A conclusione di un percorso faticoso, ma nel rispetto della tradizione e a custodia di una folta mandria di bovini di razza podolica, il giovane allevatore Pietro Cauto, in transumanza dalla pianura del metapontino per rientrare nel suo comune di origine Rivello, ha compiuto, nei giorni scorsi, una sosta tecnica nei boschi del monte Sirino in territorio di Lauria. Per l’occasione ha raccolto i suoi animali stanchi del viaggio, in un recinto messo a disposizione da un altro allevatore Francesco Forastiero, divenuto punto di riferimento per i transumanti di quelle aree perché da Forastiero trovano possibilità di abbeverare e di ricoverare la mandria. La sosta sul Sirino è stata celebrata dall’Associazione Allevatori della Basilicata che ha voluto, ancora una volta, rimarcare il significato e sottolineare questa particolare attività della transumanza che è stata riconosciuta dall’Unesco, patrimonio immateriale dell’umanità. In particolare il direttore Giuseppe Brillante, e lo staff dell’Ara, hanno voluto accogliere direttamente l’allevatore Caputo, con loro il dirigente del settore zootecnia dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Emilia Piemontese accompagnata da Rocco Giorgio, i dirigenti della Coldiretti di Lagonegro, i sindaci dei comuni di Lauria e di Rivello, lo chef Luigi Diotiaiuti, i familiari e tanti allevatori con le famiglie per dare il bentornato ad un loro componente che ancora oggi mantiene inalterata questa antica tradizione che consente di accrescere il benessere animale, salvaguardare il territorio e dare valore alle nostre produzioni tipiche alimentari. “E’ stato anche il momento per impegnare le istituzioni e ciascuno a fare la propria parte – ha sottolineato Brillante – per manutenere i tratturi, conservare attivi gli abbeveratoi, ripristinare i recinti di sosta, riconoscere, in definitiva, il ruolo sociale, ambientale ed economico dell’allevatore custode del territorio. Una serata di festa, che racconta lo spirito di solidarietà, di accoglienza e di riconoscenza – ha concluso il direttore dell’Ara di Basilicata- che solo il mondo della zootecnia sa ancora esprimere come valori autentici della nostra agricoltura lucana”.