In Basilicata nel 2023 su 60.920 contratti di assunzione solo 1544 (906 in provincia di Potenza e 638 in quella di Matera) sono avvenuti con contratto in apprendistato. Per questa ragione è fondamentale potenziare l’apprendistato professionalizzante per rispondere al mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Lo sostiene Confartigianato in una nota a firma di Rosa Gentile, dirigente nazionale e presidente a Matera che aggiunge: l’A.P. della Regione denominato 2 “# Basilapprendistato, per l’individuazione di soggetti interessati ad erogare interventi di formazione di base e trasversale nell’ambito di contratti di apprendistato professionalizzante, è certamente un primo passo positivo per colmare questa carenza di figure fortemente richieste da pmi e aziende artigiane ma non si può considerare esaustivo. Inoltre, il ddl lavoro in Parlamento contiene provvedimenti positivi come l’intervento sul periodo di prova nei contratti a tempo determinato, così come l’istituzione dell’Osservatorio nazionale per i percorsi e le competenze trasversali e l’orientamento, con compiti di sostegno delle attività e monitoraggio e valutazione dei percorsi. Tuttavia sarà necessario che le parti sociali comparativamente più rappresentative a livello nazionale abbiano un ruolo significativo all’interno dell’Osservatorio per indirizzare e sostenere le politiche e i percorsi di avvicinamento dei giovani alla realtà produttiva. Altrimenti – dice Gentile – sarà sempre più difficile per le imprese italiane trovare manodopera: nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili è cresciuta di 9 punti percentuali e in Basilicata per alcuni profili professionali siamo oltre il 50% delle unità da assumere. Lo rileva un rapporto di Confartigianato sulla carenza di personale da cui emerge l’allarme degli imprenditori per un fenomeno diffuso in tutta Italia e in tutti i settori, da quelli tradizionali fino alle attività digitali e hi tech. In particolare, le maggiori difficoltà di reperimento si riscontrano per i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (70,5% di personale difficile da trovare), nelle costruzioni (69,9%), nella conduzione di impianti e macchinari (56,6%). Dal rapporto di Confartigianato emerge inoltre che, tra le cause di difficile reperimento, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati. Per questo, le piccole imprese reagiscono intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Ancora, all’aumento delle retribuzioni, affiancano l’offerta di pacchetti di welfare aziendale, flessibilità dell’orario di lavoro, l’utilizzo dello smart working, interventi per migliorare il clima aziendale e il comfort dei luoghi di lavoro.
“La carenza di manodopera – sottolinea ancora Gentile – è diventato uno dei maggiori problemi per le nostre imprese. Siamo al paradosso: il lavoro c’è, mancano i lavoratori. E, nel frattempo, 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni – i Neet – non studia, non si forma, non cerca occupazione. Di questo passo, ci giochiamo il futuro del made in Italy. Ecco perchè la priorità da affrontare è la creazione di lavoro di qualità. Serve un’operazione di politica economica e culturale che avvicini la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante. Bisogna insegnare ai giovani che nell’impresa ci sono opportunità, adeguatamente retribuite, per realizzare il proprio talento, le proprie ambizioni, per costruirsi il futuro”.