“Da moltissimi mesi le imprese che eseguono i lavori di realizzazione allacci idrici, fognari e di pronto intervento per Acquedotto Lucano vantano e continuano ad accumulare crediti ingentissimi per molti milioni di euro e questo giustifica la drammatica riduzione del personale “.
E’ quanto denunciano i segretari dell’Ugl in Basilicata, Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano per i quali, “se pur il Presidente di Acquedotto Lucano, Rosa Gentile, mise in campo soluzioni di agibilità aziendali che, attraverso il fattivo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, potevano contemperare e soddisfare le esigenze vitali di tutte le componenti, azienda, imprese e lavoratori, ora per mancanza di incisività della politica regionale, le imprese, oltre a licenziare i dipendenti ed a venir meno con i pagamenti, sono costrette ad affrontare insormontabili problemi: sostenere difficili rapporti con banche, fornitori, enti previdenziali, uffici fiscali etc. Per l’Ugl – proseguono i segretari – stiamo parlando di oltre 300 dipendenti che andranno a casa incrementando ancor più il numero di disoccupati. Pertanto, considerato che questa situazione ha reso insostenibile la condizione delle imprese creditrici, esposte verso le banche, il fisco, gli enti previdenziali e assistenziali, i debitori, i fornitori, chiediamo al Prefetto di Potenza, dott.ssa Rosaria Cicala, la cortese disponibilità a convocarci urgentemente al fine di scongiurare un ennesimo dramma occupazionale – concludono Giordano e Tancredi -. Le imprese vantano ad oggi circa 20 milioni di euro motivati con i mancati trasferimenti di denaro da parte della Regione Basilicata. La prossima chiusura dei cantieri, ineluttabile se perdura tale situazione di crisi di liquidità aziendale, rappresenterebbe anche un grave disagio per i Comuni che potrebbero essere costretti a non garantire un bene primario, quale il servizio idrico. Vanno trovare le giuste soluzioni per affrontare l’ennesima crisi del mondo produttivo e del lavoro. Fin d’ora l’Ugl si riserva di mettere in campo ogni eventuale azione pacifica di protesta affinché si scongiuri un ennesimo dramma occupazionale che vedrebbe mettere al lastrico oltre 300 famiglie lucane”.