Ad eccezione dei settori agriturismo e apicoltura tutti gli altri nell’annata agraria 2020-2021 in Basilicata hanno retto prove difficili di mercato, di avversità atmosferiche, di costi aumentati di materie prime, effetti pandemia. La Cia-Agricoltori Basilicata ha voluto fare un bilancio riunendo intorno al tavolo i responsabili dei Gruppi Interesse Economico di settore, dirigenti regionali e nazionali, esperti (Paola D’Antonio Unibas, Valeria Verga Esco Agro-Ener. Srl, ) Giuseppe Musacchio amministratore CdB Basilicata. Un momento dell’incontro è stato dedicato agli infortuni in agricoltura e alle strategie di prevenzione con funzionari Inail. La “fotografia” del rapporto Cia: le aziende agricole (al 2020) sono 8.110 con 8.513 unità autonome addette; 3.966 in provincia di Matera e 4.164 in quella di Potenza; le aziende con dipendenti sono 3.625 (al 2019) con 33.917 dipendenti e un numero di giornate lavorative che tocca quota 2 milioni 725 mila l’anno. Al centro le proposte per il Pnrr e la nuova Pac. L’Ue, all’interno del Next Generation EU – sottolinea il direttore Cia di Potenza e Matera Donato Distefano – ha deciso di dedicare delle risorse specifiche proprio al II pilastro della Pac, riconoscendo il contributo che le aree rurali per il rilancio dell’economia in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, come già nel progetto Cia “Il Paese-la Basilicata che vogliamo”, che mette le aree interne al centro della strategia di sviluppo dell’agricoltura. L’uso più efficiente delle risorse dello sviluppo rurale, dunque, deve diventare una priorità. La futura programmazione dovrà essere elaborata di concerto con le Regioni, con l’obiettivo di supportare, in sinergia anche con altri fondi europei, le imprese agricole e più in generale tutte le aree rurali. La definizione di un unico Piano strategico nazionale comporterà una nuova gestione anche nella governance per la programmazione delle politiche del II pilastro. Prioritario per Cia l’obiettivo della semplificazione, per favorire l’uso efficiente delle risorse, come pure la stabilizzazione del reddito degli agricoltori tramite misure più efficienti di gestione del rischio, alla luce dell’impatto sempre maggiore dei cambiamenti climatici e dell’instabilità di mercato. Dall’analisi – aggiunge Distefano – alle proposte che i nostri GIE di settori hanno definito per preparare i produttori agricoli ad affrontare la nuova annata agraria. Puntiamo a concorrere a scrivere un Psn entro fine anno come previsto dall’ UE con il protagonismo dei territori e degli agricoltori nell’ azione di confronto e dei rapporti fra Regioni e Mipaf in quanto materia concorrente.
Ortofrutta di Basilicata – Nell’area del Metapontino si distingue un distretto di produzione importante, che ha permesso al comparto ortofrutticolo di aprirsi a mercati sempre più vasti, proprio grazie al ruolo delle OP, le quali hanno messo insieme aziende e piccoli imprenditori al fine di garantire una migliore organizzazione dell’offerta e un maggior peso contrattuale. I metereologi hanno segnalato che luglio è stato il mese più caldo della storia, con ben 1,4 gradi di temperatura sopra la media europea, con conseguenze dirette sulla conta dei danni subiti per il settore agricolo che – secondo Giuseppe Stasi Resp. GIE Ortofrutta – CIA Agricoltori Potenza e Matera – è più che consistente. In particolare le produzioni ortofrutticole sono le più colpite. Nello specifico, la campagna del pomodoro registra un arretramento nelle quantità prodotte e raccolte. Una situazione estremamente preoccupante, dunque, sulla quale è necessario intervenire per aiutare i produttori in difficoltà .
ZOOTECNIA
Il comparto zootecnico soffre per l’impennata dei costi- Allevatori stressati dagli aumenti di mangimi-materie prime e costi di gestione (gasolio- energia etc) – Redditività e sostenibilità aziendale a rischio – cambiamenti climatici
La situazione dei mercati dei prodotti animali è mista. I prezzi nei settori delle carni bovine, avicole e lattiero-caseari sono stabili. Tuttavia, con l’aumento dei prezzi dei mangimi e degli input, i margini dei produttori potrebbero essere ridotti.
Redditività a rischio Se consideriamo come indice di redditività il rapporto tra indice dei prezzi di vendita e indice dei prezzi dei mezzi di produzione, si può affermare che nel complesso nei primi mesi del 2021 la redditività degli allevamenti nazionali permane su livelli di criticità, non solo dal lato dei ricavi ma anche sul fronte dei costi di produzione come evidenziato dall’Indice Ismea dei prezzi degli input produttivi.
L’evolversi della filiera italiana delle carni bovine dovrà intercettare e soddisfare proprio questa seconda tipologia di consumatore, diventando una filiera più “identitaria”, potenziando e valorizzando elementi di “valore aggiunto”, “qualità organolettica”, “modalità di frollatura”, “riconoscimenti territoriali”, “marchi di garanzia del rispetto animale e ambientale”, valori etici e sociali, persino i miglioramenti che le nuove tecnologie possono aver apportato al prodotto. In prospettiva posizionare la “zootecnia lucana”.
CEREALI
Prezzi e annata, dal fenomeno dei prezzi alti, è una crisi mondiale- Da parte degli agricoltori aumenta il costo del seme e dei concimi, gasolio – Costo produzione 1 ettaro di grano duro da 230 euro a ettaro a 600 euro, ci sarà un mercato capace di ripagare gli agricoltori!
E’ stata un’annata – evidenzia Leonardo Moscaritolo Resp. GIE Cerealicolo – CIA Agricoltori Potenza e Matera– “dettata da forti aumenti” e sul fronte dei prezzi del frumento duro. A poche settimane dall’avvio delle operazioni di trebbiatura del nuovo raccolto si sono evidenziati ulteriori rincari sia del prodotto nazionale che di quello estero, che fanno seguito agli incrementi registrati nella scorsa campagna 2020/21.
La flessione della domanda sia domestica che internazionale dei prodotti trasformati che si prospetta per l’anno in corso, dopo gli acquisti record di pasta nel 2020, potrebbe contribuire a limitare lo squilibrio tra offerta di materia prima e domanda industriale.
Quest’anno l’annata è stata una buona annata in termini di qualità ma non in quantità.
Ulteriore elemento di preoccupazione proviene dalle semine 2021- da un lato gli esponenziali aumenti dei costi della produzione (oltre 30% per sementi e altri mezzi tecnici) con la contestuale esplosione delle semine a grano duro anche in areali diversi da quella tradizionali che se non canalizzati in adeguati circuiti contrattuali potrebbero incidere negativamente sulle quotazioni del prossimo anno.
Latte e derivati:
Il mercato lattiero caseario mondiale è in forte tensione e per la maggior parte dei prodotti si prospetta un “caldo” autunno. In Basilicata la situazione è peculiare ed unica. Nel senso che dei circa 1,4 milioni di tonnellate annue prodotte dalle circa 400 aziende Lucane solo poco piu’ del 40% viene trasformato in Basilicata il resto viene conferito a strutture di trasformazione Campane, Pugliesi e ulteriore quota viene assorbita da Gran Latte.
In ragione del particolare stato di cose si propone di istituire il tavolo interprofessionale per la definizione delle quotazione agganciato ad un sistema che richiama i principi della indicizzazione che tiene conto delle principali voci dei costi dei mezzi tecnici essenziali per la produzione. Sia per dialogare con i soggetti della trasformazione regionale ma anche di quelli della Regione Puglia e Campania.
Ulteriore tematica è legata alla possibilità di costruire una filiera lucana e con la PMI della trasformazione locale per dare ulteriore centralità alla stessa ed elevare la qualità del brand lucano in materia di derivati del latte, all’interno di un’azione promozionale unica legata alla qualità lucana con prodotti esclusivamente derivati da materia prima regionale.
VINO
Scende a 44,5 milioni di ettolitri la produzione nazionale di vino 2021, dato in calo del 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri della vendemmia 2020 (dato Agea). In Basilicata il calo è del 10% (da 73mila ettolitri 2020 a 65mila ettolitri 2021). Ma nonostante la contrazione determinata dalle anomalie meteo sempre più protagonista, il primato produttivo tricolore non viene scalfito.
“Degli aumenti dal prossimo anno – sostiene Antonio Amato Resp. GIE Vitivinicolo CIA Agricoltori Potenza e Matera– ci saranno e non sarà facile a gestirli soprattutto per i vini di prezzo più basso che sono molto più sensibili agli aumenti dei costi di tutto (etichetta, bottiglia, pallet, logistica), e dalla prospettiva dei produttori non si potrà che andare a rialzo, e si deve lavorare insieme per farlo assorbire. Aumentano tutti i costi, nessuno si era mai trovato così. Per fare un esempio: preventivo della carta per le etichette, ma ci rispondono solo che saranno aumenti a doppia cifra aumenti e che il prezzo lo faranno alla consegna. C’è sofferenza, ma anche speculazione, in generale. Gli aumenti si porteranno nel 2022, vedremo. Dobbiamo capire a cosa rinunciare: non si può pensare di proporre un aumento del 10% su vini da 5 euro. Cercheremo una soluzione tra industria e distributori, ma si deve prima di tutto capire il mercato, perché rischiamo di fare scelte che il mercato non capisce, e non funzionano.
OLIO
L’Italia dell’olio appare spaccata in due: bene al Sud, a partire dalla Puglia ma anche in Basilicata, Molise e Abruzzo. Poi, man mano che si sale, finiscono le buone notizie per il prossimo raccolto olivicolo in Italia. Il comparto è impegnato nella campagna 2021 e, puntuali, escono i primi dati previsionali sulla produzione di olio di oliva. accanto alle luci non mancano le ombre, caldo e siccità hanno spento gli entusiasmi e spaccato a metà l’Italia dell’Olio: se il Sud, in particolare la sponda adriatica, festeggia, il Centro-Nord va in sensibile sofferenza, con cali a doppia cifra ovunque. Sarà la Puglia la regina dell’annata olivicola, con 140 mila tonnellate, quasi la metà della produzione nazionale; Calabria e Sicilia paiono appaiate a 30-35 mila tonnellate, stabili rispetto al 2020. Bene Basilicata, Molise e Abruzzo, con crescita a doppia cifra. Finiscono qui le buone notizie.
Il risultato finale – prevede Paolo Colonna – GIE Olivicoltura – CIA Agricoltori Potenza e Matera – dipenderà dalle desideratissime piogge che potrebbero alleggerire i danni della siccità, ma anche dai possibili attacchi tardivi di mosca che potrebbero pregiudicare qualità e quantità e dalle rese al frantoio. Ci sono notevoli difficoltà nel reperire manodopera, preoccupazione per il rincaro delle materie prime (vetro, etichette, carta).
AGRITURISMO.
Per gli agriturismi è stata un’annata nella quale tali attività hanno risentito degli effetti del look down, con una parziale ripresa per il 2021 solo nella tarda estate e solo nelle realtà a maggior flusso turistico, aree marittime e Città d’arte. Scarsa affluenza e ridotte presenze negli agriturismi delle aree interne comprese quelli Lucani. Una ripresa è stata registrata nell’anno 2021 a partire dalle festività Pasquali, ma comunque con un segno meno compreso fra il 25-30 % sia sul versante delle presenza, cosi come i coperti e permanenze limitate a massimo 2 gg per nuclei familiari rispetto all’anno 2019 (ultimo ordinario e di riferimento). Ora – evidenzia Turismo Verde Basilicata – si spera in una ripresa in occasione delle prossime festività ma già vi sono ulteriori criticità, quali il reperimento della manodopera specializzata, gli aumenti vertiginosi di alcuni costi di produzione a partire dall’energia e carburante e alcune voci della fiscalità anche locale. Il settore necessità di piano strategico dedicato nella nostra Regione, teso elevare la qualità dell’offerta turistica e dell’accoglienza e dei servizi connessi. Si auspica nella programmazione 2023/2027 di concentrare apposite risorse per favorire investimenti nel settore agrituristico che in Basilicata consta di (oltre 1.200 posti letto, oltre 6.000 coperti con una occupazione di oltre 1.000 addetti). in particolare nelle aree a maggior vocazione turistica-ambientale a partire dal Pollino-Lagonegrese, il Vulture e tutta la collina Materana con la città dei Sassi.
Apicoltura: drammatica situazione produttiva della stagione 2021.
La primavera 2021 è stata caratterizzata da avversità meteorologiche di particolare rilievo ed estensione che hanno determinato il sostanziale azzeramento o la forte riduzione delle rese dei principali mieli monoflora e millefiori generalmente prodotti nel periodo primaverile (acacia, agrumi, sulla, ciliegio, tarassaco, erica, millefiori primaverile). In Basilicata stimiamo – die Nicola Di Nuzzo Resp. GIE Apicoltura – CIA Agricoltori Potenza e Matera– : miele acacia -80% arancio -60% millefiori primaverile -50% millefiori estivo -40% stabili gli altri mieli.
Le avversità meteorologiche che hanno avuto effetti negativi sulle produzioni causando perdite economiche alle attività apistiche a conduzione sia nomade che stanziale. Il maltempo e le basse temperature non hanno risparmiato neppure il Sud con pesanti ripercussioni sul raccolto del miele ; Anche i raccolti di miele di sulla, essenza primaverile a fioritura tardiva che rappresenta una produzione importante per il Centro e per il Sud, sono stati compromessi dal meteo incostante e le rese stimate sono state piuttosto disomogenee e inferiori alle attese.