Ultimissima di giovedì 28 luglio ore 18. Patrizia ed Adele sono sotto trattamento con flebo all’ospedale di Castellaneta dopo essere state portate d’urgenza per il calo dei parametri vitali di glicemia e pressione. Hanno già fatto sapere che appena lo termineranno torneranno a Marina di Ginosa per continuare lo sciopero della fame presso il presidio nei locali del refettorio dietro la Chiesa di Piazza San Pio. Li le aspetta Ernesto ed arriveranno Mimmo, Agostino e Maria (i tre che stanno facendo lo sciopero della fame a Serramarina di Metaponto) nel pomeriggio di oggi il Comitato deciderà come andare avanti e lo renderà noto nell’assemblea congiunta che si terrà stasera alle ore 20 presso il presidio in Piazza San Pio. Nel frattempo continuano i contatti con i parlamentari a Roma e con le istituzioni regionali e territoriali per decidere le prossime iniziative della mobilitazione in corso che, ricordiamo, non si fermerà fino a quando non ci saranno risposte.
Ultimissima di giovedì 28 luglio ore 13. Intervento medico d’urgenza per due in sciopero della fame
È da poco intervenuto il 118 perché Patrizia ed Adele stanno male. I medici hanno riscontrato ipoglicemia ed ipotensione in condizioni di collasso generale. Patrizia (che aveva letto ieri il comunicato a nome di tutti nell’assemblea di serramarina) è quella che sembra più provata. In VII giorni ha perso circa 5 chili ed è, al pari degli altri) fortemente debilitata.
In questo momento sta intervenendo un’ambulanza che sta portando Patrizia ed Adele al pronto soccorso per gli interventi.
Settimo giorno di sciopero della fame a Marina di Ginosa ed a Serramarina di Metaponto
Dopo l’incontro di ieri sera siamo tutti più forti: adesso è il momento di una forte risposta unitaria di tutto il territorio jonico tarantina e materano
Attendiamo la garanzia dell’ordinanza entro due giorni, non abbiamo più pazienza né tempo
GIOVEDI’ 28 LUGLIO ALLE ORE 20 ASSEMBLEA UNITARIA SULLO SCIOPERO DELLA FAME IN CORSO A MARINA DI GINOSA NEL PIAZZALE RETROSTANTE LA CHIESA IN PIAZZA SAN PIO
Patrizia Bitetti, Ernesto Carrera, Adele Costella, Domenico Prencipe, Maria Urla e Agostino Dichio, le sei persone che dal 22 di luglio sono in sciopero della fame fra Serramarina di Metaponto e Marina di Ginosa, ieri sera erano finalmente insieme. Sono saliti sul cassone di un camion con alle spalle lo striscione del Comitato per la difesa delle TrreJoniche e lì, dall’alto, fino a quando hanno potuto, hanno partecipato alla bella, partecipata e motivata assemblea che si è svolta nella piazzetta di Serramarina di Metaponto. Patrizia Bitetti, a nome di tutti loro, ha letto la proposta di documento finale votato ed assunto poi all’unanimità dall’assemblea.
Erano loro i protagonisti, con il sacrificio che stanno compiendo, che testimonia di come i nostri cittadini hanno la capacità, la voglia e la dignità di assumere fino in fondo le proprie responsabilità per difendere le terre, il territorio, le comunità, il lavoro.
Fin dal primo momento la mobilitazione di questi mesi è stata intitolata ad uno slogan: “Ognuno faccia la sua parte” e ieri sera, grazie allo sforzo di questi mesi di tutto il Comitato ed al sacrificio delle sei persone in sciopero della fame da una settimana, più di uno è venuto a dire di essere pronto a fare la sua parte e di contribuire tutti insieme a costruire una forte azione unitaria dei cittadini, le organizzazioni le istituzioni di tutto il territorio. Sforzi che, certamente, in questi mesi non ha compiuto solo il Comitato di Cittadini (che pure ha avuto ed avrà un ruolo centrale e strategico nella vertenza che investe tutto il territorio) e cui molti altri hanno dato il loro contributo ma che, oggi, occorre unificare in una forte azione unitaria. Obiettivo che richiede la capacità di tutti di contribuire e cui il Comitato per la Difesa delle Terre Joniche, si spende fin dall’inizio della sua mobilitazione. Obiettivo, dopo ieri sera, possibile ed a portata di mano.
I sindaci, assessori e consiglieri di quasi tutti i comuni colpiti del tarantino e del materano (Bernalda, Ginosa, Castellaneta, Pisticci, Montescaglioso, Scanzano J., Montalbano J., Rotondella, Nova Siri, Valsinni, Tursi, Grassano, Craco), la Provincia di Taranto con l’Assessore Teresita Galeotta, quella di Matera con il Presidente Stella, altri due Assessori e diversi consiglieri), le organizzazioni professionali degli agricoltori (Coldiretti, CIA, Confagricoltura, COPAGRI, Altragricoltura), numerose associazioni e tanti cittadini, hanno tutti convenuto su un punto: non c’è più alcun motivo perché non siano date le risposte e, dunque, o verranno in tempi rapidissimi e certi o la Basilicata e la Puglia dovranno scendere in campo con la più ampia ed efficace risposta possibile.
L’unità fra le istituzioni ed i cittadini (sia con le loro forme organizzate di rappresentanza, sia con i loro luoghi di partecipazione dal basso) è già stata garanzia di successi e risultati: la mobilitazione di Scanzano Jonico contro le scorie ha vinto grazie a questa capacità contro l’arroganza di chi voleva imporre delle scelte non condivise e sbagliate. Oggi, nel momento in cui ancora una volta la dignità del territorio è calpestata ed i diritti elementari sono negati, dobbiamo saper mettere in campo la migliore risposta possibile per affermare ancora una volta la nostra indisponibilità a subire in silenzio.
In molti sono intervenuti ieri sera con proposte diverse ma tutte convergenti intorno a due punti condivisi: costruire l’unità della risposta e garantire i diritti. Per farlo i comuni, le province presenti hanno concordato su una risposta unitaria ed in diversi, comprese tutte le organizzazioni professionali intervenute, anche se con accenti diversi, hanno sottolineato la necessità che le due Regioni di Puglia e Basilicata, siano con noi ed alzino il livello della pressione istituzionale nei confronti del Governo e del Parlamento. Occorre sul versante regionale che la vicenda dell’alluvione nelle Terre Joniche sia assunta fino in fondo come una priorità nell’agenda istituzionale e politica delle relazioni fra le Regioni ed il Governo Nazionale e, dunque, che i due Presidenti di Regione, Vendola e De Filippo, scendano in campo con la massima capacità di indicare la soluzione dell’emergenza aperta nel territorio come una priorità dirimente. Del resto questa non è solo una questione di solidarietà con una parte di territorio ma investe tutto l’ambito regionale sia per la dimensione strategica dei settori economici e delle aree coinvolte, sia per le questioni di principio centrali che pone nel modo come si affrontano le emergenze da calamità naturale
Risarcimenti a chi è stato colpito dall’alluvione del 1° e 2 Marzo scorso e messa in sicurezza del territorio per tutti i cittadini dell’area è esattamente una questione di diritti che il sistema istituzionale e politico deve garantire. Gianni Fabbris, a nome del Comitato ha riassunto alla fine della serata le proposte condivise:
– l’assemblea ha assunto per alzata di mano con voto unitario la lettera che i cittadini in sciopero della fame hanno indirizzato al Presidente Napolitano come base della piattaforma unitaria di questi giorni, sotto quella lettera, da ieri sera c’è la firma di tutti i sindaci intervenuti (www.terrejoniche.net)
– se entro due giorni (sabato) non ci saranno garanzie della emissione dell’ordinanza da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri dovuta dopo la dichiarazione di stato d’emergenza, si lavorerà alla convocazione di una manifestazione unitaria più larga e partecipata possibile con alla testa tutti i sindaci e le province dell’area
– per realizzare l’obiettivo condiviso dall’assemblea si convoca in un incontro nella giornata di lunedì per stabilire, in caso di assenza di risposte, tempi, luoghi e modalità della manifestazione unitaria.