Aldo Mattia, direttore regionale Coldiretti Basilicata e Maria Anna Fanelli, referente Stati generali delle donne Basilicata, presentano il documento degli Stati Generali delle donne della Basilicata in relazione ai temi trattati:
• donne in agricoltura e nella imprenditoria femminile in Basilicata;
• situazione nell’emergenza epidemiologica e nella transizione dalla fase 2 alla fase 3.
• l’apporto del protagonismo femminile;
• le proposte di intervento;
Ormai da tre mesi le conseguenze delle criticità di natura sanitaria si sono riversate anche sul mondo produttivo della Basilicata e destano non poche preoccupazioni.
In tale contesto, con l’emergenza COVID-19, ci troviamo di fronte a situazioni che non si sono mai verificate, che non abbiamo mai vissuto. La chiusura delle scuole, di musei e di pubblici esercizi, la paura dei contatti umani ha influenzato enormemente anche la nostra emotività e la nostra modalità di lavoro. In tale situazione, anche condizionata dai provvedimenti governativi di contrasto all’emergenza sanitaria, gli agriturismi e tutte quelle attività connesse all’agricoltura (fattorie didattiche, agriludoteche, agriasilo, etc.) più di altri, hanno risentito pesantemente di questa crisi.
Fin dall’inizio della emergenza epidemiologica, le aziende agricole hanno aderito a qualsiasi iniziativa del Governo messa in campo per contrastare la diffusione del virus, nell’interesse più generale della tutela della salute.
Le conseguenze sono evidenti e i danni sono incalcolabili, sia economico-finanziari che sociali, intere famiglie che avevano dedicato la loro attività a processi di diversificazione, soprattutto quelle legate all’ospitalità ed al sociale, sono senza reddito e a rischio chiusura.
Adesso ci accingiamo ad affrontare la fase più difficile, la transizione dalla cosiddetta “Fase 2” alla Fase 3, che dovrebbe consentire al sistemo economico e sociale di ripartire.
Una fase che, se ben coordinata, dovrebbe creare le giuste condizioni per una definitiva ripartenza in sicurezza. Una fase molto delicata che, se ben sostenuta, potrebbe, ricreando un clima di ottimismo e fiducia, favorire una risposta positiva da parte delle imprese e dei cittadini; una fase che dovrebbe prevedere sia atti regolamentari che provvedimenti di sostegno adeguati per una “nuova normalità”.
In tale contesto, l’agricoltura è, ancora di più, punto di forza per la costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo: sostenibile, innovativo e capace di dare impulso economico al territorio attraverso la multifunzionalità; un nuovo paradigma dove la terra torni a essere quella risorsa preziosa a servizio dell’agricoltura e dell’alimentazione e le imprese agricole possano aiutare l’economia a guarire, proprio perché in grado di concorrere a dare uno straordinario contributo all’umanizzazione della società. Infatti, il settore agricolo, pur attraversato da tutte le difficoltà del nostro tempo – dall’emergenza ambientale e idrica, ai cambiamenti climatici, all’alimentazione e alla salute – continua a sostenere con coraggio la genuinità originaria del cibo, la distintività dei prodotti, la difesa del reddito, la legalità contro le contraffazioni, la difesa del territorio e del suo paesaggio, il rispetto della terra e della sua fertilità. Lavorare i campi non è soltanto un modo per produrre, ma anche di vivere perché consente di unire i beni immateriali con i beni materiali, conquistando sempre più spazio nel dialogo sociale per la rigenerazione della società perché non sia solo competitiva, ma anche solidale.
Se trattata con rispetto la terra tornerà a essere quella risorsa preziosa a servizio dell’agricoltura e dell’alimentazione, luoghi dove oggi si incrociano le speranze e le domande di futuro delle nuove generazioni. C’è una via diversa, alternativa alla standardizzazione, all’omologazione, al basso costo del lavoro, alla non tutela dell’ambiente. E’ l’agricoltura di qualità, che mantiene il patrimonio ambientale, che sa promuovere buone pratiche.
Tutto ciò è ancora più vero proprio in questa fase.
Ed è in questa fase che il ruolo delle donne può risultare fondamentale.
Non a caso, il protagonismo femminile ha rivoluzionato l’attività agricola come dimostra l’impulso dato dalla loro presenza nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, le agritate, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy, gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura a basso impatto ambientale, nel recupero delle piante e degli animali in estinzione fino nella presenza nei mercati di vendita diretta, ne sono un esempio i mercati e gli agriturismi di Campagna Amica, promossi dalla Coldiretti. Nell’attività imprenditoriale agricola le donne hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità.
Lo spazio femminile è un laboratorio di idee e un’opportunità di impegno verso la collettività.
“In Basilicata a fine 2019 sono state censite al Registro imprese della Camera di Commercio della Basilicata 16.081 aziende con una donna al timone societario: il dato è in calo rispetto al 2018 (le imprese al femminile erano 16.137) “ma con una media percentuale di tutto rispetto, 26,73%, che resta superiore rispetto a quella del Sud (23,76%) e dell’Italia (22%)”. I dati sono stati resi noti dall’ufficio stampa dell’ente camerale “con il supporto dell’Azienda speciale Asset, che ha elaborato i dati del 2019 andando a generare delle verticalizzazioni rispetto all’universo delle imprese lucane in rosa”.
“Notevole” è stata definita “anche la percentuale di imprese femminili sul totale delle aziende lucane: siamo al 34,98%. Più di una su tre, dunque, vede una donna a capo dell’impresa”.
Le donne imprenditrici “continuano a guardare con grande interesse l’agricoltura, settore in cui sono censite ben 6.366 imprese al femminile; 3.666 sono nel commercio, 1.051 nei servizi di alloggio e ristorazione, 1.022 in altre attività legate ai servizi, 831 nell’industria manifatturiera”. Inoltre il”dato interessante riguarda le forme giuridiche: crescono le società di capitali (nel 2019 sono al 14,48%) anche se la stragrande maggioranza delle imprese al femminile poggia ancora le basi sulle ditte individuali (pesano per oltre il 76%), che sono le più fragili e le più esposte alla crisi, sui mercati divenuti globali e competitivi. Le altre forme (società di persone, cooperative e consorzi) segnano una sostanziale tenuta rispetto agli anni precedenti”.
Il dato che preoccupa è la diminuzione delle imprese femminili giovanili. Infatti, le imprese femminili giovanili (cioè con a capo donne under 35), sono passate dalle 2.085 del 2017 alle 1.965 del 2018, fino alle 1.873 del 2019″. A tale proposito,il Comitato per l’Imprenditoria femminile della Cciaa lucana, ha evidenziato che “il dato è anche una conseguenza rispetto ad una mancata strutturazione del welfare, in relazione alla conciliazione vita-lavoro, per cui piccole e micro imprese gestite da donne spesso cessano l’attività nel momento in cui le titolari decidono di mettere su famiglia e sono costrette, loro malgrado, ad effettuare una scelta. E’ evidente la necessità “ per l’imprenditoria femminile lucana di poter usufruire di un sistema di nuove politiche attive del welfare, che garantisca la conciliazione vita lavoro.
Proposte di intervento
Come noto l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha colpito in modo particolare le Fattorie Didattiche e gli agriturismi, che hanno dovuto fermare le proprie attività proprio nei mesi in cui avrebbero avuto la maggior parte delle impegni annuali: le visite e le lezioni a scuola e in fattoria, le gite scolastiche ecc.
1. Fattorie Didattiche
Ma oggi e nei prossimi mesi le fattorie didattiche possono svolgere un ruolo fondamentale al fine di sostenere le famiglie e i genitori, in particolare le madri, che rientreranno al lavoro in concomitanza con la fine delle lezioni scolastiche, e al fine di offrire servizi educativi con particolare attenzione al benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi.
Per favorire la ripresa delle attività nelle Fattorie Didattiche in questo delicato momento, può essere un esempio il progetto “Diamo spazio ai bambini – Linee di indirizzo per progetti educativi nelle Fattorie Didattiche”, redatto dalla Confederazione Nazionale Coldiretti.
Il progetto “Diamo spazio ai bambini” indica alcune linee guida per le imprese agricole che svolgono le attività ricreative e didattiche affinché, in questa lunga fase di transizione verso una nuova “normalità”, possa essere garantito il ritorno alla socialità e al gioco, in conformità alla normativa per la prevenzione ed il contenimento dell’emergenza epidemiologica COVID_19 e tenuto conto della documentazione tecnico-scientifica di rilievo per il settore a cui si fa riferimento nel testo, e in particolare il DPCM pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Edizione straordinaria del 17 maggio 2020.
Il progetto “Diamo spazio ai bambini” intende fornire informazioni generali come base per elaborare progetti specifici – che riflettano le specificità e le esigenze dei diversi territori – e articolare le specifiche richieste alle istituzioni regionali di competenza.
Questo potrebbe risultare di assoluto interesse, anche per il futuro “normale”, proprio in un territorio come la Basilicata costituito da tanti piccoli borghi (circa il 70% sotto i duemila abitanti), molti dei quali a rischio spopolamento.
Per quanto di interesse al fine della riapertura della fattorie didattiche, il DPCM del 17 maggio 2020 introduce la seguente novità: a decorrere dal 15 giugno 2020, è consentito l’accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del dipartimento per le politiche della famiglia di cui all’allegato 8; le Regioni e le Province Autonome possono stabilire una diversa data anticipata o posticipata a condizione che abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali.
Per rispettare il distanziamento interpersonale le aziende potrebbero decidere di diminuire il numero di bambini coinvolti nelle singole attività e accolti nelle strutture aziendali e aumentare nel contempo il numero di operatori e formatori, con conseguente aumento della spesa sostenuta per fornire gli stessi standard di qualità dell’offerta formativa.
Per questo, e per consentire la massima accessibilità del servizio offerto a tutte le famiglie e in particolare alle madri, lavoratrici e non, si auspica l’attivazione di misure di sostegno (possibilità di utilizzo dei voucher baby sitter, contributi ai genitori) da parte delle istituzioni competenti.
Allo stesso modo, per agevolare il raggiungimento dell’azienda da parte degli utenti, si auspica la collaborazione dei Comuni e delle istituzioni locali per organizzare servizi di bus/navetta.
2. Agriturismi
Adesso ci accingiamo ad affrontare la cosiddetta “Fase 3” che dovrebbe creare le giuste condizioni per una definitiva ripartenza in sicurezza.
A tal proposito è utile precisare che gli agriturismi generalmente sono situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza; riteniamo che, nel rispetto delle misure di precauzione, ci sono tutte le condizioni per riaprire le strutture agrituristiche e ciò, con l’arrivo della bella stagione significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e favorire un turismo diffuso che, nella massima sicurezza sanitaria, promuove e valorizza l’intera Basilicata.
A sostenere la riapertura in sicurezza si propone di realizzare un piano di sostegno, che possa prevedere misure straordinarie di intervento, l’adeguamento della normativa regionale alle nuove norme di sicurezza e protocolli con indicazioni chiare per la messa a norma delle aziende.
Atti regolamentari
In attesa di una revisione generale della legge regionale sugli agriturismi sarebbe opportuno intervenire con emendamenti funzionali alla gestione in sicurezza dell’attività a seguito dell’emergenza sanitaria COVID19
Consegna a domicilio e asporto anche successivamente alla emergenza. Inoltre occorrerebbe inserire nella normativa regionale anche la possibilità del servizio di ristorazione fuori dalla sede aziendale, così che anche gli agriturismi possano effettuare servizio durante cerimonie, congressi, riunioni che si tengono in luogo diverso dall’agriturismo
Semplificazione normativa e burocratica
Per rilanciare il turismo, ritrovare la fiducia e ridare fiducia ai nostri clienti e turisti dovremo prevedere soprattutto una vera semplificazione burocratica sulle norme edilizie comunali per l’adeguamento delle strutture alle nuove norme di sicurezza.
Sicurezza
Un’altra parola chiave per gli agriturismi è la sicurezza, in particolare verso gli ospiti e il personale dipendente. Rispettando le distanze e soprattutto la possibilità di godere la natura.
Vero Agriturismo
I nostri agriturismi rappresentano verità e trasparenza, ma sempre di più dovremo parlare un unico linguaggio: quello del vero made in Basilicata. Sarà necessario ripartire “sfruttando” al meglio il territorio e le bellezze che su questo insistono. La vera tradizione contadina che sta nelle nostre aziende agricole sarà l’arma vincente. Sempre di più dovremo far emergere il legame stretto tra agricoltura e agriturismo aprendo un tavolo di confronto per rivedere l’attuale legge regionale.
Azioni di sostegno finanziario ad integrazione di quanto previsto dai provvedimenti governativi nazionali.
Promozione
Su un piano più generale è opportuno iniziare a lavorare fin da ora per ricostruire un clima di fiducia nei confronti del marchio Made in Basilicata una eccellenza riconosciuta sul piano qualitativo a livello comunitario ed internazionale. Serve pertanto porre le premesse per una forte campagna di comunicazione per sostenere il turismo in Basilicata; in tale direzione occorre concentrare il massimo sforzo per non disperdere gli effetti positivi di Matera capitale della cultura europea sull’intera Basilicata.