“Il 35% di imprenditrici nel Distretto Agro-alimentare del Metapontino, con una tendenza alla crescita, secondo quanto riferisce oggi l’indagine Red-Sintesi (Sole 24 ore) va decisamente oltre il dato, sia pure positivo, di Unioncamere sul tasso di femminilizzazione delle microimprese che vede la Basilicata, al 30 settembre scorso, con il 26,5%, occupare il secondo posto della graduatoria per regioni, dopo il Molise. Inoltre, l’agro-alimentare specie per la buona presenza di donne titolari di aziende agricole si conferma, subito dopo il commercio, la prima attività imprenditoriale per le donne lucane”. A sostenerlo è Rossana Florio, vice segretaria regionale del Centro Democratico, riferendo che al 30 settembre scorso le imprese femminili registrate agli Albi delle Cciaa di Matera e Potenza sono 15.839 su poco meno di 60mila in totale e nei primi nove mesi dell’anno circa 2mila donne lucane hanno avviato una propria attività.
“Se dunque le donne mostrano di avere coraggio, determinazione e competenze professionali per farsi strada nel sistema produttivo, da noi il coraggio è maggiore per la mancanza di alternativa di occupazione. La situazione della precarietà nella scuola, di cui si parla in questi giorni, con la grande maggioranza di donne insegnanti, è sicuramente l’esempio diretto delle difficoltà di lavoro stabile nella Pubblica Amministrazione. Ma il coraggio non basta e per questo è necessario mettere in campo al più presto politiche mirate che ne accelerino il percorso. Gli strumenti ravvicinati – aggiunge Florio – vanno ricercati nella nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 per sostenere le imprese femminili e in azioni per favorire il credito che continua a rappresentare la più pesante palla al piede per qualsiasi donna che voglia avviare un’impresa. Sono indicazioni che devono servire al Governo Regionale a rafforzare interventi e servizi per l’imprenditoria femminile e nello specifico per rilanciare il Distretto del Metapontino che risente delle differenti crisi di mercato, delle calamità naturali e della carenza infrastrutturale da superare, ripeto, con l’aeroporto di Pisticci, indipendentemente dal suo inserimento nel Piano nazionale aeroporti regionali quale scalo al servizio di turismo e attività produttive”.