“La messa in sicurezza del territorio dal diffuso dissesto del suolo è parte integrante del nostro progetto che si chiama “sbloccalavoro” perché è possibile liberare fondi incagliati e risorse finanziarie “sprecate” da indirizzare per programmi di lavori utili, nuova occupazione, e in generale sbloccare questa situazione che vede la Legge di (In)Stabilità stanziare solo 180 milioni in tre anni (30 milioni per il 2014, 50 per il 2015 e 100 per il 2016) per far fronte alle gravi emergenze del territorio. Risorse assolutamente insufficienti e soprattutto che non vengono destinate a mettere in campo quell’azione necessaria e integrata di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico quanto mai necessaria”. E’ questa la posizione di IdV del Materano illustrata in un incontro con i candidati della Circoscrizione di Matera (Arnese, D’Ascanio, Grieco, Martoccia, Morelli, Naccarati) sui problemi dell’alluvione del Metapontino. Non possiamo restare in attesa che – sostengono gli esponenti di IdV – le misure d’emergenza annunciate ieri dal sottosegretario Castiglione si traducano in provvedimenti concreti specie dopo l’esperienza della precedente calamità naturale del 2011 e dopo la chiusura al traffico di ben cinque strade provinciali a riprova della gravità della situazione.
Le aree a elevato rischio frana e alluvione – evidenzia IdV – rappresentano circa il 10 per cento della superficie del territorio nazionale (29.500 chilometri quadrati) e riguardano l’81,9 per cento dei comuni (6.633) dove vivono 5,8 milioni di persone (9,6 per cento della popolazione nazionale), per un totale di 2,4 milioni di famiglie. Anche la società civile si muove per individuare risorse concrete destinate a sanare quest’emergenza permanente che in Italia è ormai il dissesto idrogeologico: una di queste strade per la sicurezza del territorio è indicata da Fiper (Federazione italiana produttori di energia rinnovabile) che merita grande attenzione. Le risorse richieste per il dissesto idrogeologico si potrebbero ricavare localmente riconoscendo la biomassa derivante dalla pulizia degli alvei, margini fluviali quale sottoprodotto impiegabile nella filiera energetica.
Dunque la difesa del suolo e le politiche di prevenzione del rischio sono ormai urgenti, come ricordato anche nelle recenti risoluzioni approvate alla Camera e al Senato. Nuovi fondi per la prevenzione però non arrivano nemmeno quest’anno, o ne arrivano troppo pochi. Dopo anni di risorse virtuali e di finanziamenti erogati sulla base di schemi emergenziali, occorreva quest’anno dare impulso ad investimenti veri, duraturi, di buona finanza ma soprattutto di buona prevenzione. Ma così non è stato. Il debito pubblico e lo spread non possono rappresentare le motivazioni per non intervenire in questo settore, per il quale è necessario trovare meccanismi finanziari adeguati.
IdV condivide la posizione di un foltissimo gruppo di associazioni, organizzazioni di categoria, ordini professionali ed enti locali (Legambiente, Coldiretti, Anci, Consiglio nazionale dei geologi, Consiglio nazionale degli architetti, Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, Consiglio nazionale degli ingegneri, Consiglio nazionale dei geometri, Inu, Ance, Anbi, Wwf, Touring Club Italiano, Slow Food Italia, Cirf, Aipin, Sigea, Aiab, Tavolo nazionale dei contratti di fiume Ag21 Italy, Federparchi, Gruppo183, Arcicaccia, Società dei territorialisti, Alta scuola ): serve una scelta politica forte, convinti che l’attuazione di tutto questo non solo produrrà un beneficio in termini di sicurezza, ma anche come rilancio occupazionale ed economico dei territori. Infatti, occorre attivare programmi di manutenzione ordinaria, controllo e tutela del territorio e dei fiumi, per attivare i quali è necessario un supporto tecnico qualificato e diffuso localmente, con la possibilità di creare nuova occupazione. Per questo sarà importante inserire gli interventi e le politiche volte alla mitigazione del rischio idrogeologico anche nella futura programmazione dei fondi strutturali comunitari 2014-2020, come – evidenziano gli esponenti materani di IdV – è chiamata a fare la nuova Giunta Regionale e soprattutto permettere alle amministrazioni locali di mettere in campo gli interventi necessari, prevedendo opportune deroghe al patto di stabilità in particolare per le Regioni che partecipano al cofinanziamento degli interventi previsti dagli accordi di programma. Le spese di Regioni e Comuni relative alla mitigazione del rischio idrogeologico vanno considerate come veri e propri investimenti, in quanto più efficaci di qualsiasi intervento in emergenza e in grado di prevenire danni per cifre ben superiori a quelle così investite.
Ott 26