Il Presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale,Afredo Cestari, è stato invitato a tenere un discorso al Parlamento Europeo l’11 ottobre sul tema delle “possibilità delle energie rinnovabili nel portare lo sviluppo economico sostenibile nei paesi ACP, in particolare nelle aree remote”. L’evento è stato organizzato dalla Commissione per lo sviluppo economico, le finanze e il commercio dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, assemblea che riunisce deputati europei e rappresentanti di Paesi dell’Africa, dei Caribi e del Pacifico, per un totale di ben 78 Stati. L’Assemblea si riunisce per promuovere la cooperazione tra Nord e Sud del mondo e i valori alla base dell’Accordo di Cotonou firmato da UE e Paesi ACP: diritti umani, stato di diritto e democrazia. Eventi come questo sono un importante esempio della crescente attenzione mostrata dall’Europa verso il suo immenso vicino, attenzione confermata dalla missione di metà luglio in Niger del Presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, missione che ha incluso la partecipazione di numerosi esponenti del mondo imprenditoriale europeo. L’Ing. Cestari, grazie alla sua esperienza pluri-ventennale nel confrontarsi con le molteplici realtà africane, figura tra i massimi conoscitori in Italia del continente africano e delle molteplici opportunità offerte per il mondo imprenditoriale italiano in cerca di nuovi mercati. La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale è impegnata nell’ambizioso progetto “Sinergie per lo sviluppo” diretto al continente africano con il duplice obbiettivo di fare fronte alla crisi migratoria e di offrire nuove opportunità di investimento alle imprese italiane ed europee ancora reduci dalla crisi con il supporto delle istituzioni comunitarie e nazionali.
Il progetto, tra l’altro, intende contribuire a risolvere problemi economici e sociali tramite l’azione diretta del settore privato, in sinergia con le prerogative dell’Unione Europea nel campo delle energie rinnovabili.
L’idea di base – spiega l’ing. Cestari – parte dal presupposto che l’Africa abbia notevoli risorse energetiche rinnovabili, in gran parte inutilizzate, se si tiene conto, ad esempio, che solo il 10% del potenziale idroelettrico del continente è utilizzato, che il vasto potenziale per il solare è quasi intatto e, ancora, che le risorse eoliche non sono ancora state valorizzate e la geotermica giocherà un ruolo cruciale in Africa orientale nel prossimo futuro. Pertanto queste risorse, se messe a frutto, possono costituire un punto di partenza per avviare percorsi di sviluppo in Paesi nei quali il livello di povertà e di diseguaglianza rimane molto alto, la popolazione è la più giovane del mondo ed è destinata a raddoppiare entro il 2045. Considerando anche che metà della popolazione africana vivrà nelle città entro il 2030, con richieste crescenti di servizi, beni, energia per usi commerciali e industriali, si ritiene ipotizzabile creare 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro grazie allo sviluppo energetico. Puntare sulle rinnovabili, inoltre, significa anche ridurre le emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi individuati nella Conferenza di Parigi. L’adesione al progetto, finanziato con fondi già istituiti dall’Ue, è aperta a tutte le imprese europee senza limiti di dimensione aziendale: l’obiettivo, dunque, è anche quello di fare in modo che le imprese entrino nel partenariato. A ben vedere, quindi, il progetto potrà portare effetti positivi direttamente all’Africa e al suo popolo, ma anche all’Europa, sia sotto forma di guadagno per le imprese che vi parteciperanno, sia come prevedibile diminuzione del flusso migratorio verso il “vecchio continente”, spesso alimentato proprio dalla povertà che, purtroppo, contraddistingue il continente africano.
Gli uffici della Camera di commercio ItalAfrica a Bruxelles, faranno da intermediari tra le singole imprese partner, l’istituzione europea e gli stati africani direttamente interessati.
Al termine degli studi di pre-fattibilità in corso, il progetto verrà realizzato nel territorio dello Stato africano di cui saranno già disponibili le autorizzazioni mediante l’attività preparatoria della Camera di Commercio.
Il progetto, infine, sarà poi applicabile e realizzato anche negli stati limitrofi, sì da poter valorizzare economie di scala e programmi di investimento.
“Apriamoci alla cooperazione – aggiunge l’imprenditore lucano – ed evitiamo di chiuderci dal punto di vista economico: dobbiamo favorire dialogo e colloquio e non chiuderci a riccio, altrimenti aumenteranno le distanze non solo economiche, ma anche politiche”.