Parte oggi “Mielerie Aperte”, progetto nato per volontà di UNAAPI – Unione Nazionale di Associazioni di Apicoltori Italiani – per far incontrare consumatori e prodotti dell’alveare, sia fisicamente sia attraverso iniziative di comunicazione e promozione a livello nazionale. A riferirlo è Nicola Di Nuzzo, presidente dell’Associazione Apicoltori Lucani, che conta 150 associati con un totale di 13.000 alveari pari a circa il 70% del totale lucano. Per avere il quadro completo delle mielierie aderenti anche in Basilicata: https://mielerieaperte.it/mappa/
UNAAPI collabora con i propri Soci per guidare l’evoluzione delle Aziende Apistiche in Mielerie Aperte, grazie ad un programma formativo e di comunicazione condiviso, che permetta ad apicoltori e apicoltrici di programmare una serie di iniziative rivolte al pubblico. II valore fondante dell’iniziativa è l’Unione fa la forza, e grazie a questo i consumatori potranno contare sull’apertura in contemporanea delle Mielerie nei giorni 19 maggio e 17 novembre. Due occasioni. le Giornate di Mielerie Aperte, dove il racconto delle origini dei mieli, dei loro sapori e dei prodotti dell’alveare sono protagonisti, insieme alla scoperta degli strumenti e spazi nei quali apicoltori e api generano questi tesori. Visitatori e consumatori potranno accedere, infatti, alle Aziende della Rete e conoscere i segreti dei processi produttivi del miele, polline, cera, pappa reale e propoli. In tali giornate ciascuna azienda apistica predispone, in base ai propri spazi e possibilità, una serie di attività: visite guidate in apiario, degustazione di mieli, spiegazioni/dimostrazioni sulla lavorazione dei prodotti delle api. Obiettivo comune e condiviso per tutte le Mielerie è la voglia di aprire le porte ai consumatori per raccontare da vicino le sfide quotidiane delle api e dei loro allevatori per preservare la qualità e la magia degli alveari e dei loro prodotti, amati dall’umanità di tutto il mondo fin dalle epoche più antiche. La rete di Mielerie Aperte è online sul sito mielerieaperte.it.
Il settore apistico italiano -si sottolinea nella nota – è messo in ginocchio da una serie di fattori, fra cui il cambiamento climatico. Alle problematiche produttive si sovrappone una grave crisi di mercato caratterizzata dallo stallo delle compravendite e dalla diminuzione delle quotazioni riconosciute ai produttori, per quanto riguarda il miele di produzione nazionale. La Grande Distribuzione Organizzata si orienta sempre più massicciamente su mieli esteri a basso costo e di conseguenza il mercato del miele italiano è pesantemente penalizzato dall’ingresso di prodotto, spesso di provenienza extra UE, di dubbia e scarsa qualità. L’Unaapi è impegnata, con diverse iniziative, per trovare soluzioni, a medio e lungo termine, alla crisi di un mercato fortemente condizionato anche dalle dinamiche degli scambi commerciali a livello globale. Sul fronte europeo si sta concludendo il processo per la revisione della Direttiva quadro sul miele che garantirà una maggiore trasparenza verso i consumatori e migliori strumenti per la lotta alle frodi, seppur con tempistiche non di breve periodo. Pertanto, è importante non intralciare la fase finale di questo processo che porterà alla prossima adozione della norma. L’attività dell’Unaapi attualmente include anche: l’impegno per ottenere risorse straordinarie per le aziende apistiche a parziale ristoro delle perdite di produzione subite negli ultimi anni; la partecipazione a campagne ed eventi finalizzati alla promozione del consumo consapevole del miele; proposte per la modifica della Legge 313 sull’apicoltura, in particolare per la tutela del nomadismo quale pratica apistica imprescindibile; proposte per la modifica del Manuale I&R per una corretta, sostenibile ed equa tracciabilità delle movimentazioni in apicoltura. Ad oggi, riteniamo premature e inadeguate manifestazioni di protesta poiché le proposte a supporto del comparto apistico sono state presentate nelle rispettive sedi istituzionali e al momento siamo in attesa di una loro valutazione e adozione, a livello unionale e nazionale. Infine, considerando che le cause della crisi di mercato sono comuni a tutti i Paesi dell’UE e che una loro soluzione richiede strumenti che superano i confini nazionali, riteniamo che il problema debba essere affrontato insieme ai colleghi apicoltori degli altri Stati Membri con azioni pubbliche condivise e coordinate a livello europeo, qualora non arrivassero le risposte auspicate.