“Il documento di analisi e proposte dell’ANLAC (Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli), che a sede a Matera, che mi ha fatto pervenire il presidente nazionale Saverio De Bonis, per superare la persistente fase di grave crisi che attraversa da troppi anni il settore cunicolo italiano, merita condivisione e pieno sostegno”. Ad evidenziarlo è l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Benedetto che aggiunge: “soprattutto il comparto cunicolo lucano ha assoluta necessità di misure ed azioni di emergenza, perché, nel giro di un decennio, ha raggiunto la situazione più critica, passando, secondo i dati del sesto censimento generale dell’agricoltura, da ben 5.399 aziende del 2000 a solo 143 del 2010, anche se i capi registrano un incremento da 104mila del 2000 ai 125.622 del 2010, con una media elevata di 830 conigli/azienda, quindi con una concentrazione degli allevamenti e la quasi scomparsa di quelli a conduzione familiare”.
Nel sottolineare che “l’allevamento di conigli può rappresentare anche nella nostra regione una valida opportunità per sviluppare la multifunzionalità aziendale e per accrescere il reddito degli agricoltori, specie se titolari di piccole aziende familiari”, Benedetto afferma che “ha perfettamente ragione l’ANLAC nell’individuare tra le cause principali del perdurante stato di emergenza per gli allevatori la mancata attuazione di un Piano organico di rilancio su cui tutti gli allevatori avevano sperato per non oscurare il loro futuro, un Piano che ad oggi non è risultato utile in termini reali di efficacia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: i tempi della pianificazione non sono stati rispettati e oggi al tavolo di filiera si parla di riscriverlo e aggiornarlo”.
L’assessore evidenzia che “l’ Italia, nel mondo, è il terzo paese produttore e importatore di carne di coniglio, ma da circa due anni le importazioni italiane di coniglio hanno subito una metamorfosi nelle quote imputabili alle diverse aree di provenienza e presentano alcune anomalie, tra le quali quella più negativa riguarda una media dei prezzi bassi all’ origine e di riduzione dei redditi percepiti dagli allevatori italiani e dai piccoli macellatori del Sud. Il risultato è la forte crescita di importazione da altri Paesi Europei ed extra Ue con prezzi bassi nei supermercati e in macelleria”.
“Tra le proposte che sottoporrò al coordinatore nazionale degli Assessori regionali all’Agricoltura Fabrizio Nardoni perché le Regioni assumano un’iniziativa congiunta – evidenzia l’assessore – figurano: l’ apertura di una indagine conoscitiva da parte dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, in relazione al mercato delle carni di coniglio, italiano ed europeo; la convocazione dell’ Abi e Ismea con la parte produttiva di base della filiera per garantire una moratoria dei pagamenti e un accesso immediato al credito che consenta di consolidare le passivita’ a tassi agevolati nel lungotermine e ripristinare liquidità immediata per una ripresa delle attività, in una fase di grave credit crunch; la convocazione di un incontro della filiera con federdistribuzione per salvare il settore, attraverso un accordo che salvaguardi il prodotto nazionale e definisca la redistribuzione del valore lungo la filiera, a partire dal produttore di base; la definizione di un disciplinare condiviso dalla filiera che esalti le peculiarità del prodotto italiano. Sono soprattutto le Aree Interne già ricche di produzioni agricole di pregio, caratterizzate da elevata tipicità e apprezzamento dal mercato che – conclude Benedetto – possono rilanciare il comparto cunicolo proiettandolo nella ristorazione tipica e di qualità”.
Ago 06
mi interessa allevare i conigli come posso fare contt…3394928586