Almalaurea, ecco il profilo dei laureati lucani: più giovani, con più stage e “soddisfatti” dei corsi. I dati emergono dal XVI rapporto e dai confronti con il 2004.
Rispetto al 2004 – prima cioè della riforma – oggi il laureato nell’Università della Basilicata è più giovane, più regolare negli studi e con maggiori esperienze di stage: è quanto emerge dal XVI Profilo dei laureati, realizzato da Almalaurea, che sarà presentato durante il convegno “Opportunità e sfide dell’istruzione universitaria in Italia” in programma il 29 maggio nell’Università di Scienze Gastronomiche (Bra), da cui emerge un altissimo grado di soddisfazione degli studenti lucani per i corsi seguiti e, nel complesso, per l’offerta dell’Ateneo lucano.
Si tratta di un importante riconoscimento per l’Università della Basilicata (con le performance migliori, in Italia, tra i piccoli Atenei), poiché il rapporto viene realizzato da Almalaurea, consorzio interuniversitario i cui studi sono conosciuti e “certificati” a livello nazionale, e hanno come riferimento non solo indicatori parziali e matematici utilizzati in altre classifiche, ma registrano l’opinione reale di chi vive quotidianamente l’università e l’impatto concreto sul mondo del lavoro.
L’indagine ha infatti coinvolto 64 Atenei, e 230 mila laureati nel 2013: per l’Università della Basilicata rientrano nel monitoraggio 1.119 neodottori. Il 90% dei laureati nell’Unibas, contro l’85,5% della media nazionale, si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi, e il 79% intende proseguirli. Nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento gli effetti positivi sulla regolarità negli studi sono evidenti: il 5% contro il 23% del complesso dei laureati del 2013. Con la riforma crescono notevolmente anche le esperienze di tirocinio e stage che coinvolgevano il 26% dei laureati della Basilicata del 2004 contro il 52% dei laureati 2013. La tendenza al proseguimento degli studi, già elevata prima dell’avvio della riforma (62% nel 2004) arriva al 65% nel 2013, valore che si dilata in modo particolare, raggiungendo il 79% fra i laureati di primo livello del 2013.
L’età media dei laureati della triennale nell’Unibas – come emergeva anche dai precedenti rapporti Almalaurea – rientra in quella nazionale. La riforma universitaria ha portato anche a un aumento dei laureati che frequentano regolarmente le lezioni: sette su dieci per la triennale hanno frequentato oltre i tre quarti degli insegnamenti previsti. Il 18 per cento degli studenti riesce a laurearsi in corso (il 24 per cento ce la fa al primo anno fuori corso).
I laureati Unibas di primo livello che hanno svolto tirocini e stage sono il 58%. L’età media per i laureati magistrali dell’Università della Basilicata del 2013 è di 29,3 anni (la media nazionale è di 27,8 anni): “Il valore elevato – secondo Almalaurea – si spiega con il fatto che ben il 65% dei laureati presi in esame si sono iscritti con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica”.
Nell’esperienza formativa dei laureati magistrali si riscontrano indici particolarmente elevati di frequenza alle lezioni: 82 su cento dichiarano di avere frequentato regolarmente più dei tre quarti degli insegnamenti previsti. L’esperienza universitaria compiuta con la laurea magistrale risulta ampiamente apprezzata (sono decisamente soddisfatti 56 laureati su cento, altri 35 esprimono comunque una valutazione positiva). Tanto che 79 laureati su cento la ripeterebbero. Da segnalare che anche al termine degli studi magistrali rimane elevata la quota di chi intende proseguire la formazione: il 32% (in particolare, il 17% intende proseguire con un dottorato di ricerca).
“I dati Almalaurea – ha spiegato il Rettore dell’Ateneo lucano, Mauro Fiorentino – ancora una volta, sono rassicuranti: il percorso fatto dall’Unibas dalla riforma in poi ha dato risultati positivi, come dimostrano le medie sulla frequenza ai corsi, sul grado di soddisfazione e sui tirocini. Rientriamo nelle medie nazionali, e questo non è poco per un Ateneo giovane. Ma dobbiamo compiere ancora qualche sforzo per abbassare l’età di conseguimento della laurea, in modo da permettere ai nostri giovani di entrare prima nel mercato del lavoro, e allargare il bacino degli stage, soprattutto all’estero, per le lauree magistrali, vincendo quella che sarà la sfida madre per il prossimo decennio”.