Antonio Di Matteo, agricoltore di Tursi: “L’agricoltura, settore strategico nazionale, va difesa dai cinghiali”. Di seguito la nota integrale.
La guerra alle porte d’Europa e le cattive annate hanno messo in crisi il settore agroalimentare e non solo. Tutto questo ha trasformato l’agricoltura in un settore strategico nazionale. E dato che i danni da cinghiali alle coltivazioni agricole sono oramai incalcolabili, è in pericolo la sicurezza nazionale. Diventa quindi indispensabile, visto anche lo stato di emergenza nazionale in vigore fino a fine anno, derogare la legge 157 del 1992 e consentire l’abbattimento a tappeto del maggior numero di cinghiali. E non dobbiamo avere scrupolo animalista perché i cinghiali presenti nei nostri areali non sono autoctoni e quindi, essendo specie aliene importate dall’est Europa e immesse illecitamente, vanno sterminate per lasciare spazio ai cinghiali tipici dell’Appennino meridionale, più piccoli, più schivi, meno prolifici. Una politica che si definisce animalista è quella che punta all’equilibrio dell’ecosistema e questi cinghiali alieni hanno distrutto l’ecosistema e messo in pericolo la sopravvivenza di tutta la flora e la fauna autoctona. Per fare qualche esempio: gli uccelli che nidificano a terra o nei cespugli bassi vedono distrutta la propria prole oppure i mammiferi come lepri, ricci, tassi perdono il proprio cibo.
Bisogna consentire a tutti gli agricoltori di poter intervenire nei propri terreni e a proprie spese per debellare questa piaga con le seguenti modifiche normative:
1- Ogni agricoltore può trasportare senza alcuna limitazione l’arma di cui è regolarmente possessore dalla propria abitazione fino alla propria azienda agricola;
2- Ogni agricoltore può eliminare nel proprio terreno senza alcuna limitazione il maggior numero di cinghiali;
3- Lo smaltimento delle carcasse può avvenire sia per alimentare gli animali domestici (ad esempio cani) sia in fosse comuni;
4- La Regione, insieme alle associazioni di categoria e agli enti locali, può contribuire incentivando l’acquisto di cartucce e premiando gli agricoltori che uccidono il maggior numero di cinghiali;
5- Eliminare ogni tassa e semplificare l’iter per il rilascio o il rinnovo del porto d’armi se l’uso che ne viene fatto è il contenimento dei cinghiali.
Ci vogliono misure emergenziali per contrastare l’emergenza cinghiali.