese”.
E con le aperture “speciali” delle aziende agrituristiche del circuito Turismo Verde che vedranno domani, Domenica delle Palme i titolari impegnati in visite guidate, lezioni di cucina, laboratori per la produzione di salumi, formaggi, lezioni enogastronomiche, escursioni lungo le antiche piste dei Briganti e nelle aree rurali e collinari, si vuole mettere l’accento sul binomio agricoltura e ambiente, o meglio sul ruolo cruciale degli agricoltori come guardiani del suolo e custodi del paesaggio rurale, contro il degrado e l’urbanizzazione selvaggia. Per dare un primo segnale concreto, Marisa Gabriele, operatrice agrituristica di Bella, ha lanciato alcune proposte: “oltre ad “adottare” un paesaggio che è parte integrante della nostra azienda adotteremo un seme, una produzione che è sempre più rara nelle nostre aree rurali se non in via di estinzione. In fondo – spiega – sono gli agricoltori gli ultimi custodi del bene terra-paesaggio. Quanto all’idea di distretto potremmo muovere i primi passi sperimentali nell’area Montagna Potentino-Marmo Melandro”.
Mar 23