“La fragilità del nostro territorio, è figlia di anni di incuria e abbandono, decenni di aggressione, di menefreghismo di norme, regole, vincoli idrogeologici ignorati. E’ colpa dei politici?, si certo ma anche di quanti hanno taciuto, dal semplice cittadino che ha avuto il contentino del piccolo abuso edilizio, alla colossale impresa che ha lucrato sfruttando ‘conoscenze compiacenti’ e piegato il territorio alla sua volontà, agli amministratori e agli organi di controllo. Il territorio è vittima di noi tutti, e noi siamo le vittime non dell’alluvione, ma di quanti colpevolmente sono stati silenti e conniventi: ora ci sarà tempo e risorse per ripianare?”
E’ quanto sostengono i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali, “dopo le tante disgrazie dal Vajont alla alluvione del 1 dicembre, sarebbe il caso di fare un museo della memoria della nostra cupidigia almeno per imparare dalla nostra storia e dai nostri fallimenti e forse per ricostruire con diligenza e coscienza. Dobbiamo ritenerci stanchi, umiliati e offesi che si parli poco e male e solo con caricature o per niente, della nostra regione. Il maltempo – proseguono i sindacalisti, Giordano e Tancredi – ha colpito il cuore della nostra terra: campagne, stabilimenti balneari, strade. Il territorio lucano è stato messo in ginocchio, anche la terra muore e non solo la gente. E non è meno importante. Sono venuti a fare campagna elettorale i ‘politici vips’, ma sono venuti a farsi la guerra, non a parlare della Basilicata. La Basilicata, per l’Ugl è la regione più ricca di petrolio in Italia, una delle più ricche di acqua, è attraente per il turista per l’interscambio mare monti. Ma resta tra le più povere d’Italia in termini di reddito medio pro capite, con un altissimo tasso di disoccupazione e di recessione. Il turismo è limitato a presenze pendolari e a flussi da regioni vicine. Non possiede aeroporto, la ferrovia funziona male e ha un solo binario, in pratica è tagliata fuori dal resto dell’Italia. L’area industriale della Val Basento è un insieme di cattedrali nel deserto. Mancano politiche economiche di sviluppo ma, l’Ugl – aggiungono Tancredi e Giordano – lancia una sfida per un obiettivo ambizioso, poiché c’è un solo modo per avviare e completare velocemente la ricostruzione del Metapontino e delle aree devastate dall’alluvione: ospitare un grande evento sportivo. Perché no? Organizzare nel Metapontino i giochi del Mediterraneo. Potrebbe servire a rilanciare l’agricoltura, il turismo e l’economia del nostro territorio. Ci si può attivare affinché questa sfida possa realizzarsi”.