Dopo l’uva da tavola,sempre nel Metapontino nell’occhio del ciclone ci sono gli agrumi con quantità di prodotto diminuito a causa degli sbalzi climatici e dagli eventi metereologici estremi e prezzi contenuti. Lo afferma la Cia-Agricoltori di Matera, sottolineando che siamo ad una situazione simile al vicino Tarantino, con quotazioni sul mercato Metapontino (dati Ismea al primo novembre scorso) tra 0,70-0,75 euro/kg per le arance e tra 0,75-0,80 euro per le clementine. Puglia e Basilicata, anche se non con grandi estensioni, producono arance navel e clementine di qualità.
La Cia evidenzia che la Basilicata (per gran parte il Metapontino) è la quarta regione italiana per produzione di agrumi (112 mila tonnellate nel 2017 con 5.775 ha di agrumeti) e risente in particolare della “concorrenza senza regole” dei discount e iper-mercati che praticano in alcuni casi persino prezzi più bassi di quelli all’ingrosso per i produttori. E’ un’operazione che distorce il mercato, destabilizza i produttori e, di fatto, può rappresentare una forma di pressione affinché le aziende agricole tengano artificiosamente prezzi bassi e sottocosto, facendosi un autogol e riducendo ulteriormente la redditività. Sulle storture create dalla grande distribuzione organizzata nel bilanciamento dei prezzi è necessario avviare una discussione seria, sia a livello nazionale che europeo. Le nostre aziende agricole sono tra le più controllate del mondo. Devono attenersi a disciplinari molto rigidi che tutelano qualità e salubrità dei prodotti. Si tratta di regole che, in Paesi come Spagna e Marocco, sono molto più blande. Come per altri settori, anche in quello agrumicolo sta assumendo contorni grotteschi e drammatici la differenza tra chi si attiene a regole serie e inflessibili e quanti, in altri Paesi, aumentano la loro competitività sui mercati grazie a normative meno stringenti sia sul costo del lavoro che sui trattamenti cui sottopongono i prodotti. E’ necessario che il Governo italiano non lasci nulla di intentato, in Europa, per uniformare gli standard, facendo in modo che almeno gli Stati dell’Ue adottino regole comuni per non fare concorrenza sleale, secondo quanto previsto dal disegno di legge n. 1583 del Senato, “Disposizioni in materia di trasparenza delle pratiche commerciali della filiera agrumicola e di elaborazione dei costi medi di produzione dei prodotti ortofrutticoli”.
La Cia-Agricoltori Italiani sta lavorando per favorire le Orgnizzazioni di Produttori, le cooperative e una filiera che faccia anche trasformazione per conservare il valore aggiunto del settore agrumicolo. Assieme alle istituzioni di ogni livello, è necessario avviare una grande campagna informativa e di promozione dei nostri agrumi, perché se le aziende agrumicole chiudono, il danno lo pagheremo sia come sistema-Paese che come consumatori.