Riportiamo il testo integrale della lettera aperta inviata dall’Associazione Infrastrutture, Servizi e Mobilità nel Materano al Governatore Bardi ed all’Assessore alle Attività Produttive Cupparo sulla proposta di istituire l’API-BAS-Spa dei Consorzi Industriali di Matera e Potenza.
Pericolo di accentramento di poteri sulla gestione dei consorzi industriali delle provincie di matera e potenza come ennessimo atto di centralizzazione in capo al governo regionale.
La Regione Basilicata vorrebbe avviare il processo di riforma dei Consorzi per lo Sviluppo Industriale, con approvazione di giunta un DDL (Disegno Di Legge) in attesa di convalida nelle preposte commissioni, che metterà in liquidazione l’Ente consortile di Potenza e contestualmente propone la costituzione di un Consorzio unico Regionale API-BAS-Spa, senza la preventiva condivisione con le parti sociali, sindacati, Sindaci dei Comuni interessati e presidenti delle rispettive Province, delle Associazioni datoriali e dipendenti dei Consorzi, per dare tempo necessario alla presentazione dei propri pareri ed osservazioni.
In merito alla legittimità del DDL-Cupparo di legge, sorgono forti dubbi di incostituzionalità riguardo alla scelta della natura giuridica della Spa e non di Ente Pubblico Economico. Appare evidente l’inequivocabile contrasto con la legge n. 317/91 secondo cui i soggetti giuridici gestori delle aree industriali siano enti pubblici economici. La natura giuridica della SPA è anche incompatibile con i compiti propri dei soggetti gestori, con particolare riferimento alla pianificazione urbanistica e ai poteri di esproprio, in funzione della titolarità delle funzioni in carico alla Regione Basilicata che diventa di fatto il committente e quindi con tutte le responsabilità di tipo patrimoniale che ne conseguono sui territori in cui insistono le aree industriali del nostro territorio provinciale, che potrebbe essere assimilato ad un vero proprio esproprio e presa in carico di tutti i terreni, capannoni ed altri beni delle stesse aree industriali.
Le nostre aree industriali hanno bisogno della vicinanza dei centri decisionali per velocizzare ed efficientare lo sviluppo del tessuto economico. L’ennesimo trasferimento di competenze in Regione, penalizzerebbe le nostre imprese, soprattutto alla luce dei compiti che deriverebbero al Consorzio a fronte della gestione delle ZES (Zona Economica Speciale.)
Il consorzio industriale di Potenza, come è noto, è caduto in una posizione debitoria talmente grave ed irreversibile a seguito di un pignoramento avvenuto nei mesi scorsi, da rendere indispensabile sua la messa in liquidazione. Il consorzio industriale di Matera, per contro, gode di ottima salute economica e finanziaria a dimostrazione di quanto sia stata efficace la gestione oculata delle risorse, con i ripagati sacrifici dei nostri industriali, che adesso corrono il rischio di essere sperperati per il risanamento dell’ASI di Potenza dovuto ad una cattiva gestione dello stesso.
La proposta dell’Assessore alle Attività Produttive Cupparo, consiste nella messa in liquidazione del Consorzio industriale di Potenza per creare una SPA a capitale pubblico con fondi Regionali con cui la Regione Basilicata ed il suo Governo vorrebbero gestire le ZES e Zone Franche dell’intero territorio Regionale, comprese quelle del nostro territorio Provinciale di Matera.
È una presa di posizione che non condividiamo e ci dissociamo da ogni iniziativa che tolga libertà ed autonomia di azione del Consorzio Industriale di Matera che ha sempre dimostrato di avere grandi capacità gestionali e non ha certo necessità di una gestione a guida Regionale che ne condizionerebbe lo sviluppo.
Ci faremo carico di allertare le autorità competenti Nazionali ed Europee affinché possano intervenire per bloccare in itinere questo DDL sulla costituenda API-BAS-Spa, per distorta inosservanza dell’Art. 5 della LR N.12 del 20/03/2020 (Art. 5. Legge di riordino per lo sviluppo industriale 1. Al fine di adottare una disciplina organica finalizzata alla promozione dello sviluppo industriale, alla sostenibilità ambientale delle aree produttive regionali, alla semplificazione dei processi autorizzativi e all’attuazione di nuovi investimenti, anche nelle Zone Economiche Speciali, nelle aree di crisi complesse e non complesse, nonché nei siti di interesse nazionale e nelle zone franche doganali, nonché al fine di assicurare una razionale gestione regionale, compatibilmente con la preventiva risoluzione della situazione di squilibrio economico e finanziario del Consorzio Industriale della Provincia di Potenza, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale presenta una proposta di legge per il riordino del comparto, sentite le Organizzazioni datoriali.) servito per giustificare e poi distorcere per altri scopi il DDL in oggetto allo scopo di gestire direttamente dal punto di vista amministrativo, strutturale e finanziario le aree industriali dell’intero territorio Regionale, come si evince evidentemente dall’enunciato dello stesso DDL-Cupparo. La proposta del DDL-Cupparo, contravviene alla ratio dell’Art. 5 della LR N.12 del 20/03/2020. Nello specifico, lo stesso Art. 5 precisa che l’intervento sia esclusivamente orientato alla sola promozione dello sviluppo industriale, e non alla gestione amministrativa e finanziaria dei Consorzi (Vedi ART.3 Comma 1 lettera d) e ART.4 Comma 4 del DDL-Cupparo – Riordino Consorzi Industriali – determinazione e riscossione dei corrispettivi dovuti dagli impianti di competenza o proprietà di questa società denominata API-BAS-Spa) delle rispettive Zone Economiche Speciali dei corrispondenti Consorzi industriali divergendo da quanto affermato dallo stesso Art. 5, anche e soprattutto in merito alla preventiva risoluzione della situazione di squilibrio economico e finanziario del ASI di Potenza.
Ci chiediamo a questo punto, quali sono i moventi e gli interessi per voler a tutti i costi acquisire la gestione delle aree industriali del Materano, quali le ZES di Jesce, La Martella, Val Basento e Costa Jonica della provincia di Matera, del sistema intermodale di Ferrandina Scalo e della nota pista Mattei oltre alla alta capacità produttiva della TecnoParco.
La nostra proposta chiede con la fermezza che ci contraddistingue e senza compromessi, di mantenere la autonomia gestionale, amministrativa, strutturale, finanziaria, di proprietà e dei diritti reali delle nostre aree industriali per lo sviluppo del nostro territorio e del benessere dei nostri cittadini. Pertanto ribadiamo di trovare una soluzione al dissesto finanziario del consorzio industriale di Potenza senza gravare sulla nostra economia e potenziali attività industriali. Auspichiamo che l’Assessore Cupparo trovi una alternativa valida alla proposta del suo DDL, che interessi esclusivamente il territorio a cui fa capo l’ormai fallito consorzio di Potenza e non certo l’intero territorio Regionale, evitando di scaricare gli eventuali disavanzi di bilancio, che inevitabilmente seguiranno al processo di liquidazione dello stesso consorzio, sulle casse della Regione, per scongiurare che gli stessi gravino sulla crescita del territorio Provinciale e Regionale.
Inoltre è opportuno, nonché indispensabile, per un efficace e proficuo sviluppo di tutto il territorio Lucano, che il Governo Regionale si occupi esclusivamente di fissare le direttive di crescita e di sviluppo dello stesso, come sancito dal più volte citato Art. 5 della LR N.12 del 20/03/2020 di ogni singolo territorio, lasciando ai singoli Consorzi di svilupparsi nella maniera più opportuna e nella piena autonomia nei rispettivi territori, per valorizzare le singolari peculiarità territoriali e di sviluppo industriale di ognuno.
Ribadiamo ancora quanto segue: dal ddl-cupparo approvato il giorno di Natale 2020 si evince quanto sia distorta l’interpretazione dell’art. 5 della legge regionale n.12 del 20/03/2020, collegato alle legge di stabilità regionale, che autorizza esclusivamente alla promozione dello sviluppo industriale senza interferire, come precisato nello stesso Ddl-Cupparo art.3 comma 1 lettera (d, in cui viene espressamente indicata la reale finalità di determinare e riscuotere i corrispettivi dovuti dai soggetti insediati, sostituendosi di fatto all’economia reale, incassando i proventi che attualmente spettano ai rispettivi consorzi, anche attraverso la gestione e manutenzione come previsto dall’art. 3 comma 1 lettera (a del ddl-cupparo di tutte le aree industriali regionali. (Zes, Zfd, Sin, area di crisi complessa e non complessa).
Inoltre dall’art.7 comma 6, si evince il potenziale trasferimento all’ Api-Bas-Spa di tutto il personale del Consorzio industriale di Matera, completamente snaturato dal suo oggetto sociale e dalle sue funzioni e quindi implicitamente e per forza di cose liquidato e sciolto senza uno specifico decreto di motivato scioglimento, in quanto privato della gestione economica e finanziaria delle zone industriali e delle riscossioni dai soggetti insediati nelle sue aree di competenza, con gravissime e prevedibili ricadute occupazionali ed economiche per tutto il territorio del materano.