Dal tavolo agrumi del Ministero alle Politiche Agricole sono arrivate prime risposte per il settore, non sufficienti a far fronte alla grave crisi di mercato. Così la Cia-Agricoltori Italiani. Il comparto agrumicolo lucano in particolare concentrato nel Metapontino con oltre 3.500 aziende, 5.800 ettari di produzione per arance (80-85 mila tonnellate/anno) e 2.100 ettari di clementine (24-26 mila tonnellate/anno), continua a svolgere un ruolo strategico per la Plv dell’agricoltura lucana, oltre che per l’export (specie in Germania).
Punti di debolezza del comparto – evidenzia ancora la Cia Basilicata – sono le quotazioni che restano invariate dal 2008, con poche decine di centesimi al kg sulla pianta rispetto anche ai 2-3 euro al kg per le qualità migliori e più richieste dal mercato che si registrano nella vendita al consumatore; la riduzione progressiva di aziende (-33% in un decennio) e di superficie agricola utile agrumicola (-22% in un decennio); una scarsa competitività commerciale, dovuta a costi di produzione elevati rispetto ai concorrenti esteri; la richiesta di mercato orientata sempre di più sui calibri compresi tra 1 e 4; la produzione di clementine comuni meno richieste dal mercato rispetto ad altre varietà (per intenderci quelle senza nocciolo).
L’unico punto di forza è la resa agrumicola, che segue una tendenza al rialzo anno dopo anno. Questo fattore – mette in guardia la Cia lucana – va comunque verificato in riferimento alle condizioni meteo e alla diffusione di fitopatie: in primo piano il virus della Tristeza (Ctv), presente nella quasi totalità delle regioni produttrici.
Le misure contingenti stabilite dal Mipaaf, come il ritiro immediato di 500 tonnellate di agrumi e il piano di comunicazione e promozione al consumo, vanno nella direzione giusta -spiega la Cia-. D’altro canto, però, non è ancora operativo il bando di distribuzione agli indigenti e, soprattutto, le risorse previste dal Fondo agrumicolo per il 2018 (ovvero 2 milioni di euro) sono limitate rispetto alle azioni necessarie per ridare competitività al settore.
L’attuale campagna agrumicola, tra le peggiori degli ultimi anni, caratterizzata da grossi quantitativi di agrumi di piccola pezzatura, non graditi dalla Grande distribuzione organizzata e pagati poco dall’industria di trasformazione, uniti ai problemi fitosanitari cronici come il virus Tristeza e alla grande siccità di quest’estate, stanno mettendo a rischio la vitalità delle aziende del territorio, soprattutto in Sicilia e in Calabria dove si producono l’80% degli agrumi italiani.
Perché -continua la Cia- servono interventi robusti ed efficaci per superare l’emergenza, trovando soluzioni anche con la parte industriale per evitare speculazioni. In prospettiva, invece, c’è bisogno di un vero Piano di settore per il rilancio dell’agrumicoltura nazionale. L’ammodernamento degli impianti produttivi, il sostegno all’aggregazione e la tutela rispetto ai rischi fitosanitari sono impegni non più rinviabili.
LE AZIONI PRIORITARIE DECISE AL TAVOLO MIPAAF
– Misure di emergenza: ritiro dal mercato di 4500 tonnellate di arance e distribuzione agli indigenti. Il Mipaaf provvederà a mettere in campo un piano aggiuntivo di ritiri di prodotti dal mercato per un totale di 4.500 tonnellate in due fasi:
• 500 tonnellate di ritiri utilizzando subito il totale plafond disponibile sulle dotazioni per il contrasto all’embargo russo;
• 4.000 tonnellate circa attraverso un bando pubblico per acquisto di arance e distribuzione agli indigenti.
Ripristino del potenziale produttivo e rinnovo varietale
Al fine di supportare una strategia di ripristino del potenziale produttivo degli agrumeti colpiti dal virus Tristeza, vanno coordinate le azioni dei produttori con il sostegno che le istituzioni possono mettere in campo. Le condizioni da assicurare per realizzare il programma di rinnovo varietale sono:
• Assicurare la disponibilità di piante indenni per realizzare il piano annuale di riconversione programmato, attraverso investimento diretto del CREA;
• realizzazione del Catasto agrumicolo nazionale: il Mipaaf si impegna a definire il catasto agrumicolo, avviandone la realizzazione già nel 2018, come condizione necessaria per garantire qualsiasi azione di programmazione produttiva orientata al mercato;
• Riconversione produttiva: avvio piano di riconversione varietale con materiale certificato esente da virus, utilizzando in maniera sinergica e integrata le risorse dei PSR e dell’OCM attraverso le organizzazioni dei produttori.
Fondo agrumicolo – 10 milioni di euro in legge di bilancio
Al fine di incentivare l’aggregazione, gli accordi di filiera, l’internazionalizzazione, la competitività e la produzione di qualità è istituto con Legge di Bilancio un Fondo agrumicolo con una dotazione di 10 milioni di euro (2 per 2018, 4 per 2019 e 2020). Nell’elaborazione del decreto attuativo previsto alla norma il Mipaaf ha iniziato a coinvolgere la filiera per un confronto operativo sugli strumenti da attivare con questo budget.
Export – rafforzamento azioni su dossier fitosanitari
Una voce cruciale per raggiungere l’equilibrio di mercato e una migliore remunerazione del prodotto è l’aumento dell’export e l’apertura di nuovi mercati. A tale fine è stato già stabilito un finanziamento per rafforzare il lavoro sulla presentazione dei dossier fitosanitari, che sono un elemento strategico per chiudere positivamente i negoziati con i Paesi terzi e aprire alle esportazioni di agrumi italiani.
Si utilizzerà anche la novità dell’Omnibus che consente alle Organizzazioni di produttori di finanziare le attività legate alla gestione dei protocolli fitosanitari attraverso i programmi operativi.
Promozione e azioni coordinate con GDO
Per un sostegno immediato già nelle prossime settimane il Ministero intende costruire insieme alla filiera produttiva e alla grande distribuzione organizzata un’azione straordinaria di promozione e informazione dei consumatori. Un primo stanziamento di 400mila euro è stato già previsto per il 2018 ed è immediatamente attivabile per comunicazione istituzionale sulle caratteristiche nutrizionali delle arance in collaborazione con la GDO.