Continuano le attività divulgative dell’ALSIA, Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura, grazie al progetto ALSIA porte aperte in Podcast. “Nell’ultimo episodio pubblicato sui canali social dell’Agenzia – dichiara Aniello Crescenzi, direttore dell’Agenzia – si approfondiscono le modalità per controllare gli alberi da frutto dagli attacchi di insetti che ne minacciano il loro buono stato di salute. Sotto i riflettori, a vantaggio dei frutticoltori, il capnode delle drupacee, parassita che ha una predilezione per l’albicocco di cui recide le foglie provocandone la caduta al suolo. Nella puntata dedicata illustriamo strategie e metodi di controllo che consentono di poter ridurre o debellare il parassita a vantaggio delle produzioni presenti sul territorio, minacciate dai danni economici derivanti dalla diffusione endemica dell’insetto e con una recrudescenza delle infestazioni. Denominato anche verme capa grossa, con testa dal diametro maggiore del corpo, il capnode costituisce una minaccia per le drupacee perché si insinua all’interno delle radici e del colletto compromettendo seriamente la funzionalità del sistema conduttore dell’albero.
Come illustrato nel Podcast, il consiglio per monitorarne gli effetti si basa sull’integrazione di diverse strategie, tra cui: una razionale fertilizzazione per mantenere la pianta in buono stato di salute; una corretta gestione dell’irrigazione per abbassare significativamente la percentuale di schiusura delle uova e ostacolare sensibilmente il movimento delle larvette neonate verso le radici; la rimozione e la rapida distruzione di alberi morti o fortemente infestati, soprattutto se adiacenti a giovani impianti verso cui i giovani adulti sfarfallati potrebbero riversarsi in massa.
I trattamenti insetticidi contro gli adulti in fase pre-riproduttiva, generalmente la primavera, non sono risolutivi ma contribuiscono a contenere significativamente le infestazioni. Interventi diretti contro gli adulti sfarfallati in estate, possono poi essere ripetuti in settembre-ottobre, senza problemi di residui sui frutti già raccolti.
Tra le altre soluzioni adottate viene contemplata anche l’applicazione al suolo di nematodi entomoparassiti, piccoli organismi vermiformi che vivono nel terreno a spese di larve di insetti, distribuiti alla base dei tronchi nei periodi di massima schiusa delle uova di capnode, quindi in primavera e tarda estate, che consente di parassitizzare le larvette in fase di penetrazione ma, anche, larve già presenti nel legno, grazie alla loro discreta mobilità attiva. Anche la sistemazione a manicotto di fasce di poliestere impregnate di spore dei funghi entomopatogeni intorno ai tronchi è utile, con conseguente infezione dei capnodi adulti i quali si arrampicano sugli alberi perché incapaci di volare.
Maggiori informazioni sono consultabili sul sito www.alsia.it
Lug 05