Si è svolta a Potenza nella sede dell’Ara di Basilicata, la prima riunione operativa delle associazioni di allevatori di Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, finalizzata all’individuazione di un percorso condiviso che, grazie anche al supporto nazionale del Dipartimento Qualità Agroalimentare’ Dqa’, possa portare al riconoscimento della dop, denominazione di origine protetta, al caciocavallo podolico. Prodotto con latte delle bovine di razza podolica allevate al Sud, il caciocavallo, rinomata eccellenza casearia, può rappresentare il punto da cui far ripartire l’intero comparto zootecnico del Mezzogiorno soprattutto nel settore dell’allevamento condotto al pascolo. ” Un percorso non esente da criticità, ma capace di valorizzazione l’immagine e il valore di mercato di una produzione di origine zootecnica che aspiri ad ottenere il più prestigioso dei riconoscimenti a marchio europeo”, ha spiegato il direttore del Dqa, Michele Blasi, presente alla riunione operativa assieme ai presidenti ed ai direttori delle Ara di Basilicata, Calabria, Campania e Puglia . “Per ottenere una Dop – ha spiegato tra l’altro Blasi – occorre un lungo e minuzioso lavoro preparatorio, ed è anche importante poi, una volta ottenuta l’attestazione continentale, continuare ad operare per difendere e soprattutto promuovere l’economia e l’immagine del prodotto”. Centrale sarà quindi il lavoro di squadra tra le associazioni. “Con la podolica – hanno ricordato il presidente ed il direttore dell’Ara Basilicata, Palmino Ferramosca e Giuseppe Brillante, promotori dell’iniziativa – abbiamo già delle positive e consolidate esperienze nel settore carne, con il riconoscimento avuto dal Mipaaf dell’SQNZ per il “bovino podolico al pascolo”. Siamo convinti che ‘facendo sistema’ anche con il contributo delle regioni limitrofe si possa iniziare qualcosa di valido, che abbia un’importanza non solo per la valorizzazione di un prodotto derivato da una singola razza, ma pure per garantire nel prossimo futuro una redditività più alta per la materia prima agli allevatori, che devono veder giustamente remunerato il loro ruolo multifunzionale sia di presidio territoriale e occupazionale, sia di sostenibilità ambientale. Il fatto che l’idea di partire con la valorizzazione del caciocavallo podolico sia venuta da un nucleo di giovani e appassionati allevatori della razza ci dà uno stimolo ulteriore”. Concorde sulla necessità di fare rete tra le associazioni Mauro Donda, direttore generale di Aia. “Come Sistema Allevatori – ha spiegato nel corso dell’incontro- vediamo favorevolmente l’impegno delle associate territoriali nel ‘fare sistema’ per sostenere e promuovere le produzioni tipiche locali che sono già un reale vanto per i rispettivi areali d’allevamento. L’incontro dedicato al lavoro preparatorio per la promozione a favore del caciocavallo podolico può essere preso a modello per un modus operandi da replicare anche per altri progetti, come ‘cantiere di lavoro’ comune tra associazioni che hanno obiettivi convergenti. Siamo consapevoli che il percorso per giungere ad un riconoscimento importante come l’ottenimento di una Dop non sia impresa assolutamente facile, ma forse vale la pena provarci. Intraprendere un percorso futuro che passi attraverso la cosiddetta transizione ecologica non può non prevedere la valorizzazione di prodotti agricoli e zootecnici che ben si abbinano a valori quali il benessere degli animali, l’integrazione con forme di turismo ecosostenibile, il richiamo alle più antiche tradizioni agropastorali come la transumanza, di cui la bovina podolica è da sempre protagonista”.