La dignità del libero professionista: è lo slogan che alcuni Architetti ed Ingegneri liberi professionisti hanno scelto come spaccato della costituenda associazione ALPIA (Associazione Liberi Professionisti Ingegneri ed Architetti).
Per le adesioni l’ indirizzo mail è alpia2014@virgilio.it .
Di seguito il documento di sintesi.
Recentemente si sono incontrati alcuni architetti ed ingegneri liberi professionisti della Provincia di Matera. Un gruppo di tecnici che non ha più ritenuto sopportabile la lunga, profonda e drammatica crisi che vive la libera professione ed a contraltare l’assenza e l’assoluto silenzio di tutte le istituzioni. Una crisi che i nostri Ordini di rappresentanza territoriali e nazionali, riteniamo, conosce bene ma che non riesce a comunicare incisivamente al governo nazionale ed agli organi legislativi. Non abbiamo notizia di interventi, che potevano essere promossi dai nostri Consigli Nazionali, su alcuni provvedimenti legislativi, varati recentemente, che avrebbero potuto dare qualche segnale di attenzione sui tanti problemi. Uno per tutti il decreto sulla pubblica amministrazione che faceva ben sperare perché metteva in discussione il permanere o meno dell’incentivo, riconosciuto alle strutture tecniche pubbliche, per la redazione ed esecuzione dei progetti. Una prima stesura del decreto prevedeva la drastica eliminazione dell’incentivo ( e noi riteniamo sbagliata anche tale scelta) ma all’entrata in vigore del decreto ( e si badi bene non alla sua conversione in legge) lo stesso era ripristinato salvo non riconoscerlo ai soli dirigenti pubblici. L’ Associazione che il gruppo di tecnici ha intenzione di costituire non è contro qualcuno, tantomeno gli Ordini che rappresentano tutti gli iscritti nelle loro diverse condizioni professionali. Quello che si propone la costituenda Associazione è di richiamare tutti i soggetti pubblici e privati, attivi nel campo dell’ amministrazione delle opere pubbliche, al pieno, e non derogabile, rispetto delle leggi di settore.
Come si diceva le libere professioni tecniche vivono una profonda crisi.
Crisi acuitasi negli ultimi cinque anni perché, oggettivamente, le commesse pubbliche e private si sono ulteriormente compresse, se non completamente sparite ,ed anche perché l’eliminazione dei minimi tariffari sul mercato privato ha, nel caso ce ne fosse bisogno, ulteriormente indebolito il potere contrattuale del tecnico.
Chiediamo attenzione, una grande attenzione perché il nostro degrado professionale produce altrettanto degrado nel territorio e nelle città. Sarebbe davvero singolare per il paese Italia che da sempre è stata considerata la culla dell’arte e della cultura.
Occorrono provvedimenti urgenti a livello di governo centrale ed a cascata, poi, degli enti intermedi: Regioni, Provincie e Comuni. Proprio a quest’ultimi ci rivolgiamo perché se ne facciano portavoce ed ai quali consegniamo le riflessioni su esposte. Abbiamo accennato al ruolo che vorremo svolgere. Lo ribadiamo: l’unica arma con la quale “urlare” le nostre difficoltà è quella di vigilare sulle regole perché “tutti” le rispettino.
Sicuramente un aspetto sul quale porre attenzione e che crea evidenti discriminazioni è quello della redazione dei progetti. Leggi e regolamenti sui lavori pubblici indicano in maniera pedissequa di quali elaborati deve essere corredato un progetto sia esso preliminare, definitivo ed esecutivo. Ogni libero professionista che abbia avuto “la fortuna” di un incarico sa benissimo con quale scrupolo, e giustamente, si effettui la validazione dei progetti da parte delle strutture tecniche pubbliche e quanta attenzione si ponga sulla completezza e contenuto degli elaborati richiesti per regolamento.
La costituenda Associazione vigilerà perchè anche le progettazioni svolte all’interno delle pubbliche amministrazioni abbiano la stessa completezza e contenuto di elaborati richiesti dal regolamento. Ciò avverrà per i progetti per i quali la validazione rimane di competenza interna agli uffici tecnici. E’ evidente che per quelli per cui è prevista la validazione da organismi abilitati esterni si verificherà che detti organismi siano stati nominati da tutti gli enti pubblici atteso che la legge, da pochi mesi, ha reso obbligatoria tale procedura, seppur limitatamente al superamento di soglie minime.
Per sgomberare il campo da eventuali accuse di “lotta civile professionale” che sicuramente qualcuno ci rivolgerà diciamo subito che quello che vogliamo affermare sono solo principi di civiltà giuridica e di rispetto delle leggi. La professione, oggi, è difficilissima per gli anziani, per i giovani è di fatto “impraticabile”. Vorremmo che i colleghi, in altra condizione professionale, comprendessero i nostri problemi come noi liberi professionisti comprendiamo i loro disagi, difficoltà e responsabilità nei loro ruoli di tecnici di enti pubblici. E come anticipato proprio sul problema dei problemi, e cioè l’incentivo, l’associazione ha una posizione non salomonica ma chiara e convinta.
L’incentivo potrebbe riguardare le fasi di competenza specifica delle strutture tecniche interne degli Enti, fasi che sono individuate con precisione dal DM 143/2013: attività propedeutiche alla progettazione, progettazione preliminare, attività di supporto al rup per la supervisione e coordinamento delle progettazioni definitiva ed esecutiva, attività di supporto al rup per la verifica della progettazione definitiva ed esecutiva, attività della direzione lavori afferenti il controllo della gestione del contratto come le attività di rendicontazione e liquidazione ed il supporto al rup per la supervisione ed coordinamento della direzione lavori e della sicurezza in esecuzione, oltre ovviamente alle attività del responsabile unico del procedimento.
Con questa ripartizione dei ruoli ne beneficerebbe, indubbiamente, anche l’ efficienza delle strutture tecniche pubbliche che non sarebbero costrette a rallentare le funzioni istituzionali per ottemperare agli impegni gravosi della progettazione interna, con una conseguente notevole riduzione dei tempi necessari per fornire risposte alla collettività.
E’ evidente, quindi, che lo snellimento delle procedure e la ottimizzazione della macchina amministrativa passa anche attraverso la rimodulazione delle attività riconosciute con l’incentivo del 2%.
E’ evidente che il progetto definitivo ed esecutivo, da affidare a professionisti esterni, dovrà dare concretezza formale e realizzativa a quanto comunque già stabilito dall’Ente pubblico. Su questi problemi invitiamo tutti ad un confronto non escludendo azioni comuni, se condivise.
il degrado della professione è creata da voi e dai vostri ordini. non sto ad elencare la sfilza degli scempi e voi mai avete proferito parola, siete solo alle prese con L’INCARICO forse per campare.
A volte si spara nel mucchio ma ci si accorge solo dopo che è fuoco amico. Qui non si cercano elemosine di incarichi ma si vorrebbe far modificare il codice degli appalti, non per pochi ma per tutti i liberi professionisti.
ok
tra le tante sigle che compaiono!!!!!!!!!!!