Il maltempo si abbatte nuovamente su una delle regioni a maggior rischio idrogeologico come la Basilicata, dove il 100 per cento dei Comuni fa parte dei territori a rischio per frane ed alluvioni (la nostra regione detiene questo triste primato insieme alla Calabria). È in corso la conta dei danni ma la pioggia continua a cadere inesorabile.
Oltre al Metapontino, stavolta è anche la restante parte del territorio regionale a soffrire in maniera pesante i danni della pioggia, ormai al limite della sopportazione idrogeologica dei territori, tanto che in alcuni casi torrenti e fiumi sono esondati allagando centinaia di ettari di terreno.
A dura prova la raccolta delle olive, con i costi che aumentano a causa del freddo e della pioggia. A rischio la semina dei cereali in quanto non si riesce ancora ad entrare nei terreni: nella nostra regione sono state seminate solo il 10% delle superfici, quando, in situazioni normali, la semina doveva già essere terminata. Interi raccolti di ortaggi invernali come cavoli, verze, cicorie e broccoli sono andati perduti.
“Siamo di fronte alla tropicalizzazione del clima con il ripetersi di eventi estremi” afferma Teodoro Palermo, Presidente Provinciale della Coldiretti di Potenza. “Drammatici sono gli effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno: sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense, ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire”.
Per il Presidente Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “servono le opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque, in una situazione in cui nel cento per cento dei nostri comuni sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni. La dimensione del rischio è ovunque preoccupante, ed a questa situazione non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne in Italia e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell’acqua”.
Gli uffici della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori sono impegnati da 72 ore nell’assistenza agli agricoltori del Metapontino (l’area più colpita dalla nuova ondata di maltempo) come di altre zone della regione anch’esse interessate dagli allagamenti.
La Cia ribadisce la sollecitazione ad istituire un tavolo permanente interdipartimentale a livello regionale (Assessorati Agricoltura, Infrastrutture, Ambiente e Presidenza Giunta) per affrontare in maniera coordinata e più efficace la fase di nuova emergenza e successivamente quella degli interventi necessari a mettere in sicurezza agricoltori e famiglie, allevamenti ed attività produttive .
Per Nicola Serio presidente della Cia del Materano “l’accorpamento dei Dipartimenti che vedrà impegnato il nuovo Governatore e le forze politiche deve tenere in debita considerazione questa situazione che si riferisce alla necessità di un unico governo del territorio con il protagonismo degli agricoltori e dei cittadini residenti. Ci aspettiamo pertanto – aggiunge – che il nuovo Dipartimento Agricoltura acquisisca deleghe amministrative e compiti specifici di coordinamento delle politiche del territorio”.
Secondo il presidente della Cia del Materano “dopo l’emergenza bisogna mettere mano ad una riforma degli interventi nel settore della bonifica a partire dal Metapontino dove quella pensata negli anni cinquanta risulta completamente superata. Allora non c’erano le aziende di oggi e tanto meno 6-800 ettari di serre che subiscono l’allagamento. Persino il numero di idrovore risulta ampiamente inadeguato a pompare l’acqua che invade i terreni”.
Confagricoltura Basilicata sulla calamità che sta investendo tutto il territorio regionale: “attivarsi da subito per l’applicazione della 102/2004 e richiesta dello stato di calamità”.
I vertici di Confagricoltura Basilicata stanno seguendo minuto per minuto quello che oramai si sta sistematicamente verificando in Basilicata di tempo. “Purtroppo le notizie che ci arrivano sono allarmanti – sostengono da Confagricoltura Basilicata – i fiumi straripano, il mare non riesce a recepire l’acqua che gli stessi versano, dall’alto le montagne non assorbono più. Questa situazione che si verifica di nuovo in così poco tempo – continua Confagricoltura Basilicata – è più dura della calamità verificatasi il 6/7 ottobre scorso. Adesso i terreni sono pieni d’acqua, i canali non reggono e ci segnalano maggiori difficoltà nel materano soprattutto nel metapontino ma anche la provincia di Potenza non è da meno, in particolar modo nel vulture melfese con l’Ofanto in piena e dove nell’alveo dello stesso vi sono alberi che ostacolano il deflusso dell’acqua. Ma ora bisogna immediatamente aiutare l’agricoltura lucana a risollevarsi! Questa ulteriore difficoltà distrugge anni di duro lavoro a creare l’eccellenza agricola lucana. Abbiamo inviato una nota alla Regione Basilicata perché si attivi da subito per la richiesta di deroga al Ministero delle Politiche agricole per ottenere l’applicazione integrale della legge 102/2004 (interventi compensativi-fondo di solidarietà nazionale) così come fatto in altre regioni che hanno ottenuto la deroga prevista dalla legge (Veneto, Emilia Romagna, Puglia). Inoltre vanno fatti subito i sopralluoghi dalle Istituzioni preposte per partire subito con la richiesta di stato di calamità. Anche i vertici nazionali di Confagricoltura sono attivati per quanto sta succedendo in Basilicata e nel Sud Italia. Ora bisogna far quadrato intorno ai nostri agricoltori, alla nostra gente. La Basilicata – conclude Confagricoltura Basilicata – ha bisogno della stessa attenzione che viene riservata ad altre regioni. Non siamo un popolo di “serie B” e l’eccellenza lucana deve essere aiutata e sostenuta a riprendersi e rilanciarsi con ancora più forza”.